GreedFall – Recensione – PC, PS4, Xbox One

GreedFall – recensione di Alessia Lara Padawan

GreedFall potrebbe essere descritto come tanti altri titoli già visti, per citarne uno, Dragon Age. Pieno di intrighi politici, un robusto sistema GDR e scelte che andranno ad influenzare i possibili finali disponibili, ma saranno riusciti i ragazzi della piccola software house francese Spiders a tirare fuori dal loro cappello magico qualcosa di diverso? Scopritelo nella nostra recensione senza spoiler!

 

Intanto il gioco fornisce la classica fase di creazione personalizzata del personaggio, ma il ruolo all’interno della trama è già predeterminato in quello di De Sarnet, nel mio caso una Nobile che agisce come diplomatica per l’Associazione dei Mercanti, una delle fazioni del gioco.

L’ambientazione appare come una sorta di 1700 alternativo per quanto riguarda l’estetica e le armi, ma aggiunge anche gli immancabili elementi di magia e scienza non ortodossa, mentre la zona principale dove si svolgerà la vicenda è l’isola di Teer Fradee: questa isola, la sua situazione politica e le risorse che contiene ricoprono una grande importanza nella storia e sono elementi che andranno affrontati dal personaggio.

L’elemento GDR, la sua importanza e la profondità che gli è stata data dal team di sviluppo, diventa evidente proprio nelle questioni riguardo l’isola: mantenere la pace fra le varie fazioni, inclusi i nativi dell’isola e cercare di gestire gli inevitabili compromessi nel miglior modo possibile, sono momenti di grande interesse e coinvolgimento, anche se a volte si tratta di momenti estremamente complessi. La buona riuscita di tutto ciò sta anche nel modo in cui verranno costruite le relazioni con i propri compagni.

Il gioco tocca tematiche imponenti come l’interazione fra popoli di convinzioni e culture diverse, tematiche comunque coerenti con l’ambientazione presentata e le scelte ed azioni del giocatore avranno ripercussioni e peso su tutto questo.

Si accennava ai compagni… Pure qui il reparto GDR è molto presente: le relazioni con i compagni (ve ne potrete portare appresso due per volta) sono molto approfondite, sopratutto nelle conseguenze, in quanto a differenza di molti giochi odierni è possibile anche perderne qualcuno, nel caso che le relazioni arrivino ad un punto di incompatibilità critica.

Grosso modo vi sarà un compagno per ogni fazione presente, il che implica inevitabilmente di dover fare alcune scelte in base ad una semplice quanto cruda verità: non si può far felici tutti, quindi le decisioni difficili da prendere saranno presenti e dovranno essere ben ponderate, specialmente se avete preso in simpatia quel compagno ma detestate la sua fazione di appartenenza. “Avrò scelto bene?” Sarà una domanda che vi potreste porre spesso.

Oltre ai compagni, naturalmente ciò che influirà sulla buona riuscita di ogni cosa sarà anche l’impostazione e lo sviluppo che verrà dato al personaggio, che si rivela piuttosto flessibile nelle possibilità date (forse per alcuni fin troppo flessibile, in quanto 80 skill disponibili possono rendere difficoltosa la scelta), sopratutto durante il primo gameplay. Questa flessibilità però fornirà diverse opzioni per affrontare e superare gli ostacoli che il gioco ci porrà davanti, sia in combattimento che fuori.

Il sistema di combattimento non è il fiore all’occhiello del gioco; la telecamera non aiuta, è imprecisa e rende i combattimenti legnosi ed antipatici da gestire al meglio.

L’intelligenza artificiale dei compagni è nella media, il che significa non eccezionale inclusa la classica brutta abitudine di rimanere in mezzo al fuoco nemico a prendersi danni.

Dal punto di vista esplorativo non si tratta di un vero mondo aperto, tuttavia l’isola è molto vasta, con diverse città e paesini ognuno con elementi e caratteristiche uniche, specialmente quando si tratta delle diverse culture che le popolano. Sebbene non esistano cavalcature o altri mezzi e si resti sempre praticamente appiedati, esiste una funzione di viaggio rapido fra i luoghi scoperti fino a quel momento.

Sempre rimanendo in ambito esplorativo, va detto come per una volta paiano assenti le classiche quest da “fattorino” fini a se stesse o “tappabuchi”: ogni missione infatti è in qualche modo legata alla storia principale e completandole si ha la sensazione di aver fatto un passo avanti (grande o piccolo che sia) nella risoluzione della vicenda.

Comparto Tecnico

Purtroppo ci sono anche alcune magagne tecniche grandi e piccole, come ad esempio il fatto di perdersi i compagni davanti a certi ostacoli fisici del terreno… A volte capita di arrampicarsi e di non poter proseguire la salita senza prima essere tornati a recuperarli: è qualcosa di già visto in tantissimi giochi per anni, ma nel 2019 forse sarebbe il caso di superarla questa magagna eh.

A parte queste imprecisioni, l’ambientazione è veramente bella da esplorare e tutti i paesaggi (inclusi quelli urbani) danno molta soddisfazione alla vista, con tonnellate di dettagli, specialmente nelle città, che appaiono molto vibranti e vive, anche se graficamente il titolo non eccelle, visivamente fa comunque il suo lavoro in maniera ottima,il tutto accompagnato da una colonna sonora niente male che segue degnamente l’avventura.

Conclusioni

Una proposta solida per tutti gli appassionati di giochi di ruolo d’azione. Non è innovativo e prende quasi tutti i suoi ingredienti da altri giochi, ma offre sicuramente un’esperienza profonda e versatile, con una trama principale non lineare, ben sviluppata e missioni secondarie che girano e si intrecciano intorno ad essa. Pur apprezzando molto nel complesso il titolo, purtroppo alcuni bug grafici e la telecamera che specialmente nei combattimenti rende al peggio, non ci permette di promuovere a pieni voti GreedFall, ma le basi sicuramente ci sono e i margini di miglioramento anche. 

 

Alessia Lara Padawan – Romana, youtuber, nerd fino al midollo, adora film, serieTV, cartoni animati ed è malata da anni di una grave forma di dipendenza dai videogames. Il suo motto è: “Se credi anche lontanamente che ne valga la pena… allora GIOCALO!”
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