Warhammer 40,000: Shootas, Blood & Teef – Recensione – PC, Xbox, Playstation, Switch

Warhammer 40,000: Shootas, Blood & Teef – Recensione

I ragazzi di Rogueside mi hanno voluto mettere alla prova, dandomi in pasto Warhammer 40,000: Shootas, Blood & Teef, ed io sono qui per darvi le mie impressioni su questo sparatutto bidimensionale dal gusto retrò!

Siamo di fronte ad un platform action-adventure, che attinge a piene mani dai capisaldi di genere, mettendoci del suo per differire dagli stessi e per coinvolgere un pubblico oramai diverso da quello degli anni ’90, che viaggia a molte decadi di distanza nel mondo videoludico.

Partiamo con l’incipit del gioco, che ruota attorno alla dinamica del furto. Nello specifico non di un furto effettuato ma di un furto del quale siete stati il bersaglio! Beh le emozioni dopo aver scoperto che qualcuno ci ha rubato qualcosa sono prevalentemente paure, ansie, frustrazione, ma poi sfociano quasi sempre nella rabbia verso il ladro, e sarà proprio questa rabbia a muovere gli istinti orkicidi del nostro orco protagonista!

Il titolo è molto più scanzonato e spensierato dei soliti titoli del brand di 40k, spesso cupi, neri, tetri… pur conservando parte di queste caratteristiche.

Warhammer 40.000: Shootas, Blood & Teef – Recensione – Una storia ridicola ma avvincente!

La storia, come vi abbiamo accennato, parla di un furto ricevuto, ma detta così può sembrare una cosa seria e invece di serio non c’è una benamata clava (per non dire fava) in questo gioco. Siamo un orco guerriero, impegnato in una campagna bellica contro gli umani, cui il proprio signore del guerra ruba… il parrucchino! In realtà ad essere rubato è un Hair Squig, che ha morso la pelata del nostro orco e lo fa sembrare capelluto e alla moda.

Beh sta di fatto che questo furto, unito al fatto che il nostro lord della guerra ci ha cacciato dall’aereo dove stavamo volando, abbandonandoci e cercando di farci la pelle, mette in moto la macchina della vendettaaaaaa! E fidatevi, non avrete altra voglia che ritrovare quello stronzone e farlo secco una volta per tutte riprendendovi ciò che è vostro di diritto.

Warhammer 40.000: Shootas, Blood & Teef – Recensione – Two is megli che one!

Non so se la pensate come me, ma spesso e volentieri quando gli sviluppatori di videogiochi cercano di fondere tra loro più generi differenti, talvolta vengono fuori delle porcate allucinanti. Beh questo non è il caso di Shootas, Blood & Teef, in quanto il team di Rogueside è riuscito a miscelare sapientemente il platform con il bullet-hell più puro, a doppia levetta, per creare un prodotto sanguinario e divertente, rapido, ma di non impossibile gestione.

La dinamica dell’incedere tra i livelli è sempre la stessa. Abbiamo una fase di combattimento a scorrimento laterale in 2D, con un ampio utilizzo anche di elementi verticalizzanti in termini di gameplay, a cui segue poi la boss battle finale (boss veramente mastodontici e ben fatti) e poi l’acquisto di power-up per rituffarsi subito nella fase di combattimento successiva, e questo in loop dall’inizio alla fine, ma con variazioni tematiche tra i livelli che non rendono questa esperienza monotona mai.

Sia le differenti ambientazioni, sia la varietà dei nemici, sia l’istigazione all’esplorazione (per accumulare quanta più valuta possibile per l’acquisto dei power-up) e sia le meccaniche prettamente legate al platform insite nel gioco, contribuiscono appunto a non stufarsi mai della ciclicità delle cose da fare.

Torno un attimo a tal proposito sulle boss battle. Come dicevo i boss sono tutti molto attrezzati, belli grossi e duri da mettere al tappeto, ma allo stesso tempo il gioco fa di tutto per farci canalizzare la frustrazione del try and error in linfa vitale per il gioco e rabbia positiva, per arrivare a distruggere il cattivone finale.

Warhammer 40.000: Shootas, Blood & Teef – Recensione – Tecnicamente ineccepibile

Per quanto questo Shootas, Blood & Teef sia scanzonato e divertente, non pensate che snaturi del tutto le ambientazioni della saga di Warhammer 40k, perchè gli sviluppatori hanno in primis sfruttato bene gli elementi ambientali per rendere tutto ciò che circonda il nostro eroe come un qualcosa di decadente, distrutto, permeato dalla morte e dal sangue che scorre a fiumi… ed infatti sono “adorabili” le massicce esplosioni, le mutilazioni dei nemici, le decapitazioni, unite alla generale pulizia grafica che fa godere di ogni aspetto elencato pur restando nel suo mondo “a cartoni animati” ed essendo così lontana e difforme dalla grafica dei giochi che inseguono l’ultra realismo!

E ragazzi miei non parliamo delle musiche e degli effetti sonori, perchè anche in questo caso tocchiamo vette inesplorate, con il metal aggressivo e con le urla orkesche che spaccano i timpani! Questo è uno di quei giochi dove capisci che il sonoro ti ha dato una mano a non pensare che sia tutta solo una buffonata splatter, perchè ti fa proprio calare a tremila nella parte. Chapeau alla produzione.

Prima di congedarmi volevo spendere due parole anche sul sistema di controllo, premettendo che ho provato il gioco su Xbox Series X. Il controller, seppur personalizzabile dalle opzioni di gioco, utilizzato con la configurazione scelta dai ragazzi di Rogueside, va che è una meraviglia, con accuratezza, immediatezza e ottima scelta dei posizionamenti dei comandi. Gioco promosso anche su questo!

Ah, quasi dimenticavo, è possibile giocare fino a 4 giocatori e vi assicuro, già giocando in 2 il divertimento raddoppia!

Se amate un determinato target di giochi, beh, non esitate… fiondatevi su questo piccolo gioiello subitissimo!
Se invece il retrogaming lo odiate, non siete avvezzi al genere in questione o se più semplicemente odiate il brand di Warhammer, beh statene alla larga. Curiosi e perditempo, a voi consiglio di dargli una chance! Potreste scoprire cose che non vi aspettavate di scoprire.

Alla prossima avventura!

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Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”