Balloon Festival del Fumetto di Busto Arsizio – Ecco com’è stata la prima edizione!

Balloon Festival del Fumetto di Busto Arsizio – Ecco com’è stata la prima edizione!

Il 7 e l’8 ottobre si è tenuta la prima edizione del Balloon, festival del fumetto di Busto Arsizio. Io sono stata presente come espositore allo stand della fumetteria dove lavoro e ho deciso di raccontarvi la mia esperienza a questa piccola ma interessante fiera, incentrata quasi totalmente sul fumetto italiano.

La fiera ha avuto inizio sabato 9 alla biblioteca comunale di Busto Arsizio. Quel giorno io non ero in città, perciò vi illustro brevemente il programma:

  • Alle 16.30 c’è stato un laboratorio di disegno Disney con Davide Cesarello, pensato per i bambini.
  • Alle 18.00 ha avuto luogo la premiazione di un contest di fumetto a cura dello Studio Legale A&A.

La giornata più intensa è stata però quella di domenica 8, per l’evento principale del festival: una vera e propria fiera del fumetto in miniatura che ha coinvolto diversi artisti e autori italiani, ma non solo!

8 Ottobre: il festival dal punto di vista di un espositore

Io mi sono presentata già alle 9.00 al Museo del Tessile di Busto Arsizio, dove avrebbe avuto luogo l’evento. Si trova proprio in centro, vicino a entrambe le stazioni del treno e facilmente raggiungibile anche in auto.

La fiera è stata ospitata nelle Sale Gemelle, e non è stato difficile trovarle grazie ai cartelli posti nel parco del museo appositamente per l’occasione.

Una volta arrivata ho scoperto che solo una delle sale avrebbe ospitato il festival, raggruppando tutti gli ospiti insieme in uno spazio chiuso che mi aspettavo più grande, ma che ho trovato accogliente.

Qui io e il mio capo abbiamo riscontrato dei problemi organizzativi, infatti pare che non ci sia stata la giusta comunicazione tra alcuni degli organizzatori e per noi non era stato preparato un posto. E presto ho scoperto che non eravamo gli unici in questa situazione.

Va detto, però, che il problema è stato risolto tempestivamente e abbiamo potuto allestire subito il nostro stand.

Uno sguardo alla sala – foto scattata prima dell’apertura

L’organizzazione della sala

La sala che ospitava la fiera presentava, al centro, una piccola mostra dedicata a Diabolik, interpretato da diversi artisti. C’erano poi i tavoli per gli ospiti, posti sui due lati e centralmente. In fondo c’era il palco per la sfilata cosplay del pomeriggio. Infine, in un angolo vicino all’ingresso, la zona dedicata ai talk con Stefano Zanchi come apripista alle 15.00, e la presentazione di altre opere fino alle 17.00.

La fiera ha avuto inizio alle 10 e subito c’è stata una buona affluenza. Contemporaneamente, nelle piazze della città – Piazza Vittorio Emanuele II, Piazza Santa Maria e Piazza San Giovanni – ha avuto luogo il fotoset con Multiverso Cosplay, che sarebbe durato fino alle 12.30.

Gli stand dei negozi nerd

In quanto alla mia esperienza da espositore, vorrei dire subito che la sala era piccola considerando il numero di ospiti, ma in realtà c’è stato spazio per tutti.

Ha ospitato in un unico spazio le tre fumetterie di Busto – Comics Addiction, La Gilda e Fumettolandia – ma in un modo intelligente. Infatti siamo stati disposti in punti diversi della sala, e ho notato piacevolmente che i nostri stand proponevano articoli completamente diversi.

Noi di Comics Addiction abbiamo portato diversi fumetti tra italiani e occidentali e qualche manga, ma anche figure e modellini ovvero ciò in cui siamo specializzati. La Gilda invece si è concentrata su tutto ciò che riguarda i giochi di carte, ma anche su edizioni particolari di manga, e Fumettolandia sui manga offrendo moltissima scelta.

Insomma, è stata l’occasione per offrire tanta scelta diversificata al pubblico e per farci conoscere.

Specifico che il festival ha dato spazio solo alle fumetterie di Busto Arsizio valorizzando i negozi nerd della zona. Ha ampliato ulteriormente l’offerta, però, coinvolgendo persino uno shop di Novara che vende solo alle fiere, ovvero La Bottega di Morla, che proponeva tazze a tema nerd, Funko Pop e tantissimi gadget.

Uno sguardo alla mostra su Diabolik dalla mia postazione

Gli ospiti

Malgrado la presenza di noi fumetterie, il festival era dedicato soprattutto ai fumettisti e agli autori italiani, riuscendo a coinvolgere tantissime personalità locali e non. Tra gli ospiti c’erano disegnatori di Diabolik, di Paperino e di Topolino, piccole case editrici e associazioni culturali.

Anche in questo caso, l’offerta era estremamente diversificata e ha incontrato i gusti di tutti gli appassionati di fumetto.

