Resident Evil 4 Remake – Recensione – Xbox Series X|S, PS4, PS5, PC

Resident Evil 4 Remake Recensione

Il 24 Marzo uscirà Resident Evil 4 Remake, sono qui per parlarvene e mai come ora sono stato così emozionato nel farlo. Quella che leggerete sarà una recensione scritta dagli occhi stupiti di chi era troppo piccolo per giocare il titolo originale, pronto a descrivervi passo per passo la mia emozionante esperienza.

Per scrivere questa recensione mi sono preso qualche giorno in più, avevo bisogno di tempo per capire cosa scrivere, come trasmettere ciò che ho provato giocando Resident Evil 4 per la prima volta, ma direttamente dal Remake, senza passare dall’originale perché ero troppo piccolo alla sua uscita e troppo ingenuo per recuperarlo nel periodo recente. In passato non coglievo ciò che questa saga mi avrebbe potuto offrire, fin quando non ho giocato Resident Evil 7, da li cominciai pian piano a farmi piacere la saga. Giocai successivamente i remake del secondo e terzo capitolo, che ve lo dico a fare, amore a prima vista, tanto che recuperai anche la remastered del primo capitolo, così da avere una piccola infarinatura.

Ormai mi avevano catturato, sarà per il fascino dell’horror raccontato in una maniera così esagerata stile film americano, oppure per l’adrenalina che ti sale nei momenti in cui non puoi fare altro che scappare a gambe levate da qualche arma biologica indistruttibile pronta a ucciderti. Insomma, avete capito il punto della situazione, mi sono innamorato follemente di una saga che fino a qualche anno fa ho bistrattato e accantonato come la peste, senza alcun particolare motivo. Ho quindi atteso Resident Evil 4 Remake come l’arrivo del messia, con la consapevolezza di non aver mai giocato il titolo originale (sappiate che rimedierò) ma comunque con l’emozione di un bambino che non aspetta altro che la mattina di Natale. Quindi eccomi qui, pronto a parlarvi di Resident Evil 4 Remake.

Storia e narrazione

Resident Evil 4 Remake

Lo sappiamo e l’ho scritto poco sopra, i Resident Evil si sono distinti per le loro storie e narrazioni senza alcun senso logico, completamente esagerate e folli, molto stile film americano alla Attacco al Potere. La trama riprende 6 anni dopo gli eventi di Raccoon City, con Leon S. Kennedy, ormai ex poliziotto scampato agli orrori della centrale di polizia del secondo capitolo, divenuto un’agente governativo incaricato di indagare sul rapimento della figlia del presidente degli Stati Uniti d’America, Ashley Graham. Veniamo quindi inviati in Spagna, luogo dove si pensa possa trovarsi la figlia del presidente, ma ovviamente nulla va per il verso giusto e ci ritroviamo a dover affrontare gli abitanti del posto, mostri tentacolari e gente matta con la motosega pronta a inseguirti.

La trama rimane comunque una base più che solida, scorre con facilità, tanto che le 20 ore atte a finire il titolo non sono pesate minimamente. Anche i personaggi sono caratterizzati con un tono molto cupo, a tratti spezzato da battute spocchiose del protagonista. Il cuore della narrazione non sta solo nelle linee di dialogo, ma anche, e soprattutto, nell’ambiente. La narrazione ambientale ti insinua terrore, ti impressiona e soprattutto ti angoscia, facendo percepire al giocatore i vari orrori commessi dalla gente del posto, creando un senso di oppressione nel vedere, per esempio, una stanza delle torture dove sono tati uccisi chissà quanti poveri innocenti. Inoltre, coerente con quello che vediamo, ritroviamo dei documenti, diari e fotografie che spiegano e approfondiscono la lore del luogo in cui ci troviamo. È proprio questo che mi ha affascinato della trama di Resident Evil 4, l’arroganza di Leon mescolata a momenti più cupi, che creano un contrasto piacevole nella maggior parte delle occasioni. Momenti in cui ti ritrovi a dover affrontare un mostro orrendo dentro una cella frigorifera, sentire qualche battuta di Leon atta a spezzare il momento, ad alleggerire la tensione, rendono piacevole giocare questo gioco.

Ripeto, non me ne vogliate, molto probabilmente starò parlando dell’ovvio con molti di voi che il titolo originale lo avranno già giocato e non stanno leggendo nulla di nuovo tra queste righe, ma vorrei farvi capire com’è provare determinate sensazioni anche per chi non ha mai giocato il titolo del 2005.

