The Walking Dead Saints and Sinners 2 Recensione
Il sequel di The Walking Dead Saints and Sinners è arrivato a Febbraio. Io ci ho messo un pochino per provarlo, me lo sono goduto e sono qui per parlarvene come sempre senza peli sulla lingua. Mettetevi comodi e leggete la recensione di The Walking Dead Saints and Sinners 2.
Il primo Saints & Sinners ha stravolto il modo di giocare su VR. So benissimo che molti di voi reputano questa tecnologia acerba, non ancora ottimale, altri addirittura inutile. Forse però siete rimasti ai vecchi modelli di visori per realtà virtuale.
Prendete per esempio un “semplice” Beat Saber; l’esperienza di gioco cambia notevolmente tra un visore di fascia bassa ed uno di alta. “E grazie al mazzo di carte” direbbe qualcuno, però il ragionamento non è così scontato. L’immersione in un gioco a realtà virtuale è tutto, di conseguenza se l’hardaware non è all’altezza non saremo mai immersi totalmente. Ricordo ancora perfettamente il giorno in cui mi arrivò l’HP Reverb G2 e mandai in pensione il mio Oculus Rift, esclamai queste testuali parole: “Ora ci vedo!”.
Perchè tutto questo preambolo? Beh, perchè in un gioco come il sequel di cui stiamo parlando in questa recensione l’immersività è tutto. Avere il controllo completo della situazione, muoversi come faresti nella realtà, provare paura… Tutto questo è The Walking Dead Saints and Sinners 2.
Non puoi non aver visitato New Orleans
Il titolo dice tutto: Chapter 2. Significa che questo è direttamente collegato al prequel di qualche annetto fa. Ma quanto collegato? Tanto. Il sequel inizia qualche secondo dopo il termine del primo capitolo, letteralmente.
C’è da dire, però, che la trama non è il piatto forte di questo titolo, così come non lo era del suo predecessore. Piuttosto il gameplay ha tutte le luci del palco puntate addosso.
Ad ogni modo, non è per forza necessario aver giocato il capitolo 1 per potersi godere appieno questo, però alcune reference vi saranno difficili da cogliere e saranno semplicemente parole o frasi dette “a caso”. Se invece foste come me, giocatori che si sono divertiti ad umiliare e mutilare nel peggiore dei modi gli zombie con il prequel, saprete benissimo chi siete, dove siete, cosa fate, dove andate e quanti fiorini avete.
Noi siamo un non meglio specificato Turista, giunto in una New Orleans completamente devastata dagli zombie ed in piena guerra tra alcune fazioni che ne vogliono il controllo. Il nostro obiettivo? Sopravvivere, ovviamente.
Ricordatevi una cosa, nota anche nella serie tv da cui è tratto il videogioco: non sono sempre gli zombie i mostri di cui temere in assoluto.
E tu quanto sopravvivresti in un’apocalisse zombie?
Io non durerei molto in un’apocalisse zombie, sono sincero. Molto probabilmente sarei tra i caduti del primo o del secondo giorno. Non basta aver giocato diversi videogiochi, aver letto fumetti, visto film o serie tv. Serve sangue freddo ed allenamento. Io non ho nè uno tanto meno l’altro. In qualche modo Saints and Sinners 2 te lo fa capire. Le sessioni di gioco non duravano mai molto, la stanchezza fisica si faceva sentire.
Devi avere già una certa padronanza con i comandi del visore per riuscire a giocare nel migliore dei modi. Non esistono dei veri e propri shortcut da comandi per poter prendere l’equipaggiamento, ricaricare, attaccare o aprire l’inventario. Per controllare quest’ultimo devi letteralmente prendere lo zaino che hai in spalla, solo allora sei in grado di visualizzare e gestire l’equip. Gli attacchi, così come nel prequel, devono essere mimati alla perfezione, specie quelli con le armi bianche; non esiste che riesca ad infilzare il cranio di uno zombie se non ci metti forza.
Occhio solo a non avere cose delicate a portata di tiro, ho quasi spaccato il monitor del computer mentre giocavo.
Quando le armi non vi servono più dovete metterle al loro posto, quindi sul fianco, come se doveste realmente riporle in fondina. Persino la ricarica dei caricatori va mimata!
L’ho detto, non è un gioco semplicissimo per chi non è avvezzo al gioco in realtà virtuale, ma per tutti quelli che hanno una certa dimestichezza sarà il paradiso.
Le armi a due mani dovete prenderle realmente con due mani e basta veramente poco per fare macelli in game. Un momento in cui vi fate cogliere dal panico e non riuscite a ricaricare bene, ed ecco che l’orda di zombie vi assale senza che ve ne siate resi conto. L’ansia di fare le cose giuste sarà una prerogativa. Certo, dopo un po’ vi sarete abituati ed i movimenti saranno decisamente più fluidi ed automatici, ma quel brividino resterà sempre.
A volte la scelta più saggia sarà quella di fuggire quando si è eccessivamente circondati da zombie, ma come ho detto all’inizio: non sono solo gli zombie gli unici mostri. Quando avrete a che fare con i nemici umani lo stealth sarà necessario se non obbligatorio. La difficoltà non è elevatissima, per evitare che il gioco sia frustrante e molti di voi sanno quanto io odi i giochi frustranti. Però la difficoltà nel gestire gli NPC umani l’ho trovata molto divertente e considerevole.
La notte fa paura in The Walking Dead Saints and Sinners 2
Chi ha giocato il prequel ricorda bene che non era possibile girare di notte, qui invece ce ne sarà occasione. Ma come succede in tutti i videogiochi con protagonisti i nostri cari non morti, di notte è pericoloso, ma più pericolo equivale a più loot. Decidete voi se rischiare la pelle o peggio, un infartino IRL, per prendere del loot migliore. Io qualche urletto l’ho lanciato.
Parlando di notte non si può non elogiare il comparto tecnico. Graficamente curato e fatto molto bene con qualche accenno al già visto cel shading. Le ambientazioni notturne sono paurose ed il buio è veramente buio con le giuste regolazioni tecniche. Va da sè che per poter sfruttare appieno il titolo su un buon visore bisogna essere in possesso di una buona configurazione hardware, almeno su PC dove l’ho testato io.
Configurazione di prova:
- Visore: HP Reverb G2
- GPU: RTX 4080
- CPU: Ryzen 7 5800x
- RAM: 32GB 3200mhz
- Installato su SSD
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