Ultimamente ho letto il primo volume di Kuroneko, sottotitolato Come Giocare con un Gatto Nero ed edito Magic Press, e sono qui per lasciarvi le mie prime impressioni.
Il manga è uscito di recente, ma in Giappone era stato pubblicato nel 2012. Inoltre la serie in questione è molto famosa, perciò era solo questione di tempo perché arrivasse anche da noi.
Va detto che la serie di Kuroneko Kareshi, che da noi è raccolta sotto il titolo di “Kuroneko” e numerata, in origine era composta da diversi volumi unici e non.
Il secondo, da noi rinominato Kuroneko – Come Viziare un Gatto Nero, è già uscito a inizio dicembre.
Dopo il primo volume, l’opera in Giappone ha avuto 5 sequel (di 1 o più volumi l’uno), uno dei quali pare sia ancora in corso, ma le informazioni a riguardo non sono chiarissime. Insomma, non resta che affidarsi all’editore italiano per scoprire con quale numero si concluderà e quando.
Come accennavo prima, il manga ha avuto una grande fortuna in patria e anche a livello internazionale, e questo da cosa è dovuto? Proviamo a capirlo insieme in questo articolo.
La storia ha luogo in un mondo nel quale lo 0,001% delle persone sono umani felidi, che si trasformano in felini. La maggior parte sono gatti domestici, come il protagonista.
Si tratta di Shingo, un gatto nero (Kuroneko, in giapponese) che passa ogni notte in compagnia di una persona diversa.
Di giorno lavora come appaltatore sui set cinematografici, che monta e smonta a seconda delle indicazioni.
È proprio qui che incontra Keichi Kagami, l’attore più amato e più in voga del momento!
Malgrado non tutti sappiano dell’esistenza dei felidi (o almeno questo intuiamo da alcuni testi), Kagami capisce che il protagonista è un gatto.
A questo punto gli dà da bere qualcosa che lo metterà k.o. così da poterselo portare a letto senza il suo consenso. Molto romantico, vero?
“Che incubo.”
Insomma, un manga BL che inizia nel peggiore dei modi, e non è l’unico.
Purtroppo di opere di questo tipo – quelle in cui pur di inserire scene esplicite già nel primo capitolo si ricorre all’espediente della violenza – ce ne sono molte.
Negli ultimi anni mi sembra di vederne sempre meno, il che è un bene, ma ogni tanto ne salta fuori un’altra.
Va detto che Kuroneko è iniziato nel 2012, come accennavo a inizio articolo.
Il manga inoltre punta molto sull’elemento fisico, che compare più volte in ognuno dei capitoli, lasciando poco spazio alla trama.
“È un vero e proprio incubo.”
Come accade in casi analoghi, non c’è modo per giustificare la violenza e ad essa non segue il pentimento, ma almeno in questo manga i personaggi sembrano consapevoli di ciò che è successo.
In ogni caso, da questo momento ha inizio la loro atipica frequentazione.
Dico atipica perché il protagonista è sfuggente – che strano, ha solo subito una violenza – e non è interessato a impegnarsi in una relazione.
Certo, nemmeno Kagami vuole impegnarsi con lui, se non per riuscire a portarselo a letto ancora, che Shingo lo voglia o meno.
“Prendila con filosofia e divertiamoci.”
C’è un motivo dietro al comportamento di Shingo, cosa che ho trovato molto interessante.
Infatti i suoi primi ricordi risalgono a quando era un gattino in una scatola, in attesa di essere adottato. A questo momento, però, hanno seguito una serie di abbandoni perciò lui ha smesso di fidarsi degli umani.
A questo punto va detto anche che Kagami, come presto scopriamo, non è umano. E non è nemmeno un gatto.
Anche se entrambi vivono un conflitto interiore a riguardo, presto iniziano a provare qualcosa l’uno per l’altro.
Eppure io non sono riuscita ad apprezzare questa coppia nemmeno per un secondo.
