Neva Recensione
Sviluppato da Nomada Studio e pubblicato da Devolver Digital, è uscito Neva per Nintendo Switch, ora è il momento di una recensione.
Non è facile riuscire a fare una recensione di Neva, soprattutto perchè mi è difficile trovargli una categoria alla quale possa appartenere e perchè per me potrebbe essere il GOTY nella categoria Indie. L’intensità che è riuscito a trasmettermi con la Switch tra le mani non ha eguali.
Sul piano delle meccaniche, Neva è piuttosto essenziale. Si gioca nei panni di Alba, una giovane che vaga sola in un mondo morente, con l’unica compagnia del suo lupo Neva e un’infinità di ombre con maschere bianche, pronte a distruggere e corrompere tutto ciò che incontrano. Alba ha a disposizione solo un numero limitato di azioni: può saltare due volte, rotolare per schivare, arrampicarsi, eseguire attacchi in combo e coccolare il cane. Con queste semplici mosse, dovrai attraversare un mondo disegnato ad acquerello, sconfiggere nemici oscuri e cercare un rifugio sicuro.
Nonostante questa apparente semplicità, Neva nasconde una profondità maggiore. Il gioco è sì un’avventura moderatamente impegnativa, ma è anche un’esperienza visiva dolceamara di rara bellezza.
Il gameplay
Per quanto riguarda il gameplay, Neva si distingue per la sua capacità di insegnare al giocatore senza dover mai ricorrere a spiegazioni verbali. Le aree iniziali incoraggiano l’esplorazione del mondo con indizi visivi discreti, senza riempire lo schermo di suggerimenti. I salti e le schivate di Alba possono essere combinati in modi diversi, e la padronanza di questi movimenti diventa fondamentale man mano che si avanza. Il design dei livelli facilita questa crescita del giocatore in maniera naturale.
Più familiarità si acquisisce con la fisica dei salti, meglio sarà, perché i combattimenti con i boss e le sequenze di inseguimento richiedono precisione ed efficienza. Alba ha solo tre segmenti di vita, e può recuperare salute solo attaccando i nemici in sequenza. La rotolata e i salti ben calibrati sono essenziali, poiché ci vogliono diversi colpi per riguadagnare vita. Anche se il combattimento si riduce a individuare schemi e vulnerabilità nei nemici, non diventa mai ripetitivo o noioso. Io ho dovuto ricominciare più volte perchè sono scarso, ma è un discorso diverso.
Per chi cerca un’esperienza più rilassante, esiste una modalità di difficoltà che elimina la barra della salute e le cause di morte, permettendo di concentrarsi esclusivamente sulla bellezza estetica del gioco. Detto questo, la difficoltà standard è ben calibrata e accessibile, e consiglio di iniziare con essa per ottenere un’esperienza completa, anche se sono stato tentato più e più volte di mettere quella più facile solo per godermi appieno il gioco.
Esplorazione e puzzle
Neva non si limita ai combattimenti; l’esplorazione e i puzzle platform sono altrettanto importanti. Come nelle prime aree, il gioco utilizza l’ambiente per indicare il percorso da seguire, ad esempio mettendo in risalto superfici scalabili con fiori bianchi. Un momento particolarmente pieno di pathos vede Alba scalare degli alberi mentre il buio incombe dal basso, con gli alberi stessi che si spaccano e iniziano a fluttuare. Nonostante lo scorrere del tempo e la pressione esercitata da esso, gli indizi nell’ambiente erano presenti, e scoprire nuovi percorsi non è stato eccessivamente complicato.
Per i completisti, ci sono anche alcuni obiettivi secondari da scoprire allontanandosi dal sentiero principale, ma la maggior parte possono essere trovati semplicemente esplorando. Nomada Studio ha fatto un ottimo lavoro nel suggerire la strada senza mai far sembrare l’esperienza troppo guidata.
Una gioia per gli occhi
Al di là del gameplay, Neva offre uno spettacolo visivo di straordinaria bellezza. Ogni elemento del gioco è un esempio di minimalismo capace di lasciare a bocca aperta. Più volte mi è capitato di fermarmi ed ammirare lo spettacolo che mi si parava dinanzi agli occhi.
Il viaggio di Alba attraversa le quattro stagioni, passando da foreste incontaminate a reami corrotti da mostri, fino a rovine antiche e paesaggi da incubo. Alcune aree vengono visitate più volte in stagioni diverse, offrendo l’opportunità di osservare i cambiamenti nel tempo.
Ogni zona del mondo di Neva sembra un quadro ad acquerello in movimento, con una propria identità visiva ben definita. Attraversare queste terre dà davvero la sensazione di quanto piccola sia Alba, con il suo lupo, di fronte alla vastità e alla bellezza della natura.
Narrazione silenziosa
Una delle caratteristiche più interessanti di Neva è la sua narrazione, che si sviluppa senza dialoghi lunghi o spiegazioni per raccontare cosa sia accaduto al mondo o da dove provengano i mostri. Dopo una toccante scena introduttiva, tutto ciò che rimane è Alba, il suo lupo e un mondo ostile che potrebbe consumarli.
Cristina Peña dà voce ad Alba, ma l’unica parola che pronuncia è il nome del suo compagno, Neva. Tuttavia, dietro questa semplicità si nasconde una sorprendente profondità emotiva. A seconda della situazione, Alba chiama Neva con toni che vanno dall’affettuoso al preoccupato, mostrando il loro legame senza bisogno di ulteriori parole. Grazie alla performance di Peña, il gioco riesce a trasmettere il forte legame tra i due protagonisti in modo naturale e coinvolgente.
Riflessioni finali
Sarebbe stato interessante sapere di più sulla lore del gioco: chi sono le creature maledette, che fine ha fatto l’umanità e cosa rappresentano le gigantesche rovine bianche che si attraversano. Tuttavia, Neva lascia al giocatore il compito di interpretare cosa ha portato il mondo alla rovina. Malattia, industrializzazione o qualcosa di più oscuro? Qualunque sia la risposta, il gioco ci fa riflettere su queste possibilità.
Neva è disponibile su Nintendo Switch, PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X/S, macOS e Microsoft Windows. La recensione di Neva è stata effettuata su Switch, con una copia fornita dall’editore.
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