The Strange Thing About The Johnsons (2011) – Ari Aster – Recensione

Finalmente ho visto The Strange Thing About The Johnsons, l’esordio alla regia di Ari Aster, il regista di Hereditary e di Midsommar. Quest’anno uscirà al cinema anche Beau Is Afraid, che promette benissimo già dal cast, visto che annovera il nostro Joaquin Phoenix.

Che dire? The Strange Thing About The Johnsons è un film assurdo. Si tratta della tesi di laurea di Aster, presso l’American Film Institute’s graduate school in California. Poi il regista ha pensato bene di iscrivere il corto a diversi concorsi, vincendo allo Slamdance Film Festival in Utah e spargendo il suo nome tra il pubblico. Come tradizione vuole, prima di proseguire posto il trailer, con la speranza che lo possiate vedere perché i contenuti non sono adatti ad pubblico di minori. Quindi, Youtube ha provveduto a limitarne la visione.

Sin dal trailer si capisce immediatamente che si tratta di una bellissima fiaba, ambientata nell’Inghilterra della prima metà dell’Ottocento. Qui potete vedere la giovane Elisabeth Bennett mentre caparbiamente si rifiuta di amare l’altezzoso Mr. Darcy. Ah, no. Ho sbagliato film. Il vasto pubblico di lettori voglia perdonare la mia sbadataggine, sono appena tornata da un tour in terra romana.

Di cosa parla davvero questo film?

Che sia un horror è chiaro, non serve neppure dirlo. Parla di una famiglia che sembra uscita dal Mulino Bianco. Una famiglia bellissima, che sul modello della sacra famiglia è formata da un padre, una madre e un figlio. Appare una famiglia come tante altre, eppure è inquietante come poche. Lo si capisce sin da subito che qualcosa non vada, perché Ari Aster rende l’atmosfera pesante. Vediamo un dolce quadretto, ma percepiamo qualcosa di spiacevole dietro l’apparenza. La forza di Aster è interamente nella regia, non nei dialoghi. Il film si può benissimo vedere in lingua originale, senza sottotitoli, e i personaggi, in verità, potrebbero anche non dirsi nulla. Sono le immagini, le inquadrature a parlare per loro.

Queste immagini così scure, queste inquadrature soffocanti, claustrofobiche, inscatolano i personaggi, li rinchiudono e costringono in una trappola di abusi e di prevaricazioni, in cui ogni tentativo di ribellione appare vano. In The Strange Thing about The Johnsons viene stravolto il paradigma della famiglia felice, come in Hereditary, solo che stavolta Aster si focalizza sul rapporto padre-figlio, con un risultato davvero inedito e originale. Infatti, il figlio è l’aguzzino, il carnefice e il padre è una creatura inerme, sottomessa al suo volere. Non è una cosa che si vede tutti i giorni. Chi è solitamente la vittima? L’adulto o il ragazzo? Beh, Aster non ama intraprendere la strada percorsa dai carri. Questo è chiaro.

La famiglia è in ogni caso il nucleo ideale per una storia horror, specie negli ultimi anni. La casa è il suo palcoscenico. Ma la madre, buona o cattiva che sia, ha sempre assunto un ruolo di primaria importanza e, in un certo senso, anche in questo cortometraggio avrà un profondo impatto, ma non è la protagonista. Non è fondamentale come in Hereditary, appunto. Qui è piuttosto marginale, di contorno, perché al regista interessa altro. E poi era il 2011, erano altri tempi.

Un horror da non perdersi

In ogni caso, vale assolutamente la pena di vedere questo corto di appena mezz’ora, per quanto inquietante e disturbante possa essere. Trovo che sia importante, a volte, affrontare una prova di coraggio, guardare un film che può farci stare male, che può metterci a dura prova e lasciare che agisca in noi una sorta di catarsi. Specie in questo momento storico, avremmo necessità di guardarci dentro e venire a contatto con il peggio della nostra natura.

Non è proprio quello che fanno i film horror? Farci scendere a patti con il peggio di noi, con le nostre paure? Mostrarci la realtà, servendosi della loro lente distorta e grottesca, perché non sia più così oscura? Chissà, chissà. Non ci resta che spiare dal buco della serratura oppure dalla fessura di una cancellata, come farà qualcuno (o qualcuna) nel corso del film. Intanto, godetevi questo piccolo capolavoro, questo promettente esordio, senza però aspettarvi la regia straordinaria di Midsommar.

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Nasce nella provincia barese in quel del '94 con l'assoluta certezza di essere Batman. È in grado di vedere sette film al giorno e di finirsi una serie tv in tempi sovrumani. Peccato che abbia anche una vita sociale, altrimenti adesso sarebbe nel Guinness dei primati...