La maggior parte degli episodi di Black Mirror ha un chiaro messaggio che si coglie in sottofondo e spesso mi trovo a non accettare quel messaggio completamente, perché le cose non sono tutte bianche o tutte nere. Questa particolare puntata di Black Mirror ha tanti spunti di riflessione e non è facile prendere una posizione a meno che non si possano mettere delle condizioni. Almeno per quanto mi riguarda certe cose sono accettabili, altre no.
Da una parte abbiamo tutto il teatrino piuttosto convincente messo in piedi dagli attori che lavorano per riproporre ogni giorno la punizione della donna. E dall’altra abbiamo la storia vera dietro a questo teatrino, il perché questo spettacolo avviene. Diciamo che Victoria, questo il nome della donna, è chiusa in una struttura che non è altro che uno zoo.
Alla base di tutto troviamo un po’ la stessa tragica sete di intrattenimento osceno che c’era in The National Anthem, in questo caso addirittura persone che pagano per assistere al dolore e alla paura altrui. E tutto ciò è accettabile e consentito perché lei, Victoria, è colpevole. Apro qui il discorso a me più caro, trattando di questo episodio di Black Mirror. Come forse avrò già detto da qualche altra parte, perché è assolutamente ciò che credo, chi uccide, chi procura sofferenza agli altri (di qualsiasi creatura si tratti compresi quindi gli animali) per suo piacere personale, per un tornaconto, per menefreghismo, è un essere inutile che non dovrebbe stare nella società.
Ma questo non è tanto per la morte della bambina, ma proprio per il fatto che se lei, che ha anche ripreso il falò che il suo ragazzo ha fatto coi resti della bambina, non ha problemi a fare una cosa del genere, è una persona che non va aiutata o sostenuta o reinserita nella società, ma chi cazzo si deve prendere il disturbo di fare una cosa del genere e perché, scusa? No, lei dalla società va tolta e buttata da qualche parte a marcire.
Qui si vuole dare ad intendere che chi paga per andare a vederla soffrire non sia poi tanto meglio di lei. Di sicuro una base di sadismo nel fare una cosa del genere, sia da parte degli spettatori, ma soprattutto da parte degli attori e del personale che ogni giorno la prepara per lo show, ci deve essere. E personalmente troverei sgradevole anche avere a che fare con qualcuno che fa quel tipo di lavoro lì.
Il punto è che perché io (faccio l’esempio con me stessa) possa fare spallucce di fronte ad una cosa del genere devo essere assolutamente certa che quella donna è colpevole. Questo è un telefilm ed io posso essere abbastanza sicura, visto che mi viene detto. Nella vita reale troppi sono i casi di gente innocente che è stata accusata ingiustamente e quindi non vedo possibile lo stabilire pene estreme per gli assassini perché sono matematicamente certa che nel nostro sistema giudiziario nove volte su dieci si manderebbe in quello zoo un innocente.
Secondo punto che dà da pensare: Victoria non è più la stessa persona che ha commesso quell’atroce omicidio. È una donna con un cervello piuttosto spappolato da tutte le volte che gliel’hanno resettato, che ha vaghi ricordi di chi lei è e di cosa ha fatto nella vita. Come dicevamo per l’altro episodio, The Entire History of You, senza i tuoi ricordi non sei più tu.
Quindi, paradossalmente, dalla terza, quarta volta in poi hanno torturato una che non sa nemmeno più perché viene punita. E questo forse va bene ai sadici che tanto vogliono vedere la sofferenza di un’altra persona, ma non dovrebbe stare bene a chi si sente un virtuoso per aver dato la giusta punizione a Victoria. Lei sa perché viene punita solo alla fine dello spettacolo, quando a pezzi le fanno capire che cosa ha fatto e lei ha qualche reminiscenza dell’accaduto.
Qui ciò che gli spettatori riprendono con tanto entusiasmo è solo il terrore di una donna, non di un’assassina. Non più. Anche qui ci viene presentato lo scorcio di un mondo che noi non conosciamo, che ha leggi diverse dalle nostre, molto evidentemente, anche se di base la gente che lo popola è identica; assassini di bambini, gente che gode della spettacolarizzazione del dolore, sadici. La morale di cui parlavo è quella sotto agli occhi di tutti: la gente che riprende Victoria non è meglio di lei.
Ma se c’è una sola possibilità che i ricordi le tornino, allora no, deve rimanere nello zoo perché significa che c’è ancora qualcosa della persona che era prima, in lei. E la persona che era prima era pericolosa per gli altri. Penso che questa storia si basi tanto sul fatto di mettersi più nei panni dell’assassina che in quelli di chi la punisce. E non è cosa semplice.
Se tu sei in grado di fare spallucce davanti ad una cosa del genere, sei un mostro, punto.
Dimostri di essere favorevole alla tortura.
Sei allo stesso livello di Victoria e del suo fidanzato.
Sei al livello del codice di Amurabi, occhio per occhio, dente per dente.
La società si è evoluta, per fortuna. E abbiamo capito che la tortura, così come la pena di morte, abbassano noi società allo stesso livello dei criminali.
Tu però non lo hai ancora capito.
La società deve essere un esempio di civiltà, sempre.
Ecco, sono d’accordo sul fatto che ti terresti lontana dagli spettatori dello zoo.
Anch’io me ne terrei lontano, così come mi terrei lontano da te che sei come loro..