“Non sei nella posizione di darmi una lezione! Mi hai stuprato!”
“Sì, mi dispiace. È stata una cosa orribile, ma non ho rimorsi e non me ne pento.”
Come avrete capito, il manga oltre ad avere una componente sovrannaturale è anche ambientato nel mondo dello spettacolo.
Kagami è l’attore più amato del momento, quindi è sempre impegnato e deve stare attento a come si comporta in pubblico, per non essere visto in atteggiamenti equivoci.
Stavo scherzando! Ci siete cascati?
In un qualsiasi altro manga che ha luogo in questo ambiente sarebbe così, ma non in Kuroneko.
Kagami ha sempre tempo da perdere per molestare Shingo, si butta da un palazzo mentre è mezzo trasformato ed entra in quello che sembrerebbe essere un gay bar, il tutto senza farsi il minimo problema né subire conseguenze.
Se fosse stato un attore emergente (comunque molto amato o quello che vi pare), avrebbe avuto ugualmente problemi a comportarsi così, ma sarebbe stato più sensato.
Se l’uomo più “ricercato” del Giappone si comportasse come fa lui, finirebbe in un istante su tutti i giornali di gossip, come minimo!
Insomma, secondo me hanno volato un po’ troppo in alto decidendo di renderlo l’attore più in voga del momento. Ovvio che tutto ciò che fa poi risulti irrealistico e incoerente, rompendo lo stato di sospensione dell’incredulità, se si era creato.
Se dal secondo volume in poi qualcosa cambierà non lo so, perché sto scrivendo il mio parere dopo aver letto il volume 1. Dopotutto, si tratta di prime impressioni. Pessime prime impressioni.
In ogni caso, quella che hanno i protagonisti (per quanto si arrivi all’amore) non è certo una relazione sana, questo non lo si può negare.
Avendo letto solo il primo volume, pare che sia una di quelle opere per colpa delle quali si generalizza quando si parla di boys’ love. Uno di quei manga dove la trama quasi non c’è, allora si può dire che tutti i BL siano praticamente degli hentai. E che di certo non abbiano contenuti LGBTQ+.
Per fortuna ci sono tante altre opere diverse, che non riflettono lo stereotipo seguito da Kuroneko.
Non ho letto il resto perciò non ho idea di come proseguirà, ma sicuramente leggerò il secondo volume: purtroppo l’ho già comprato!
Il contenuto del secondo volume stabilirà se continuerò a comprare questa serie o meno.
Perché, francamente, se devo leggere un manga che è un susseguirsi di scene esplicite con poca trama, mi annoio soltanto.
E se poi queste scene esplicite non sono del tutto consensuali, beh, sparisce ogni possibile piacevolezza nella lettura.
Certo, ultimamente ho letto di peggio, ma ho anche visto uno spiraglio di speranza nell’opera in questione, cosa che non mi è successa nella lettura di Kuroneko.
Purtroppo ho patito molto questa lettura, che ho trovato poco coinvolgente e noiosa.
Allora dove sta la fortuna di Kuroneko?
Probabilmente nella bellezza del disegno, nella grande quantità di scene esplicite – completamente senza censure – o forse nel mondo creato dall’autrice, Aya Sakyo.
Un mondo uguale al nostro, dove però alcune persone non sono del tutto umane, quindi si trasformano (parzialmente o totalmente) in felini.
Un mondo del genere è decisamente interessante anche se, va detto, in questo primo volume serve a poco oltre che a far comparire le orecchie e la coda al protagonista, o a permettergli di scappare via in forma felina.
A questo punto vi raccomando la lettura nel caso vogliate farvi un’idea vostra dell’opera. Dopotutto è famosa e molto amata, perciò non fatevi fermare dal mio parere e datele un’opportunità.
Però ho un ultimo commento su Kuroneko – Come Giocare con un Gatto Nero: qualcuno chiami la protezione animali!
Vota o Commenta