Urla sempre primavera – Recensione – Enne Enne Editore

Una lettura dalla quale non è possibile uscire indenni

Attraverso i cinque capitoli di cui è composto, sanciti da altrettanti colori a partire dal primo, il rosso di Zelinda, questo libro disegna i contorni di un futuro distopico e distemporale, in cui anche la lingua si spoglia delle sue caratteristiche proprie e diventa “Nuda” (omaggio di orwelliana memoria). Libera dalle dittature grammaticali del passato, genera “analfabeti di seconda generazione” e la parola si sveste di qualsivoglia valore diventando solo accozzaglia letterale. E queste parole inesistenti definiscono uno stato fondato sulla debolezza cellulare, una società di voci singole e tremolanti, spaventate e rancorose, mosse unicamente dall’ossessione del controllo. In questa realtà descritta da telegiornali a sfondo (non a caso) grigio, si sviluppano storie personali legate da un singolare potere: la capacità di sognare. Letteralmente.

Zelinda vede la realtà attraverso i sogni e vede la matrice di un potere che mette davanti un bersaglio invitante contro cui accanirsi, mentre crea i veri nemici in laboratorio. La madre, nel 2022, diviene un nemico. Perché Zelinda, come ogni madre, genera speranza e passione. Zelinda combatte perché sa che esiste un bene più grande delle singole vite, che è la collettività. “Non si costringe nessuno a ribellarsi. Devi sentirlo come l’amore. La rivolta è un istinto.”

La figlia di Zelinda nasce con la speranza di riuscire a fare risorgere il tempo in cui sognare era dare carte alla realtà. Da una parte c’è il potere, il passato che vuole vivere per sempre, dall’altra ci sono quelli contro, coloro che già nella testa sono il futuro e vivono perché si realizzi, La Rivoluzione è una matrice, un segno antico, la nostra storia. Evoluzione, rivoluzione. Senza non possiamo esistere. Saremmo solo copie di chi ci ha preceduto. 

La libertà diventa in ultima analisi una visione che parte da radici passate, dalla definizione di Resistenza e di ricerca di una umanità nuova in grado di dare voce a una primavera le cui urla non siano solo una fantasia da giovani sognatori. 

Se non si può tornare indietro da questa versione alternativa della storia, da questa linea del tempo, occorre che il proprio destino diventi matrice e spinta in grado di potere fare qualcosa per gli altri. 

Il potere dei sogni diviene in ultima analisi la conoscenza intima e segreta del mondo, è come possedere il lato oscuro dell’umanità, è pericoloso come un ricordo e dolce come un addio. 

Una delle ultime immagini che regala il libro è quella del ricordo di giorni festa, di amore, di libertà, di giorni felici. Per quello gli uomini avevano combattuto. Per quello erano morti. 

Ridere è vivere. Sognare è libertà.

Giocatrice di videogiochi da quando finire Super Mario Bros. significava essere l’anello mancante tra l’uomo e l’essere mitologico, ma definitivamente stregata dall’Eroe del Tempo. Una passione sfrenata per le parole la porta a leggere libri e graphic novel che racconta sempre fuoritrama e oltrepensiero. Potete seguirla decidendo ad ogni bivio quale storia intraprendere e ricordando sempre che "It’s dangerous to go alone”
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