DiRT Rally 2.0 – Recensione – PS4, Xbox One, PC Windows

DiRT Rally 2.0 – recensione di Andrea “Kobla” Panicali

Ecco a voi la recensione di DiRT Rally 2.0, ultimo capitolo (ad oggi) della saga su terra e fango iniziata da Codemasters nel lontano 2007.

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Quando si parla di Codemasters non si può non pensare ai giochi di corse, soprattutto al primo Colin McRae Rally (1998) per PS1, primo videogioco ambientato nel mondo del fango, dedicato al compianto Colin Mcrae, scomparso per un incidente nel 2007.

Sono passati vent’anni da quel titolo e tre generazioni di console, ora siamo qui a parlare dell’ultima fatica della casa inglese che vede il giocatore vestire i panni di un pilota in una carriera rally o rallycross.

DiRT Rally 2.0 – Una carriera sconnessa.

Ed è proprio qui che Codemasters vuole tornare un po’ agli albori, sia per la difficoltà, sia per la visione d’insieme. All’avvio del gioco non c’è un tutorial, c’è una spiegazione molto basilare sui vari menù contenenti la Carriera, divisa in Rally e Supercross oltre alle varie sfide giornaliere e settimanali; Campionato e Sfida a Tempo.

Il cuore del gioco è senz’ombra di dubbio la carriera, dove si potrà “creare” il proprio pilota e si avrà una propria scuderia con ingegneri e copilota; i quali, all’inizio, non saranno allo stesso livello della concorrenza, e si dovrà migliorarne le abilità con i crediti vinti in game.

Le prime due auto saranno composte da una Lancia Fulvia HF ed una Opel Corsa RX, rispettivamente per le categorie Rally e Supercross.

Infatti, come detto sopra, si potrà decidere se iniziare la carriera in un campionato piuttosto che in un altro, oppure in entrambi, sempre che siate multitasking.

Anche le vetture si potranno migliorare, specie sul motore, il quale avrà più stage di preparazione, ma si dovrà stare più attenti perchè ovviamente un motore più potente è anche meno affidabile.

La difficoltà della carriera è piuttosto soggettiva, in quanto DiRT Rally 2.0 non è un gioco per neofiti assoluti, ma al tempo stesso Codemasters non ha reso la simulazione realistica al punto tale che solo i piloti possano goderne appieno. All’inizio non sarà difficile vedere il proprio tempo molto al di sopra degli avversari ed arrancare nella parte bassa della classifica, ma mano a mano che si prende confidenza con la vettura iniziale (tra l’altro non semplice da guidare, essendo una trazione anteriore) e con le istruzioni del copilota, si potranno raggiungere i risultati aspettati. Di conseguenza però, aumentando le nostre abilità, anche quelle degli avversari si allineeranno, rendendo la carriera per nulla scontata con una difficoltà adattiva molto ben strutturata.

Le vetture che si sbloccheranno sono una diversa dall’altra, con caratteristiche anch’esse disparate; qui infatti si vede il lavoro certosino compiuto dagli sviluppatori.

Le famosissime Gruppo B sono dei veri e propri mostri, domarle non sarà facile, anzi…

DiRT Rally 2.0 – “Eh ma il Deltone!”

Se guidare discretamente le prime serie di veicoli può sembrare impegnativo, arrivare alle Gruppo B è traumatico; ma cosa sono? Vetture da rally note tra la metà degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, per la loro potenza ed un’aerodinamica estremamente all’avanguardia.

Erano capaci di arrivare ad oltre 600 BHP ed incutevano timore solo al sentire il suono del loro motore. Bandite dal mondiale per la loro eccessiva potenza e pericolosità, sono rimaste nel cuore degli appassionati e non potevano mancare in un gioco del genere.

Per godersi appieno il gioco, però, è neccessario un set con pedaliera e volante, come d’altronde il 99% dei giochi di simulazione di corse; Codemasters è riuscita nell’intento di rendere fruibile il titolo anche a chi fosse sprovvisto di questa periferica, anche se risulta difficoltoso e si necessiti di molteplici aiuti alla guida per essere il più incisivi possibile.

Tornando al discorso auto, Codemaster non detiene i diritti per tutto il parco auto ufficiale del WRC, ma soltanto quello del FIA World RallyCross Championship, eppure sei tappe con relativi stage rally sono presenti, ed anche un discreto numero di automobili.

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DiRT Rally 2.0 – Ci vuole costanza.