Da una parte della sala c’era la Emme3 Edizioni con i suoi fumetti supereroistici tutti italiani, dall’altra la It Comics che con le sue opere ha attirato l’attenzione di tantissimi tra adulti e bambini. E poi Anna Lazzarini con il suo fumetto romantico ma anche Riccardo Randazzo che disegnava sul momento le copertine di Samuel Stern, giusto per nominare alcuni degli ospiti.

E poi da tutti quanti era possibile acquistare disegni e tavole, e l’offerta andava da Tex alle fanart e tanto altro ancora.

Insomma, a questa fiera del fumetto si respirava un’aria diversa dal solito. L’interesse non era sul manga, sulle figure o sui gadget (che comunque non mancavano), ma più che altro sulle persone. È stato un incontro di fumettisti e di piccole realtà, gli uni con gli altri ma soprattutto con il pubblico, tant’è che era possibile persino fare un aperitivo con alcuni ospiti.

La sala all’ora di pranzo

L’affluenza in generale è stata molto buona, in certi momenti più che in altri, e la mia esperienza a questo festival è stata estremamente positiva.

Un dettaglio da sottolineare

Una cosa interessante è che nell’organizzazione c’erano dei fumettisti, il che ha fatto in modo che tutti loro avessero il meglio in cui potevano sperare, o almeno così mi è parso. E parlando con alcuni a fine evento ho sentito che erano soddisfatti.

Detto questo, ci sono però delle piccole pecche che voglio portare alla vostra attenzione. Sottolineo di nuovo che era una prima edizione, perciò è normale che non tutto sia andato per il verso giusto. Vi faccio presente ciò che mi ha fatto storcere il naso solo perché spero che ci sarà una seconda edizione, e che gli “errori” di questa volta siano in grado di rendere il tutto ancora più bello alle prossime.

Ciò che si può migliorare alle edizioni future

Innanzitutto, malgrado i problemi organizzativi riscontrati a inizio fiera, l’organizzazione in sé non è stata gestita male. Sulla pagina Instagram ufficiale hanno pubblicato man mano gli ospiti e, gli ultimi giorni prima dell’inizio, un programma preciso dell’evento, il che è stato molto utile per informarsi prima e durante il festival.

Quello che mi è stato fatto notare da un altro espositore, però, è che né tra gli ospiti né sul volantino era stato indicato quali negozi ci sarebbero stati, se non con i loghi sulla locandina. Questo, mentre per artisti e autori c’era un elenco preciso. Infatti quando ho visto lo shop di Novara pensavo si trattasse di un’altra realtà locale e solo quando sono andata da loro a chiacchierare ho scoperto che mi sbagliavo.

Comunque, il focus del festival era su autori e artisti quindi posso comunque comprendere il motivo di questa scelta.

È stato bello vedere tanta affluenza di visitatori, e tra l’altro l’ingresso era gratuito. Quando i cosplayer sono saliti sul palco si è persino creata una bella folla lì davanti, rendendo meno facile l’esplorazione della sala. Il vero “casino” è iniziato, però, solo con i talk. Per farci sentire dai visitatori dovevamo urlare, e a volte non bastava comunque.

Il tutto in una bellissima giornata, con tanto spazio all’esterno persino un palco che sembrava fatto apposta – e, volendo, un’intera altra sala a disposizione.

Certo, va detto che avere tutto nella stessa sala ha permesso anche a noi espositori di godere a pieno degli eventi pur rimanendo fermi ai nostri stand, il che è decisamente positivo.

L’offerta in termini di cibo

Il vero problema però, a parer mio, è stato un altro. Di solito, alle fiere del fumetto sono presenti anche degli stand di cibo, che offrono la possibilità di pranzare o anche solo di provare dello street food. Se ci fossero stati, i visitatori avrebbero potuto mangiare qualcosa mentre camminavano da uno stand all’altro, ma purtroppo non è stato così. E lo spazio all’esterno c’era.

Certo, con la presenza di stand di cibo ci sarebbero stati più rifiuti in giro a fine giornata e sarebbe servito più lavoro per pulire la sala. Inoltre il fatto che non ci fossero ha sicuramente premiato i tanti ristoranti della città.

Però va detto che, in questo modo, all’ora di pranzo la sala si è svuotata.

Qualcuno degli ospiti sapeva che per loro sarebbe arrivata della pizza, qualcun altro – me compresa – si è portato il pranzo da casa. Altri ancora sono andati a piedi fino in centro, e okay che il Museo del Tessile era molto vicino, ma si trattava pur sempre di ripercorrere tutto il parco a piedi e cercare un posto per mangiare. Soluzione scomoda soprattutto per chi è arrivato da fuori.

In realtà subito fuori dalla sala c’era un bar e io non ci sono andata, quindi ciò che vi sto per dire a riguardo è solo quello che ho sentito da altre persone.

