Il settore del gaming è il vero astro nascente dell’economia mondiale, con opportunità nuove per i nostri ragazzi. Ma anche alcuni rischi da conoscere bene.
C’erano una volta i nerd. O meglio, ci sono ancora ma hanno letteralmente cambiato aspetto. Da nicchia a fenomeno di massa, da etichetta negativa, usata per prendere in giro e isolare, a profili ricercatissimi, apprezzati e con un vasto retroterra culturale.
I numeri del fenomeno nerd in Italia
Oggi infatti essere nerd è qualcosa di mainstream. Lo dimostrano ad esempio i numeri di festival come il Lucca Comics e Games, arrivato quest’anno a superare le 400 mila presenze in 5 giorni. Lo dicono in particolar modo i dati che arrivano dal segmento finanziario: nel 2022 il gaming valeva 336 miliardi di dollari a livello globale e punta a superare i 520 miliardi entro il 2027. Numeri importanti, che si traducono ovviamente in offerta professionale e lavorativa: sono sempre di più le persone che trovano lavoro, a diverso titolo, all’interno della filiera che produce, sviluppa, testa e vende i videogame. Un aspetto che non può passare di certo in secondo piano in tempi difficili dal punto di vista occupazionale, soprattutto per i giovani.
Ecco, i giovani. Sono loro il pubblico di riferimento del gaming. Sono loro i principali fruitori, ma anche però le possibili vittime. Un recente studio di Gaming Report sull’utilizzo dei videogiochi in Italia spiega come quasi la metà degli appassionati italiani usi i videogame come luogo di socializzazione mentre il 30% dichiari di stringere amicizie grazie al gioco online. Un fenomeno che nasconde effetti negativi e che ha spinto il mondo della politica a interessarsi.
La proposta di legge presentata alla Camera
È stata infatti presentata una proposta di legge, in Commissione Telecomunicazioni della Camera, che mira proprio a ridefinire e a controllare il rapporto tra minori e internet. “L’esposizione a internet è prevalentemente legata all’utilizzo di piattaforme di social media (come Instagram, TikTok e Snapchat), di sistemi di messaggistica istantanea (come Whatsapp), alla visione di video (come YouTube) e all’utilizzo di videogiochi – ha spiegato la relatrice della legge, la Deputata di Italia Viva Giulia Pastorella – emerge la necessità di un intervento del legislatore volto a regolamentare il modo in cui i minori si approcciano al mondo del digitale, sia quando ciò accada per atto dello stesso minore, sia quando accada per volontà di uno o di entrambi i genitori”.
Serve intervenire insomma con misure di controllo, prevenzione e sensibilizzazione sull’utilizzo di internet e giochi. Serve conoscere e far conoscere i pericoli legati all’online. Per far sì che il gioco, i social e tutto quanto avviene in internet sia sicuro e responsabile.
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