Come accennato qualche riga sopra, il team di sviluppo non detiene i diritti per proporre nel titolo tutte le tappe e le vetture ufficiali del WRC, quindi limita i danni nel modo migliore possibile, con sei tappe divise in giro per il mondo e vari stage all’interno di esse.

I circuiti sono molto complessi ed impararli non è per niente facile, soprattutto perchè ogni singolo errore si paga caro sia in tempo e sia in danni, dato che i danni ci sono e restano presenti per due stage fino a quando non sarà possibile ripararli.

La gestione delle riparazioni è molto interessante, in quanto si rende necessario non solo essere veloci, ma anche conservativi. Per riparare un determinato danno c’è bisogno di tempo e crediti, e dato che si hanno a disposizione solo 30 minuti per riparare la propria automobile, bisogna stare molto attenti. Sostituire un radiatore, ad esempio, supererà abbondantemente il tempo a disposizione, quindi si incorrerà in una penalità, e non si potrà aggiustare null’altro.

La gestione dei pneumatici si rende necessaria (disponibili in mescola dura, media, morbida e da bagnato), soprattutto in base alla posizione di partenza. Il terreno si deteriora con il passare delle vetture, e dovessimo partire per ultimi troveremo una pista veramente ostica, piena di avvallamenti, cunette ed un terreno che può mettere a dura prova la resistenza delle gomme ed anche del giocatore. La concentrazione è massima, soprattutto nelle tappe più lunghe.

A proposito di queste, si è notato come alcuni scenari tendano a ripetersi, non tanto nella conformazione dello stage, quanto proprio nell’ambientazione. Si ha come la sensazione “Ma qui ci sono già passato”, nonostante ci si trovi dall’altra parte del mondo. In tutto ciò si sente moltissimo la mancanza di ambientazioni in nord Europa, o comunque innevate.

Codemasters ha detto che avrebbe aggiunto vetture, eventi e tanto altro in DLC futuri, eppure si sarebbe potuto inserire un “assaggio” nella release. Un vero peccato.

DiRT Rally 2.0 – Supercross, da protagonista a personaggio secondario?

Questo titolo doveva puntare molto sul Rallycross, vista anche la licenza ufficiale FIA, con i circuiti, i piloti e le vetture impegnate nel mondiale, eppure il protagonista, per gli appassionati, resta sempre lui, il rally.

Un vero peccato in quanto la sezione Rallycross è decisamente divertente e non si è più costretti a correre solo contro il tempo, ma anche contro altri avversari, tenendo anche qui la concentrazione sempre molto elevata onde evitare inutili danni alla vettura.

Come nella realtà, ogni evento è composto da CINQUE fasi qualificazione ed il Main Event dove i piloti si sfideranno a suon di sportellate tra salti, curve a gomito e misti asfalto-ghiaia. Adrenalinico. Così com’è adrenalinica la possibilità di creare un campionato online e sfidare altre persone non solo su un singolo evento, ma lungo il corso di tutto un campionato.

DiRT Rally 2.0 – Pacchetto d’insieme decisamente buono, ma…

DiRT Rally 2.0 si presta come evoluzione di DiRT 4, eppure si sente che manchi qualcosa rispetto al predecessore. Graficamente nulla da eccepire, però si ha come la sensazione che questo titolo non sia alla stessa altezza tecnica di chi lo abbia preceduto. Ogni stage, ogni evento, ogni gara sembra morta. L’ambiente non interagisce come ci si aspetta, soprattutto negli eventi rally, dove il pubblico è scarso e non sono presenti altre vetture partite precedentemente, invece nei capitoli precedenti ci si ritrovava con qualche pilota “lento” in mezzo alle ruote.

Le vetture sono riproduzioni quasi perfette della realtà, ed il meglio lo si scorge sotto eventi atmosferici come la pioggia ed il fango. Una resa grafica veramente degna di nota, nonostante si noti come l’engine usato da Codemasters tenda a risentire degli anni.

Il sonoro è ineccepibile; gestito al meglio in tutto e per tutto, dalle gomme al motore alle doppiette in fase di scalata. Decisamente un titolo da godere con un impianto stereo o con cuffie degne di essere chiamate tali.

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Proveniente dalle onde marittime di Roma, o meglio Ostia, è un grande appassionato di videogiochi, serie tv, film e libri thriller. Cresciuto a suon di pizza, pasta e videogiochi, si è guadagnato il rispetto tra i più famelici mangiatori d'Italia.
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