Pentiment – Recensione – PC, Xbox One, Xbox Series X/S

Recensione – Pentiment

Cosa accade quando la passione per l’arte e per la storia si fondono per creare un videogioco? Probabilmente Pentiment ne è un chiaro esempio: il titolo sviluppato da Obsidian Entertainment e pubblicato da Xbox Game Studios è un prodotto atipico, disponibile su Xbox Game Pass per raggiungere quante più persone possibili ma al tempo stesso molto, molto selettivo nei confronti del suo pubblico. Se volete capire il perché quest’opera “magna” non è alla portata di tutti, continuate a leggere la nostra recensione.

Pentiment – Recensione – Una narrazione corale.

Pentiment inizia tra le pagine di un libro e da esso prende non solo l’impostazione grafica e visiva, che analizzeremo più avanti, ma soprattutto quella narrativa: la storia che Obsidian vuole raccontarci si svolge lungo più di 25 anni, più precisamente tra il 1518 e il 1543 e non si limita ad incentrarsi su uno o due personaggi, ma ambisce a rappresentare una narrazione corale, pregna di storia, arte e moralità. 

Tassing, la cittadina dove l’opera si svolge, è circondata da monti, governata da un lord e dominata psicologicamente e legalmente dall’abbazia di Kiersau, all’interno della quale due ordini di suore e monaci custodiscono il santuario di San Maurizio e una delle Biblioteche più ricche di tutta la regione. Andreas Maler, nostro protagonista, è un miniatore intento a lavorare proprio su uno dei tomi conservati nell’abbazia, appassionato di arte e dal carattere testardo e ospitato da una delle famiglie di contadini di Tassing. Questo suo duplice legame con il mondo “modesto” rappresentato dal paese e con “l’alta società” incarnata da figure nobili e rappresentanti ecclesiastici ci darà modo di confrontarci con una realtà medievale molto credibile, fatta di ingiustizie sociali, fragili equilibri e modi di vedere la vita e la morte ben diversi fra loro che si scontreranno nel momento in cui un omicidio turberà la quiete di questo paesino sperduto. 

La parola d’ordine di Obsidian per questo progetto è infatti “RIGORE”: un rigore storico, rappresentato dalla cura con cui il team spiega eventi realmente accaduti in quegli anni cinquecenteschi e con cui ci tiene a non far sentire escluso nemmeno il più ignorante (nel senso letterale di chi “ignora qualcosa”, badate bene) fra noi. Ogni qualvolta un dialogo scomoderà un nome, un testo o un evento storico particolare, infatti, il Glossario disponibile in qualsiasi momento alla consultazione ci permetterà di leggere qualcosina in merito, rinfrescando curriculum scolastici e compiacendo chi è già appassionato di storia medievale. Insieme ad esso, il gioco offrirà anche un comodo Diario con tutte le azioni salienti compiute da Maler e una panoramica sui molteplici personaggi, con legami fra loro spiegati e piccoli riassunti sulle personalità. 

Pentiment è infatti un gioco che, come detto in apertura, può definirsi corale: Maler non è un protagonista che totalizza la nostra attenzione, sebbene certamente le sue vicende siano tra le più salienti, bensì un ponte di collegamento tra la realtà religiosa e quella popolare di Tassing, con tutto ciò che ne consegue. Ogni personaggio all’interno dell’opera ha una sua morale, un suo bagaglio di esperienze e qualcosa da dirci, sia in relazione agli eventi cardine della narrazione sia di relativo solo e unicamente alla costruzione della propria identità. È stato molto affascinante, per me almeno, notare che una volta concluso il gioco mi sia accorta di un certo senso di “mancanza”, non tanto dettato dalla storia di Andreas quanto più relativo al non sapere cosa accadrà a tutti coloro che lo circondano, da ora in avanti. Un tale senso di affezione nei confronti di icone apparentemente secondarie nella storia, probabilmente, non me lo aveva mai lasciato alcun titolo prima di Pentiment.  

Pentiment – Recensione – Selezione di qualità.

