Il Punto di Rugiada – Recensione – Marco Risi

Un film amorevolemente all’italiana, Il Punto di Rugiada con la sua semplicità ci mette davanti a riflessioni che saranno sempre attuali.

Cristina Noci, Emilio Dino Conti, Gloria Coco, Libero Sansavini @Christian Nosel_DSC3578

Il film in questione è un’opera diretta da Marco Risi che narra la storia di Carlo, un ragazzo viziato e senza regole.

Una notte, mentre è ubriaco, provoca un incidente stradale e viene condannato a scontare la pena con un anno di lavori socialmente utili all’interno di una casa di riposo. A Villa Bianca Carlo si ritrova insieme a Manuel, un giovane che è lì per il suo stesso motivo, dopo essere stato colto in flagrante a spacciare.
I due ragazzi verranno guidati da Luisa, un’infermiera che lavora da diversi anni a Villa Bianca. Sarà lei a introdurli in quello che è un mondo senza età, fatto di condivisione, conforto e accoglienza. Tutte cose nuove per i due giovani, ma che cambieranno per sempre l’approccio alla vita, ma soprattutto la loro visione del mondo.

A lungo mi sono chiesto come sarebbe potuto avvenire l’incontro tra due generazioni così lontane che si guardano con diffidenza

Marco Risi racconta al 41esimo Torino film Festival di aver impiegato quasi dieci anni per riuscire ad elaborare questo film. Il punto di rugiada sarà disponibile in sala dal 18 gennaio distribuito da Fandango.

Racconto di una nuova generazione che scopre, non senza una certa iniziale riluttanza, quella che l’ha preceduta di parecchi decenni.

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1.A.Fella, G.Coco, M.Arnone, E.Pagni@Christian Nosel_DSC3688

Il Punto di rugiada

Figlio dell’indimenticabile Dino, Marco Risi ha 72 anni e ha girato un film sui “vecchi”. 

Il punto di rugiada, fuori concorso al 41esimo Torino Film Festival, ha la capacita di farti riflettere, emozionare e ridere durante l’arco di tutta la sua durata. Un film “all’italiana” che dimostra che tutti dovremmo avere molta più fiducia nelle nostre produzioni.

La capacità di raccontare, supera le piccole defezioni dettate da un’interpretazione non sempre ottimale. Delle volte l’espressività narrativa è troppo evidente, ma questo presenta un problema solo all’inizio perché, come anticipato, la storia poi saprà accompagnarti in questo viaggio fatto di solitudine e riluttanza condivisa.

Ambientato nel corso di quattro stagioni, dall’estate 2018 alla primavera successiva, poco prima della pandemia che rappresenterà una violenta rottura, una fine anticipata prima della fine stessa, Il punto di rugiada è un dolce gioco di parole e significati che si lascerà scoprire delicatamente durante la visone.

Un po’ come quando due persone, appena conosciute, giocano le loro carte poco alla volta.

Il valore del film

I due protagonisti sono ragazzi che hanno qualcosa da farsi perdonare, che centravano la loro vita su se stessi e sulla superficialità delle loro azioni, ma ben presto la realtà di Villa Bianca saprà scavare dentro la loro vera anima. Si troveranno difronte persone che la vita l’hanno navigata in lungo ed in largo ed ora stanno aspettando il loro Punto di rugiada.

Villa Bianca è l’incontro di varie personalità, ognuna delle quali ha qualcosa da insegnare all’altra. L’emozionante trasposizione della realtà legata alle storie dei singoli personaggi permette al fruitore di entrare in contatto con l’eleganza delle tematiche affrontate, mettendo quest’ultimo a nudo davanti alle proprie emozioni.

Punti di vista

È molto interessante come la rappresentazione di due modi di pensare e di vivere completamente diversi possano sfociare nelle stesse emozioni. Ho vissuto questo film da trentacinquenne, ho subìto le emozioni del cambiamento dei due ragazzi, ma sono sicuro che se fossi stato in sala, e affianco alla mia poltroncina ci fosse stata una persona anziana, avrebbe vissuto i valori e i ripensamenti degli “ospiti” di Villa Bianca. Seppur le emozioni condivise possono essere le medesime, la maniera con la quale il regista ci accompagna ad esse è diversa.

Dopo la visione del film, questo pensiero ha arricchito ancor di più questa mia delicata esperienza.

C’è da dire che un piccolo inciampo è rappresentato dalla messa in scena di alcuni cliché. Quest’ultimi rischiano, fin dalle prime battute, di non attribuire la giusta importanza a quest’opera. Opera che spero molti vedranno nelle sale a partire dal 18 gennaio.

Erica Blanc, Libero Sansavini @Christian Nosel_DSC6808

Sempre attuale

Come la frase “Domani aperti a pranzo, se leggi oggi è oggi” questo film sarà sempre attuale.

A parte gli scherzi, questo film non invecchierà mai, passerano gli anni, i secoli, ma lo scontro generazionale, la solitudine delle persone e l’attesa del Punto di rugiada sarà sempre una tematica che colpirà l’umanità. Colpirà con tutto il fascino e la sofferenza che ha la capacità di nascondere nelle sue viscere, ma sarà sempre una costante finche l’uomo esisterà.

Conclusioni

Il punto di rugiada ha un andamento inizialmente altalenante dove il cast più anziano funziona meglio di quello più giovane. Ma è proprio in questo squilibrio che crea emozioni reali e pure. A visione compiuta, è chiaro che questo film sia stato pensato a lungo dal regista, sembra quasi volere sfruttare questa opportunità per fare un bilancio. Molte figure sembrano rappresentare alcune sue pellicole del passato e la stessa casa di cura richiama il carcere Malaspina di Palermo di Mery per sempre (Film diretto da Marco Risi nel 1989).

Mai un film è riuscito ad incuriosirmi su quale emozioni potrò vivere, e con che esperienza saprò affrontare questa stessa visione in età avanzata.

Conserverò quest’idea curioso di arrivare a quel giorno, ma nel frattempo grazie di cuore Marco Risi per aver dato ancora una volta valore al nostro cinema.

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Scrive come tesi di laurea “ Il cinema nella mente” perché per lui la relazione tra cinema e psicologia è tutto. Ama vivere nel sogno, o semplicemente far vivere i suoi di sogni, purché questi vengano vissuti in maniera personale. Non dimentica mai che “In ogni strada di questo paese c'è un nessuno che sogna di diventare qualcuno” e in quel viaggio cosi folle “ Perdersi è meraviglioso”.
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