Pare che il bar abbia aperto tardi e che non offrisse niente da mangiare per fare colazione. Inoltre immagino non avesse molto anche per pranzo, dato che non ho visto nessuno tornare al proprio stand – o passeggiare per la sala – con un tramezzino o altro in mano.

Probabilmente era aperto soprattutto per gli aperitivi, che fossero solo quelli con gli ospiti o meno.

A fine giornata ho saputo da uno degli organizzatori che non hanno potuto chiamare degli stand di cibo proprio per non pestare i piedi al bar. Inoltre non hanno potuto nemmeno parlare con i gestori perché proponessero qualcosa di adatto. E preciso che queste non sono dichiarazioni ufficiali, ma solo chiacchiere di fine festival e nessuno sapeva che avrei scritto questo articolo.

Insomma, la proposta a livello di cibo è stata nulla o fallimentare, almeno per i visitatori che tra le 12.30 e le 14.00 sono spariti per cercare da mangiare altrove. Immagino che molti che hanno girato la fiera al mattino non siano più tornati per guardare tutto meglio proprio perché ormai erano già andati via.

L’altro lato della sala dove c’erano l’ingresso e la zona talkfoto scattata all’ora di pranzo

In conclusione

Non vi nascondo che, malgrado queste piccole pecche, il festival per me è stato un momento di incontro e di scoperta bellissimo. Tra i visitatori ho visto persone di tutte le età, appassionati di fumetto o anche solo curiosi. Inoltre c’erano tanti cosplayer come capita spesso a questi eventi.

Ho visto tantissime persone stringere i loro acquisti con aria soddisfatta, soffermarsi ad ammirare le tavole dei diversi fumettisti o fare loro delle domande.

E per scoprire davvero tutti gli stand degli ospiti, vi invito a seguirmi sul mio canale YouTube. Presto pubblicherò degli shorts dedicati alla fiera e a tutto ciò che aveva da offrire.

In quella sala non troppo grande ma accogliente si respirava passione per il fumetto e tanta cura. E ve lo assicuro, l’ambiente era completamente diverso da quello delle classiche fiere del fumetto, e lo dico in senso positivo.

Io stessa ho potuto scoprire fumettisti e realtà che non conoscevo, ma anche altre che conoscevo già e da cui speravo di poter fare presto degli acquisti. Quando ho dato un’occhiata per la prima volta, di sfuggita, ai diversi stand, la cosa che ho pensato subito è stata “ho portato pochi soldi”.

E poi è stato bellissimo avere gli autori letteralmente seduti accanto a noi, parlare con loro oppure trovarli a curiosare tra le proposte del nostro stand. Hanno anche chiacchierato tra di loro spostandosi da uno stand all’altro, nelle ore di minor affluenza. Questa è un’altra cosa che spesso le fiere più grandi non permettono a causa dei tanti visitatori e proprio della grandezza degli eventi.

Anche i visitatori hanno chiacchierato con calma con loro, tra uno sketch e l’altro o mentre sfogliavano le loro tavole.

Quindi per me è stata un’esperienza bellissima sotto diversi punti di vista. Mi auguro davvero che una seconda edizione ci sarà (ma anche una terza, una quarta,…) e che sarà gestita con la stessa cura. Magari che coinvolga nell’organizzazione almeno un portavoce tra lo staff delle fumetterie per sentire anche un punto di vista differente.

E soprattutto, spero che il “fallimento” della proposta-cibo sarà uno stimolo a offrire di meglio nelle prossime occasioni. Anche solo dello street food, mentre ci si accorda con il bar perché proponga qualcosa di più. Avrà venduto tanti caffé quel giorno, ma immagino abbia anche perso una grande opportunità di guadagno.

Forse, semplicemente, non ci si aspettava tutta l’affluenza che c’è stata.

Personalmente mi sarebbe piaciuto veder coinvolta la yogurteria del centro che offre i bubble tea. Secondo me avrebbero venduto molto bene malgrado il festival fosse a tema “fumetto italiano” e non orientale. Inoltre in quella sala, come di solito accade durante gli eventi di questo tipo, faceva molto caldo, quindi un bubble tea sarebbe stato perfetto!

N.b.: le foto che avete visto le ho scattate appositamente nei momenti di minor affluenza. Quando i visitatori erano tanti ero impegnata allo stand, ma soprattutto volevo mostrarvi la sala evitando il più possibile di immortalare persone ignare.

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Appassionata di Manga e di Fumetto in generale, gestisce un canale Youtube e una pagina Instagram dove condivide le sue letture. Fan di Star Wars da sempre, si è aperta ultimamente ad altre saghe nerd scoprendo un mondo meraviglioso. Con due amici porta avanti un progetto per sostenere il Fumetto Italiano in tutte le sue forme, dalle case editrici più conosciute alle piccole realtà indipendenti. Nella “vita vera” studia Grafologia con l’intento di approfondire ogni applicazione della disciplina, per poter lavorare in questo campo, un giorno. “Noi siamo ciò che scriviamo.”
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