Senza il Batman di Christopher Nolan dove saremmo oggi? Uno speciale sul genere supereroistico

Trilogia Batman Christopher Nolan

In un articolo scritto poco tempo fa (che trovate qui) in cui parlavo della quadrilogia del Superman di Christopher Reeve e ora che faccio? Non vi parlo di Batman? Ovvio che lo farò, ci mancherebbe, ma della trilogia di Christopher Nolan. Insomma, passo da un Christopher all’altro.

Adesso, mi tocca confessarlo. Mi tocca domandare il vostro perdono, gettarmi a terra e pregarvi di non calpestarmi, come si fa con i malfattori e con quelli che citofonano alle tre del pomeriggio, domandando se volete parlare di Gesù. Per me esiste un Batman e non è Michael Keaton. Quando io penso a Batman (nelle rare volte in cui non credo di esserlo io), me lo immagino con il volto di Christian Bale.

So bene che i fan di Burton mi vorranno uccidere, ma ricordatevi che un famoso detto di quegli arraffatori dei romani recitava che de gustibus non disputandum est. E poi che volete da me se mammina mi ha fatta così? Beh, ora abbassate i forconi e leggete quello che ho da raccontarvi su Nolan e sul suo Batman.

Batman e la Storia

Con la trilogia di Christopher Nolan, Batman sarebbe sceso nella profondità del suo dolore, della sua oscurità, diventando il Cavaliere Oscuro dei fumetti di Frank Miller. Non un Batman dark o gotico, ma un supereroe realistico, calato nella storia. La Dc, sin dall’inizio della sua esistenza, non ha voluto inserire la realtà nelle vicende dei super, contrariamente alla Marvel. Non vedremo mai Superman combattere contro i nazisti, ma Capitan America. Si tratta di una precisa scelta editoriale. Perciò, non era tanto stupefacente che nei film di Spiderman vi fossero riferimenti all’11 settembre, ma che fossero presenti in un film su un supereroe come Batman, nei cui fumetti non c’erano (se non rare volte) riferimenti ad eventi reali.

Nolan fa entrare la storia, quella con la S maiuscola, nel cinema di uno dei super più simbolici e antieroici, tra i più oscuri mai creati. Perché, in quel momento storico nel quale cresceva l’angoscia e la paura paranoica nella mente degli statunitensi, Batman era l’eroe che l’America non voleva, ma di cui aveva bisogno. Lo spettatore avrebbe notato chiari riferimenti al presente nella rappresentazione della popolazione di Gotham, disorientata e spaventata, in preda ad una rabbia cieca verso il governo, pronta a riunirsi in rivolte ora anarchiche ora fasciste. Vedeva questa criminalità in crescita agire indisturbata e alimentare il caos generale, in questo Paese annichilito dal dolore, dai traumi ancora non superati. Non mancano, poi, i riferimenti anche alla crisi del 2008 e come potevano sentirsi gli spettatori di fronte a Joker che bruciava il denaro, definendolo carta straccia?

Una trilogia che così sapientemente ricostruiva il presente, preferendo alla metafora il realismo, non poteva non avere un profondo impatto sulla cinematografia avvenire, collocando la figura del Cavaliere Oscuro in una dimensione parallela rispetto agli altri super DC. Un filone indipendente e d’autore, che ha visto film incredibili come Joker di Todd Philips e The Batman di Matt Reeves. Nolan è riuscito anche ad afferrare l’unicità di Batman, cioè il fatto che si tratti di un uomo, senza alcun superpotere. Basti pensare alla Bat-mobile: non è un modello grintoso, ma un carrarmato come quello che acquisterebbe un essere umano, un uomo in carne ed ossa vestito da pipistrello.

La strada del bene nonostante il male

Nonostante, però, sia in carne ed ossa, Bruce Wayne non è un uomo comune, ma è un miliardario. Un miliardario che non si chiude nel suo castello, ma che decide di aitare il prossimo ed è soprattutto una persona cui sono capitate delle cose terribili. Il suo lutto lo accumuna ai sopravvissuti dell’attentato e questa caratteristica gli consente di mandare un messaggio molto chiaro agli spettatori: non scegliete la strada dell’odio come Ra’s al Ghul (Liam Nelson) e Bane (Tom Hardy) o del caos come Joker (premio oscar Heath Ledger), ma quella della giustizia. Invita le persone ad avere nuovamente fiducia nel sistema governativo statunitense. A non affidarsi ad un odio cieco, ma piuttosto a trasformare una tragedia nazionale in qualcosa di positivo, che porti ad una rinascita.

E chi può trasmettere questa lezione se non un eroe tanto sfaccettato e oscuro come Batman? I cattivi scelti sono chiaramente terroristi, sovvertitori dell’ordine. Il messaggio che il vigilante incarna è chiarissimo per il pubblico, specie per chi si rivedeva in Due Facce (Aaron Eckhart) un uomo ferito, un tempo grande sostenitore della giustizia e delle forze dell’ordine, che si fa piegare dalla sofferenza e sceglie la strada del male. A confermare il livello altissimo del progetto di Nolan sono la sceneggiatura, poi, la caratterizzazione dei personaggi, un cast di prim’ordine con Katie Holmes nel ruolo di Rachel Dawes, fortunatamente sostituita nel secondo capitolo da Maggie Gyllenhaal, Christian Bale nei panni di Batman, Gary Oldman nel ruolo del commissario Gordon, Michael Cane come Alfred. 

Un livello che si riconferma nel secondo capitolo, The Dark Knight del 2008, il migliore della serie, e nel terzo e ultimo capitolo della trilogia, The Dark Night returns (2012), il più politico, quello che parla più apertamente di terrorismo. Grazie a Nolan, i super potevano essere presi con serietà. Non potevano più essere separati dalla realtà, non potevano più vivere lontano dagli eventi storici. Dovevano avere un profondo significato, dovevano comunicare un messaggio di speranza. Diventare un simbolo.

Se vuoi rimanere aggiornato sulle ultime news e sulle ultime novità dello store, non dimenticare di seguirci su Instagram (Nerdream.it e  Nerdream Store), Facebook e Telegram!
Nasce nella provincia barese in quel del '94 con l'assoluta certezza di essere Batman. È in grado di vedere sette film al giorno e di finirsi una serie tv in tempi sovrumani. Peccato che abbia anche una vita sociale, altrimenti adesso sarebbe nel Guinness dei primati...