Guardiani della galassia Holiday Special – Recensione
La fase 4 del Marvel Cinematic Universe ha visto la sua conclusione con Guardiani della Galassia Holiday Special, che vede i personaggi resi celebri da James Gunn intenti a festeggiare il Natale (ed a rapire Kevin Bacon).
Una breve pausa per i guardiani (e non solo)
Non si sa moltissimo riguardo al terzo capitolo di questi personaggi, le uniche cose finora confermate sono che il villain è L’alto evoluzionario e che bisognerà andare in sala con non pochi fazzoletti.
Sarà sicuramente una pellicola molto intensa e questo speciale rappresenta la classica “quiete prima della tempesta”.
Sia perché le vicende sono totalmente slegate da quelle principali del MCU (nonostante comunque ne faccia parte) sia perché, non è spoiler, i Guardiani vengono mostrati in un momento di riposo.
C’è solo un piccolissimo dettaglio che porta avanti le vicende e che penso sia il motivo per cui è stato fatto questo speciale, per il resto si tratta di un prodotto molto leggero, che costituisce una piccola pausa anche per gli spettatori del MCU, oltre che per questi personaggi.
Una commedia nera nel MCU
È questo, fondamentalmente, lo speciale di Natale dei Guardiani: una commedia nera. D’altronde si tratta di una storia dove dei supereroi rapiscono un attore come Kevin Bacon solo ed esclusivamente per interessi personali (di un amico).
Non è la trama di un prodotto pensato interamente dalla Marvel che ha chiesto a James Gunn di dirigerlo seguendo le loro direttive, è una trama concepita e scritta da James Gunn, a cui Kevin Feige ha dato totalmente carta bianca. Forse anche merito dell’esperienza del regista presso la concorrenza, che gli aveva fatto fare la stessa cosa con The Suicide Squad.
Una caratteristica però dello stile dei Marvel Studios è rimasta: la costante presenza di gag e battute, ma a sto giro è stato concepito tutto dallo stesso Gunn e la differenza si sente. Quaranta minuti pieni di momenti comici che fanno davvero tanto ridere in maniera intelligente, sempre con la giusta dose di umorismo nero.
Il lato tecnico
Le due componenti tecniche che assolutamente funzionano meglio sono la sceneggiatura e la regia. La prima racconta una storia in realtà molto semplice e lineare, ma scritta in maniera da catturare l’attenzione dello spettatore e portarlo a vedere tutti e quarantacinque i minuti di durata. La seconda da al tutto il giusto tono e riesce a gasare il pubblico durante le scene di azione, grazie a delle inquadrature che si susseguono con un ritmo piuttosto rapido, ma che riescono ad essere perfettamente chiare e comprensibili.
L’unico elemento che non convince è costituito dall’impatto visivo. La fase 4 è stata protagonista di tante controversie sull’aspetto visivo, soprattutto per quanto riguarda gli effetti in computer grafica.
La CGI però in questo speciale non viene toccata, tutto ciò che è stato si vede era fisicamente presente sul set. Ed è proprio questo il problema: si percepisce troppo il concetto di set. È inevitabile che per progetti come questi vengano costruiti dei set all’interno di studi cinematografici, ma se in altri progetti sono riusciti a trasformare quei set in ambientazioni, qua si ha la sensazione che le scene non ambientate sulla Terra non si svolgano su un pianeta alieno, ma in uno studio cinematografico. Tutte le scene in cui i personaggi sono su Knowhere presentano scenografie che risultano fin troppo finte.
In conclusione
Peccato per le scenografie, che rovinano la finzione cinematografica e danno la sensazione che Knowhere sia più un set cinematografico piuttosto che un pianeta, ma per il resto risulta un progetto riuscitissimo, che diverte tantissimo e che potrebbe pure commuovere. Uno dei migliori prodotti di questa appena conclusa fase 4.
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