Gameplay

Per quanto riguarda il fulcro vero e proprio del titolo, ossia il gameplay, c’è davvero tanto di cui parlare. Sin da subito Resident Evil 4 Remake si presenta come un titolo orientato molto più all’azione rispetto ai titoli precedenti. D’altronde lo sappiamo, Resident Evil 4 è stato il punto di svolta dell’intera serie, ha gettato le basi per tutti i giochi di stampo survival-horror, divenendo uno stipite dell’industria videoludica. Basti vedere l’approccio iniziale al gioco per capire come è strutturato il gameplay: esplorazione e ricerca di risorse che ci servono per il combattimento che ci ritroveremo ad affrontare nella maroarea successiva. Combattimenti che durano tanto, con dozzine di nemici pronti ad attaccarci e ucciderci, quindi sta a noi saper utilizzare in modo saggio le risorse limitate a nostra disposizione.

Usare le armi giuste al momento giusto è strettamente indispensabile, basta un piccolo errore e ti trovi circondato da dieci Ganados. Come se non bastasse, durante i combattimenti devi muoverti continuamente senza fermarti quasi mai; allo stesso tempo dovrai cercare i punti deboli dei nemici cosi da ucciderli in meno colpi possibili, stordirli e tirargli un calcio volante (la soddisfazione di tirare un calcio a un nemico, prendendo contemporaneamente gli altri attorno a quest’ultimo, è impagabile) cosi da mandarli a terra. Il gameplay di Resident Evil 4 Remake è uno dei più divertenti che io abbia mai giocato, non sto scherzando. Le possibilità di approccio sono tantissime: sparare alle gambe dei Ganados, farli cadere e fargli un suplex (chi sa, sa), oppure far esplodere la dinamite in mano al lanciatore per prendere tutti gli altri nemici e farli attaccare tra di loro quando si presenta l’occasione. Insomma, avete capito, mi sono divertito a giocare con i Ganados quasi in modo sadico.

In questo entra in gioco la fisica, che più di una volta mi ha fatto mettere in pausa, rimanendo a contemplare lo schermo per molto, molto tempo. Tali livelli di realismo fisico li vedi in pochi giochi, come Red Dead Redemption 2 o The Last of Us 2, quindi è normale rimanere sbalorditi se mentre ti viene lanciata un’accetta contro riesci a deviarla via con un proiettile. Non so se rendo bene l’idea di cosa io stia parlando, quindi vi lascio una clip qui sotto.

Insomma, ti senti potente mentre giochi, i controlli sembrano semplificati al punto che, anche verso la fine del gioco, quando avevo sei diverse armi da fuoco, non ho mai avuto difficoltà a cambiarle nel bel mezzo di uno scontro a fuoco. La maggior parte delle volte che sono morto è stato perché ho fatto qualcosa di stupido, non perché ho premuto un pulsante sbagliato. È difficile esprimerlo a parole, ma il remake di Resident Evil 4 è semplicemente appagante e piacevole. Un titolo che, nonostante abbia quasi due decenni, viene giocato come un’esperienza per lo più moderna. Forse in questo caso l’unico difetto che posso dare al gameplay è la telecamera, che più di una volta mi ha creato problemi, portandomi a morire in modi molto stupidi. Questo accade soprattutto in luoghi molto stretti pieni di nemici.

Level Design

Il level design è stato creato dando attenzione ai minimi particolari, quasi maniacalmente. Gli ambienti sono ricchi di piccoli dettagli che fanno sentire vivo il mondo, dalle scie di sangue nauseabonde e luccicanti alle trame delle pennellate sui dipinti ad olio. Durante i vari momenti di silenzio e tranquillità, è stupendo soffermarsi ad ammirare gli scenari. Naturalmente le immagini più realistiche rendono le cose molto più spaventose, in particolare quando si tratta dei design dei nemici.

Ci sono diversi momenti in cui il remake di Resident Evil 4 mostra la sua età, in senso buono però. Provo a farvi capire cosa intendo: la maggior parte di titoli moderni amano nascondere la loro intrinseca giocosità sotto la patina dell’immersione, ma RE4 non nutre tali illusioni. Questo è un gioco in cui prendi a calci casse ricoperte di vernice gialla per raccogliere munizioni ed erbe, allo stesso tempo puoi trovare barili rossi ovunque, pronti ad essere colpiti per farli esplodere. Talvolta te li ritrovi in posti che non hanno minimamente senso, come la parte della miniera, in cui trovi barili rossi anche nei carrelli dei nemici.

Forse il miglior esempio di ciò è l’onnipresente negoziante, che ha chioschi ovunque, anche nelle fogne, nonostante abbia solo noi come clienti. Queste scelte di solito non hanno molto senso dal punto di vista narrativo o logico, ma sono divertenti e simpatiche, che rendono, perdonate il gioco di parole, giocoso un videogioco. Non voglio mettermi a distruggere tutto lo scenario per cercare delle munizioni, basta che mi dici dove posso trovarle con una bella sverniciata gialla sulla cassa e via.

