Park Beyond – Recensione – PC, Xbox, Playstation

Park Beyond – Recensione – Versione testata PS5

Era il 1994 quando sul mio SNES divenni “il re dei giostrai” grazie a Theme Park, e nel tempo mi sono sempre appassionato di manageriali di questo tipo… Rollercoster Tycoon, Planet Coaster e similari. Oggi voglio parlarvi della mia esperienza con questo nuovo gestionale di Parchi a Tema intitolato Park Beyond, su cui ho potuto mettere le mani grazie a Bandai Namco Europe e Limbic Entertainment! Venite con me, sperando non sia finita come l’ultima volta, quando la legge mise fine ai miei sogni!

Quando ho letto che Limbic Entertainment stava per fare uscire un simulatore di parchi tematici sono letteralmente impazzito! I creatori del buon Tropico 6 e dei succosi capitoli della saga di Might & Magic Heroes si sarebbero cimentati con un genere a me caro e io volevo a tutti i costi provarlo!

Aggiungeteci pure che nel trailer si vedevano cose allucinanti, e la frittata era fatta… le mie giornate avevano randomici momenti di euforia dove mi immaginavo a creare le più incredibili attrazioni e a fare soldi a palate, ma la realtà è stata un filo diversa.

Il team di sviluppo ha infatti confezionato un prodotto sicuramente valido, ma che non mi ha saziato del tutto e mi ha lasciato per certi versi l’amaro in bocca e sto per spiegarvi il perché analizzando in toto la mia avventura.

E’ giusto partire dal bellissimo primo impatto con il gioco, che tira fuori un tutorial travestito da modalità campagna davvero figo! Personalmente non avevo mai giocato una campagna di questo tipo con altri simulatori del genere e ho trovato davvero interessante lo sviluppo della storia, fatto di collaborazione societaria con personaggi fuori di testa, scene di dialoghi a risposta multipla, decisioni da prendere per riuscire a salvare ad esempio un parco dal fallimento o altre situazioni del genere.

Tutto fatto davvero molto bene. Se ci mettete che durante il gioco apprendete praticamente tutto ciò che c’è da apprendere sul prodotto che avete acquistato, la cosa non può che rendervi ancora più felici di questa modalità… che però non è e non può essere il vero fulcro del gioco, rappresentato ovviamente dalla modalità sandbox.

Arrivato a questo punto avevo però già ben chiara una cosa. Da un lato il titolo era stimolante per la bella gestione manageriale relativa ai parchi, grazie alla buona intuizione di dividere in 3 segmenti il pubblico (famiglie, adulti, bambini), ognuno con le proprie esigenze e i propri desideri, grazie all’ottima quantità e varietà di negozi e inservienti/collaboratori assoldabili, e ad una attenta gestione di costi e ricavi, seppur non perfettamente bilanciata.

Dall’altro lato emergeva subito una problematica di base a digerire i comandi… cosa che per un gioco di questo genere è fondamentale! Ebbene si, facevo meno fatica sullo SNES con Theme Park, rispetto a quanta ne ho fatta su PS5 con Park Beyond! Nonostante ci siano di mezzo quasi 30 anni di innovazione tecnologica!

All’atto pratico ci ritroviamo a dover fare qualche passaggio di troppo per compiere le azioni e la curva di apprendimento spinge subito sull’acceleratore costringendo il giocatore ad adattarsi a qualcosa di un filo troppo innaturale, vista anche l’impossibilità di rimappare i controlli (anche questo in un gioco del genere dovrebbe essere concesso per forza).

Sotto forma di sandbox il gioco esprime potenziale, grazie ad una meccanica molto interessante, che ci permette di selezionare attrazioni, inservienti o negozi, per renderli più incredibili, mediante l’impossibiliazione. Un meccanismo che sfrutta lo stupore dei visitatori per riempire una barra che, una volta riempita potrà aggiungere un tocco fuori di testa al bersaglio selezionato (come già detto giostra, negozio o inserviente) in modo da rendere quel qualcosa più strabiliante e redditizio.

Non c’è però la giusta quantità di stupore per permettere di strabiliare e strabiliarsi e per creare quel legame empatico che finisce per farti smarmellare tutto e divertirti come un matto, quindi mi permetto di dire che tale modalità, seppur molto interessante, non è stata sfruttata alla perfezione.

A questo va aggiunto qualche problema di troppo con l’IA e qualche bug/glitch, che seppur non minano l’esperienza di gioco in maniera imponente, sicuramente la turbano un po’, contribuendo a non far scoccare proprio la scintilla!

Giostre su cui d’improvviso a causa di un problema progettuale la gente non riesce più a salire. Inservienti di pulizia che vanno dove gli pare, senza dividersi bene le zone. Gente che anche avendo un cestino a un metro decide di buttare le cartacce per terr… ah no quello non è un bug, quella è una cosa che succede per davvero.

Insomma… sarà che ero super gasato, sarà che avevo super aspettative, sarà che il genere mi piace un casino, ma qua alla fine mi sono sparato una partitella a Theme Park. Giusto per riempire di sale le patatine di quei babbei dei miei visitatori per poi spillargli soldi con il bibitaro.

E voi? Volete lanciarvi nel magico mondo dei giostrai? Sappiate che per i neofiti forse questo titolo è davvero da consigliare.

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Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”
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