Abalon – Recensione
Prendi uno shaker da cocktail, mettici dentro un mazzo di carte di Magic the Gathering, dadi e miniature di HeroQuest, un pizzico di roguelike, un sintetizzatore midi e un pc con Windows ’95 dove è installato solo Microsoft Paint e scuoti fortissimo tutto, prepara un bel bicchiere e versaci dentro il contenuto servendolo con cannuccia e ghiaccio… il tuo Abalon è servito!
Vi vado brevemente ad illustrare come mai ho preparato in questo modo il mio cocktail.
Abalon è un roguelike atipico, sviluppato dia ragazzi di D20Studios, LLC e pubblicato da WhisperGames. L’ho definito atipico in quanto implementa nel suo gameplay anche meccaniche differenti, come il deck-building, il gioco di ruolo ed il combattimento a turni.
Partiamo con il dire che Abalon ha di base una trama semplice, non molto ispirata e poco incisiva, ma credo che la scelta sia voluta e che sia stata fatta con criterio dal team di sviluppo che vuole rendere ognuno artefice del proprio destino, lasciando a noi giocatori la possibilità di scrivere la nostra storia.
Nei panni di un’evocatrice inizieremo l’avventura muovendoci attraverso dungeon inquadrati dall’alto, con caselle indicanti il numero di passi che possiamo fare, attraverso territori pericolosi, per riuscire a sconfiggere i 3 boss del gioco.
Lungo la strada si potranno trovare carte che la nostra evocatrice potrà utilizzare per lanciare incantesimi o evocare creature. Ci sarà poi la possibilità di trovare lungo il viaggio altri personaggi di gioco che andranno a rimpolpare il nostro party per darci una mano o talvolta fornire qualche elemento di trama in più, collegandosi ai boss, alle loro debolezze ed ai nemici in genere.
Un’altra cosa che mi ha fatto pensare che la scelta della storia scarna sia ponderata è notare la gestione di tipo procedurale dei livelli, che consente al gioco di avere anche una sua rigiocabilità, presentando situazioni differenti ad ogni run. Immaginiamo di fare una cosa del genere in un gioco con storia “pesante”, lunghi dialoghi o filmati, magari skippabili con fatica… si sarebbe finito solo per appesantire il tutto.
Scarna è anche la personalizzazione della partita in quanto a selezione del livello di difficoltà, personalizzazione del PG iniziale e altre variabili, ma il tutto poi, a gioco in corso, non pesa più di tanto, con una difficoltà “accogliente” che permette di approcciarsi al titolo for fun per poi prenderci la mano, con una buona curva di apprendimento.
Interessante ma scarsa la proposta di eventi casuali che si presentano durante l’esplorazione. Vi capiterà di dover salvare un mostro o partecipare alla festa di compleanno di un goblin, ma alla fine questi eventi finiranno per essere ripetitivi e meno divertenti con il passare del tempo nel gioco.
Ad ogni incontro di nemici si avrà la trasformazione del mondo di gioco in una sorta di mappa a griglia, che potremmo videoludicamente paragonare a quella di Fire Emblem, ma che nel cocktail iniziale ho paragonato ad una partita di HeroQuest. Questo perchè a differenza di Fire Emblem e simili, qui non avremo solo il nostro numero di passi da poter fare e il nostro tipo di attacco da poter sferrare, ma avremo anche le carte del nostro mazzo a supportare il nostro gioco. La cosa mi ha fatto venire in mente gli incantesimi di HeroQuest.
Queste carte funzionano in modo simile a come farebbero in Magic The Gathering dove ogni carta ha un costo di mana. È divertente costruire mazzi e cambiare compagni per adattarsi alle diverse circostanze. Come risultato dell’ampio catalogo di carte, questo sistema ha molta profondità, contribuendo ulteriormente alla longevità del titolo e alla sua rigiocabilità.
Torniamo al paragone con il cocktail…
…ci ho messo dentro i file midi e il programma Microsoft Paint perchè questo drink chiamato Abalon è come un drink dal sapore buonissimo, ma che puzza di piedi! Il suo odore potrebbe farvi scappare prima ancora di sorseggiarlo, ma se riuscite a fare un sorso scoprite che non è poi così male.
Perchè dico questo? Perchè lo stile grafico del gioco è veramente orribile, ed è meglio non girarci troppo intorno. Sfido io a trovare qualcuno cui piaccia. Se mi conoscete come autore di Nerdream sapete quanto io ami il retrogaming, la pixel art, le grafiche retrò di varia natura, i 3d scarni con 4 poligoni messi in croce, ma qui siamo di fronte ad un gioco che graficamente avrebbe sfigurato contro prodotti da edicola su floppy disk per DOS, proprio non ci siamo ed è un peccato! Si poteva rimanere minimal con più fascino e Abalon avrebbe sicuramente fatto più breccia nei cuori degli scettici.
Anche la colonna sonora non brilla di certo per fascino ed originalità… ma vi prego provate a fare un sorso di Abalon nonostante la puzza di piedi!
Un gameplay divertente e profondo, una buona longevità ed un’ottima rigiocabilità vs un terribile stile artistico… cosa sceglierai?
Il mio consiglio è quello di dare una possibilità a questo gioco se ti sembra interessante e se ami determinati tipi di giochi, perché penso che sia un prodotto validissimo, magari quando sarà in offerta, ma vista l’offerta globale, anche a prezzo pieno.
Lo si può trovare a QUESTO LINK, su Steam!
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