The Glory Parte 1 e 2 – Recensione – Netflix

The Glory Parte 1 e 2 – Recensione – Netflix

Netflix ci conquista con una nuova serie thriller! Il revenge drama The Glory si è appena concluso con l’uscita della seconda parte, e noi di Nerdream siamo ansiosi di parlarvene.

The Glory – La trama

Uno studentessa delle superiori, Moon Dong Eun (Song Hye Kyo), diventa vittima di un gruppo di bulli che frequentano il suo stesso liceo. Nonostante chieda più volte aiuto ad insegnanti e polizia, nessuno è disposto a mettersi contro il gruppo, a causa dei soldi e dell’influenza dei loro genitori.

Dong Eun, dopo l’ennesima violenza fisica e psicologica, decide quindi di abbandonare la scuola. Non prima però di giurare vendetta ai suoi aguzzini e a tutti quelli che non sono intervenuti per aiutarla.

Passano anni e Dong Eun ormai è adulta. Ha aspettato che Park Yeon-jin (Lim Ji Yeon), il capo del gruppo, realizzasse i suoi sogni, ed ora è sposata, con una figlia che frequenta le elementari.

La donna che una volta era vittima della violenza scolastica, adesso è l’insegnante della figlia della sua torturatrice.

Il suo piano di vendetta può ora avere inizio.

Le abili vendette Made in Corea

I coreani nel corso del tempo ci hanno dato più volte prova, nei loro prodotti cinematografici, di essere dei grandi esperti di vendette. L’esempio più lampante è Old Boy.

Recentemente, invece, l’ultimo drama che abbiamo recensito con questo tema è stato Reborn Rich.

In entrambi, la vendetta messa in atto per punire il nemico ha come obbiettivo quello di annientare l’anima dell’avversario, distruggendo ciò a cui tiene di più. Decisamente più crudele e appagante rispetto a molti altri prodotti, in cui la vendetta si conclude con la morte del cattivo di turno.

In The Glory seguiamo questo stesso stile di rivalsa.

La protagonista Dong Eun, dopo gli abusi subiti, non può accontentarsi di punire i suoi aguzzini solo con la giustizia o con la morte. Il loro spirito deve essere distrutto così come loro hanno annientato il suo. E il suo piano riesce piuttosto bene!

Vittime e carnefici

Dong Eun non è l’unica vittima di abusi e, più in generale, ingiustizie all’interno della serie. Altri due personaggi si uniscono a lei per aiutarla nel suo proposito, ovvero Joo Yeo Jeong (Lee Do Hyun) e Kang Hyeon Nam (Yeom Hye Ran).

Entrambi sono tutt’ora perseguitati dai propri torturatori, ma così come loro aiuteranno Dong Eun a vendicarsi, così farà lei con loro.

Le vittime si trasformeranno quindi nei carnefici ed un’oscura, ma soddisfacente, giustizia sarà fatta. Vedremo quindi sopperire gli aguzzini secondo la vecchia legge del taglione, in una lenta e calcolata lotta che Dong Eun porterà avanti come fosse una partita a Go.

Per citare le parole di Yeo Jeong riferite a Dong Eun: “Attacca e costruisce così bene. Gioca con molta calma. Alla fine segui il suo gioco senza pensarci, per poi accorgerti che ti ha distrutto”.

Il finale – Spoiler Alert

La serie per tutti e 16 gli episodi scorre placidamente ma mantiene costante l’interesse dello spettatore. La vendetta di Dong Eun si conclude nella prima metà dell’ultimo episodio e il resto del tempo viene dedicato alla chiusura delle storyline della protagonista e dei personaggi secondari.

Dong Eun, dopo aver raggiunto il suo obiettivo, pensa di non poter far altro che lasciarsi morire, dal momento che crede non le sia rimasto altro per cui vivere. Viene fortunatamente fermata dalla madre di Yeo Jeong, che le fa un disperato discorso, il cui succo è “se muori tu, mio figlio ti seguirà a ruota e non voglio perderlo. Per favore, salvalo”.

Motivazione che non mi ha proprio convinta, ma che comunque fa guadagnare tempo a Dong Eun per scoprire che non le è stato portato via tutto e che può trovare un altro scopo che la faccia andare avanti.

Ho decisamente preferito la motivazione che le viene data dalla vecchia proprietaria di casa, quando in un flashback ci viene mostrato un ricordo di loro due. Infatti, da giovane, Dong Eun aveva provato a togliersi la vita in un fiume ed era stata salvata dall’anziana signora, che l’ha fatta desistere con poche parole.

Parafrasando il suo discorso, ha detto: “Hai i piedi gelati. Fa troppo freddo per morire in inverno. Meglio in primavera!”. Non fa una piega.

La serie si conclude con un lieto fine dai tratti un po’ dark, ma non potevamo aspettarci diversamente considerato l’andamento del drama.

Verso la fine mi aspettavo quasi di vedere Dong Eun, Yeo Jeong e Hyeon Nam aprire un’agenzia di servizi di “giustizia privata”. Ovviamente non è ciò che accade, ma non escluderei l’ipotesi considerando le loro personalità e abilità.

The Glory è basato su una storia vera?

Per quanto vorremmo sperare il contrario, il drama si ispira ad una storia vera. Infatti, la scena del bullismo scolastico rappresentata nell’episodio 1 è basata su un fatto accaduto nel 2006.

Park Sung Min, all’epoca quattordicenne, ha subito violenze da parte di alcune sue compagne di scuola, che le hanno ustionato le braccia con un ferro arricciacapelli rovente. Il bullismo e la violenza sono proseguiti ininterrottamente per circa 20 giorni. I dirigenti scolastici e gli insegnanti hanno mostrato pochissimo interesse per il caso. Con sorpresa di tutti, la scuola ha dichiarato solo che Sung Min si è provocata le ferite cadendo dalla bicicletta.

Park Sung Min è recentemente apparsa in un programma televisivo coreano, e nella sua intervista ha domandato se anche lei, come la protagonista del drama, deve pretendere che venga fatta giustizia.

E voi, avete già finito la serie? Fateci sapere cosa ne pensate!

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Battezzata da Dragonball, cresciuta dal Signore degli Anelli e sposata con i drama coreani. Per Vicky il cinema, le serie tv, i videogiochi, ed i giochi da tavolo sono i quattro pilastri che sorreggono la sua quotidianità, ravvivata dalle note del k-pop. Il suo superpotere? Inserire citazioni di Aldo Giovanni e Giacomo in ogni discorso, per questo "non importa che tu sia un armadillo o un pavone, l'importante é che se spoileri me lo dici prima. No, un attimo... Non era così... Miiii ma proprio io devo fare la voce fuori campo".
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