Scendendo un po’ di più nel tecnico, i dialoghi portati avanti con ciascun personaggio del titolo saranno soggetti a variazioni dettate non solo dai nostri comportamenti precedenti, ma anche dalle esperienze pregresse di Andreas: il nostro miniatore avrà infatti una “carta d’identità” che potremo definire a nostro piacimento, con passioni, studi e abilità particolari. Un Andreas che ha studiato il latino non avrà difficoltà a tradurre pezzi importanti o a rendersi utile agli abitanti del paese meno acculturati, così come saprà dialogare di piante e fiori se lo appassionano o potrà confrontarsi con chiunque parli italiano grazie ai suoi studi in Italia. Ovviamente vi sono diverse opzioni tra cui scegliere che influenzeranno le nostre possibilità anche durante le indagini che Maler dovrà sostenere. 

Dovremo compiere molte scelte nel corso dell’avventura, anche se la sensazione generale è che Pentiment si faccia influenzare “il giusto” da noi, mantenendo comunque una propria scrittura di trama e una sua solidità di base, elemento che ho apprezzato moltissimo. Gli anni scelti dal team di Obsidian come periodo storico di riferimento sono pregni di cambiamenti e così come diversi eventi scuotono il mondo di allora, altrettanto faranno con la tranquilla vita di Tassing e, di conseguenza, con quella pubblica e personale di Andreas; la storia prenderà presto un ritmo proprio, verrà divisa in tre atti con vicissitudini particolari ad attenderci e non mancherà mai di sorprendere il giocatore, nel bene e nel male. 

Nonostante la qualità narrativa e l’amore per ciò che si fa siano evidenti, in una recensione di Pentiment non è un gioco che mi sentirei di consigliare a tutti: il titolo è molto verboso e discorsivo, composto unicamente da sezioni di esplorazione e dialoghi, dialoghi e ancora dialoghi. Il testo da leggere è totalizzante nell’avventura e considerando che la storia di Tassing dura almeno 16-17 ore, bisogna che il giocatore sappia bene a cosa va incontro. Personalmente non mi sono annoiata nemmeno per un secondo e mi rifiuto di ritenere un difetto il “parlare tanto al giocatore”, ma chi gioca soltanto ad FPS e action si ritroverà decisamente spiazzato di fronte alle montagne di testo di Pentiment. 

Pentiment – Recensione – Scrivere con stile.

Tale mole di dialoghi è rappresentata in un modo eccellente, a mio avviso. Il gioco di Obsidian non è un mattone di scrittura tutta uguale, ma artisticamente si rivela una perla da incorniciare, se solo fosse possibile: già solo l’aspetto visivo generale, con una grafica che richiama lo stile artistico dell’epoca, ci permette di restare incantati dal livello di dettaglio e di amore riposti nell’opera, così simile per certi aspetti alle illustrazioni presenti in diversi tomi cinquecenteschi, come ad esempio quelli dei lavori di Hartmann Schedel. Ma non è finita qui, perché Pentiment ci propone anche una rappresentazione del linguaggio dei personaggi, non doppiati in nessun caso, diversificata a seconda della “fascia sociale”: il gioco cambia font tra i contadini, le figure più colte e gli esponenti della Chiesa, scrivendo manualmente ogni dialogo con un “effetto inchiostro” stupendo e non mancando mai strapparci un sorriso quando il narratore della storia, intento a scrivere il tomo che racchiude la narrazione, cancella una “o” per mettere una “a” o sparge qualche goccia di inchiostro per errore. Inoltre, alcuni personaggi del gioco che gestiscono una tipografia non scriveranno i propri dialoghi, bensì li “imprimeranno” sul foglio direttamente. Una ricercatezza invidiabile nello stile, non si può dire altro. 

L’assenza di dialoghi doppiati viene quindi compensata da questo aspetto e dalla presenza di un suono costante, ossia quello della scrittura, che ci accompagnerà per tutte le ore di gioco: a tal proposito, consiglio di abbassare un po’ il volume dalle impostazioni, perché alla lunga potrebbe essere fastidioso da sentire, soprattutto per chi gioca con le cuffie.  

Infine, la colonna sonora compare solo in punti prescelti e ben oculati, composta in linea con il periodo storico rappresentato e tutto sommato gradevole. 

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Amante di videogiochi e libri fin dalla nascita, ha poi sviluppato una grande passione per tutto ciò che è nerd. Originaria della terra del bergamotto e del piccante, vanta radici nordiche niente male e ha una passione irrefrenabile per il mondo animale. Logorroica e amante delle discussioni costruttive, datele un argomento di conversazione a vostro rischio e pericolo!