Curators – Recensione – Impara l’arte e mettila nel tuo museo! – Little Rocket Games

Curators è l’ennesima conferma di come questo 2021 rappresenti l’anno della definitiva consacrazione della Little Rocket Games all’interno del parco editoriale ludico italiano. Dopo i gattini di Calico e le spiaggie di Santa Monica, questa volta impersoniamo dei curatori d’arte il cui compito è quello di allestire al meglio il proprio museo ed attirare il maggior numero di visitatori. Siete quindi pronti a spremere le vostre meningi in nome dell’arte e della cultura?

Curators è un euro-game per 1-4 giocatori con una durata media delle partite che va dai 45 ai 75 minuti circa e consigliato ad un pubblico piuttosto maturo (l’indicazione è 14+). Il titolo ideato dal trio di game designer formato da Jacob Westerlund propone un gameplay ricco e variegato, composto da più meccaniche di gioco: abbiamo infatti il posizionamento tessere, il pick-up and delivery ed il completamento di specifici pattern.

Panoramica di gioco

Curators è uno di quei giochi che inizialmente spaventano per la grande quantità di componenti che presentano dentro la scatola, ma che poi in fin dei conti risultano molto semplici da imparare e da padroneggiare. Come vedrete nel mio video tutorial proprio qui sotto⬇⬇, le regole da seguire sono poche e non lasciano spazio a dubbi di sorta; quello che più impegna è sicuramente il flusso di gioco, il quale ci mette davanti a scelte che in un modo o nell’altro influenzano sempre il corso della nostra partita. Sto parlando dell’utilizzo dei lavoratori “a gettone”, a parere mio il vero punto di forza di Curators.

E allora, basta cincischiare, impariamo il regolamento completo di Curators grazie al tutorial, per poi fiondarci sulle mie impressioni sul gioco!

Curators – Recensione – Come si gioca

Curators – Recensione – Le mie impressioni sul gioco

La prima cosa che faccio prima di studiare il regolamento di un gioco nuovo è quella di leggere tutti i nomi dei componenti ed intavolare il gioco, secondo le istruzioni. Questa procedura introduttiva mi permette di fare una prima panoramica sul gioco e quella di Curators, devo ammetterlo, mi ha stupito non poco. A parte il design generale davvero sfizioso, ho subito notato la grande quantità (e qualità) di componenti diversi, il che mi ha fatto pensare ad un gioco particolamente “intricato”.

E invece no, dopo la prima lettura del regolamento (breve e con esempi esaustivi) ho capito che la mia prima impressione era errata, infatti Curators è tutt’altro che intricato. Si è rivelato un gioco molto lineare e dalle meccaniche semplici sia da imparare sia da padroneggiare, un mix di generi ludici molto ben amalgamati ed in grado di rendere interessante tutto il contesto. Abbiamo a che fare infatti con una sezione puzzle-game e piazzamento tessere (la costruzione del museo), dovremo completare obiettivi attraverso la formazione di specifici pattern (le carte contratto) ed affronteremo fasi di pick-up and delivery, attraverso la gestione dei reperti storici.

Ma secondo me, il più grande pregio di Curators sta nella gestione dei suoi lavoratori. Già, perchè Curators è un piazzamento lavoratori, ma lo fa grazie ad una modalità decisamente originale. Non abbiamo infatti i soliti meeple lavoratori che devono essere piazzati da qualche parte sul tabellone, qui abbiamo gli ormai famosi “lavoratori a gettone”. Come avete visto dal tutorial, sono presenti cinque differenti lavoratori che, quando utilizzati, faranno spazio al lavoratore presente sul lato opposto di quel gettone. Ed è proprio questo il punto cardine di tutto il motore di gioco.

La scelta di quale lavoratore utilizzare ad ogni turno è tanto affascinante quanto delicata. Già, perchè ogni turno influenza i successivi, costringendo i giocatori a studiare strategie a medio/lungo termine (potrebbe nascere un pelino di paralisi da analisi). Per raggiungere un certo obiettivo all’interno di una partita, saremo sempre obbligati a farlo in più passaggi, bisogna avere la pazienza di pianificare tutte le nostre mosse con anticipo, sperando nel contempo che i nostri avversari non ci intralcino rubandoci anzitempo la tessera del museo utile a completare un nostro contratto o prelevino dalla casa d’aste i reperti che tanto ci servivano nel nostro magazzino. Ed anche se a primo avviso potrebbe non sembrare, Curators propone un po’ di interazione tra i giocatori, non diretta, ma indiretta proprio per i motivi appena elencati.

Anche se già citati, mi sento di fare un plauso ai materiali che sono veramente belli, curati e con una palette di colori allegra ed a tratti quasi cartoonesca. Piccolo particolare, tutti i contratti mostrano opere d’arte realmente esistenti, un ottimo modo per elargire un po’ di cultura!

Veniamo un attimo alla scalabilità del gioco che è assolutamente perfetta da due a quattro giocatori, con il solo difetto di un fisiologico allungamento delle tempistiche di gioco. Vi segnalo che Curators propone anche una interessante modalità in solitario. Personalmente non l’ho ancora provata, ma amici fidati mi dicono essere quasi più bella dell’esperienza in multigiocatore. In breve, abbiamo a disposizione 18 turni per completare tutti gli obiettivi della partita, un bel rompicapo!

In definitiva, a chi consiglio Curators? Beh, per mia esperienza, credo che il gioco sia in grado di attirare tanti giocatori, esperti e regolari. E’ un titolo che richiede un certo tipo di attitudine alla creazione di strategie ed al problem solving, quindi sono d’accordo con il 14+ riportato sulla scatola e, di conseguenza, non lo consiglierei a chi i giochi da tavolo proprio non li mastica. E neanche a chi ama le insalate di punti, infatti da questo punto di vista Curators è un gioco abbastanza stretto che non fa fare centinaia di punti.

Un grosso grazie a TE per averci dedicato qualche minuto del tuo tempo ed aver letto questo articolo! Ci si vede alla prossima recensione e…non cambiate canale!

Alessandro “AleBoardGamer”

Classe '83, fiero torinese ed assiduo instagramer con lo pseudonimo "aleboardgamer", si diverte a spiegare regolamenti sul suo canale Youtube "La Ludoteca di AleBoardGamer". Amante dei giochi da tavolo sin dalla tenera età di sei anni quando gli vennero regalati titoli d'antologia come Brivido, Hero Quest e L'isola di Fuoco, la sua missione è quella di espandere il credo dei boardgames per distogliere l'attenzione dagli smartphones e convincere le persone a riunirsi attorno ad un tavolo per socializzare, sviluppare l'ingegno e soprattutto divertirsi.
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