In altri termini, RE4 non è un gioco complesso da capire, non ci saranno mai momenti in cui ti soffermi per capire cosa devi fare, scervellandoti nel cercare la soluzione. Questo grazie al modo come è stato costruito il mondo di gioco. Nei momenti in cui sarai con un compagno specifico e ti ritrovi un armadietto cosparso di vernice gialla nella stanza successiva, sai già che dovrai farlo nascondere li dentro e affrontare qualche nemico potente, quindi ti prepari al combattimento.

Le missioni secondari sono l’unica cosa che un po’ mi ha lasciato perplesso. Infatti, in Resident Evil 4 Remake troverai sparsi in luoghi specifici dei fogli blu, i quali andranno ad assegnarti una specifica missione secondaria. L’obiettivo di queste missioni è quello di: distruggere medaglioni blu, uccidere dei ratti, cercare un tesoro, etc. Una volta completato l’obiettivo, dovrai riferirlo al mercante il quale ti ricompensa con degli spinelli, ossia delle gemme utili a comprare oggetti specifici. Il problema è che alla lunga, le missioni secondarie si ripetono con una certa frequenza, risultando monotone e stancanti. Nulla di troppo complesso, sia chiaro, infatti spesso e volentieri gli obiettivi te li ritrovi direttamente sulla mappa, solo che sono troppo uguali l’una dalle altre.

Comparto Tecnico

Tecnicamente parlando il gioco è impeccabile, maestoso e chi più ne ha più ne metta. Come già scritto poco sopra, molte volte mi sono soffermato ad osservare cosa lo scenario ha da offrire, sia a livello grafico che artistico. Su Xbox Series X, console dove lo abbiamo completato, gira a 2160p e circa 60 fps in modalità risoluzione, 2160p dinamici e 60 fps in modalità prestazioni. Graficamente parlando stiamo parlando, molto probabilmente, di uno dei migliori giochi usciti finora. Ad accompagnare la grafica c’è la cura per le animazioni, davvero stratosferica. Infatti, Leon compie diversi movimenti in base alle situazioni: se un proiettile lo sfiora avrà uno scatto di paura, ansima particolarmente tanto se sta correndo da parecchio tempo, e si toccherà le parti in cui è stato colpito, facendo percepire al giocatore una certa sensazione di disagio.

Non da meno è la cura negli smembramenti degli arti, tanto da poter vedere i tentacoli de las plagas che si muovono dove l’arto è stato mozzato. Inoltre, come detto pocanzi, il motore fisico ha fatto passi da gigante, come l’accetta deviata da un proiettile o i nemici che si colpiscono tra di loro in maniera realistica. Anche l’intelligenza artificiale è da elogiare, infatti i Ganados faranno di tutto pur di ostacolarci ogni via di fuga, cercando di bloccarci all’angolo lasciandoci senza via di scampo. Difficilmente vi ritroverete in punti di vantaggio in cui poter uccidere ogni nemico senza essere toccati.

Anche sul sonoro, non c’è molto da dire, se non che è praticamente perfetto. Infatti, sentire ansimare i Ganados, sentirli minacciarci in spagnolo, creano un contesto angosciante e terrificante, che si unisce perfettamente a ciò che offre il comparto grafico/artistico. Che dire del doppiaggio in italiano? Perfetto.

Conclusione

In conclusione, Resident Evil 4 Remake è la conferma che Capcom sa come fare i remake. Non difetta praticamente in nulla, se non in piccole cose come la telecamera o le missioni secondarie. Erano anni che probabilmente non mi divertivo così tanto con un videogioco. Ho giocato per ore ininterrottamente senza accorgermi che si erano fatte le 3 di notte, dalle 14 di pomeriggio, per farvi capire. La cura maniacale per i dettagli a schermo, il gameplay vario e divertente, un sonoro impeccabile, non sono altro che il coronamento di ciò che Capcom ha iniziato con Resident Evil 2 Remake e sta continuando oggi con Resident Evil 4 Remake.

Se vuoi rimanere aggiornato sulle ultime news e sulle ultime novità dello store, non dimenticare di seguirci su Instagram (Nerdream.it e  Nerdream Store), Facebook e Telegram!
Classe 2002, amante dei videogames (forse troppo) è cresciuto grazie a console passate dal fratello maggiore come delle antiche reliquie. Si perde spesso nella lettura di comics americani e manga dal dubbio gusto