The Menu – Recensione – Mark Mylod

The Menu – Recensione

Il 17 novembre è uscito nelle sale cinematografiche The Menu, film che vede nel cast nomi come Anya Taylor-Joy, Ralph Fiennes e Nicholas Hoult e che è ambientato per intero all’interno di un ristorante di lusso, per narrare ciò che succede durante una cena.

Un interessante mix di sapori

Generalmente indicato come horror, in realtà la questione è un pochino più complessa. La pellicola presenta si una messa in scena che evoca in larga parte quella dei film dell’orrore, ma la si può identificare con almeno altri due generi: il thriller ed il grottesco.

Il primo perché l’opera è stata costruita su un elevato uso della suspence. Vengono presentati i personaggi e che cosa li accomuna (la cena). In seguito la trama procede in modo lento, lasciando costantemente allo spettatore il dubbio su dove esattamente il tutto voglia andare a parare e creando una sensazione di pericolo che si fa sempre più intensa.

Il secondo è derivato dal fatto che più il film va avanti e più diventa una caricatura della società.
Succedono cose non particolarmente realistiche, che servono per creare una serie di metafore e fortificare il messaggio.

In tutto questo, sono presenti anche alcuni momenti umoristici, volti ad alleggerire un po’ il tutto (altrimenti rischia di risultare troppo pesante), ma anche ad incrementare il senso di grottesco.
La cosa interessante è che la comicità risulta davvero ben bilanciata. Sempre al posto giusto, sensata e mai banale o di pessima qualità.

Potranno sembrare tante cose, ma il tutto riesce a risultare perfettamente bilanciato. Non c’è nulla che stona o appare fuori luogo. Anzi, quest’amalgamazione riesce a dare al prodotto un’identità tutta sua.

La critica sociale

The Menu è un’opera il cui scopo principale è quello di fare una critica alla nostra società. Ci sono vari messaggi che il film lancia, ma in particolare si focalizza su un’analisi delle classi sociali del mondo della cucina.

Questo perché i clienti della cena sono la rappresentazione più o meno variegata, appunto, delle varie classi sociali e dei ruoli che la società ci impone o in cui cerchiamo di inserirci. In questa storia però, abbiamo una maggiore concentrazione su fasce più abbienti, dato che il ristorante in questione è uno di quelli stellati, quindi decisamente più costosi (l’altro bersaglio della critica).

Si tratta di una pellicola che molto probabilmente andrebbe vista più di una volta per capire effettivamente tutto ciò che vuole trasmettere, perché tante situazioni non vengono spiegate esplicitamente, lasciando alcuni piccoli dettagli che servono come spunti di riflessione.

È possibile che, durante la visione, vengano colti alcuni significati, poi dopo averla terminata e rielaborata ci si renda conto che c’erano anche altre cose su cui la pellicola si sofferma.
Siamo abbastanza certi che più la si guarda e più si trovano cose.

Il lato tecnico

A livello tecnico il film risulta davvero ben fatto sotto ogni punto di vista, a partire dalla sceneggiatura e dalla recitazione.

La sceneggiatura comincia un buon lavoro di caratterizzazione dei personaggi, sviluppandoli in maniera piuttosto approfondita. Gli attori fanno il resto rendendoli decisamente credibili e carismatici.
In particolare spiccano le performance dei tre nomi più grossi che compongono il cast: Anya Taylor-Joy, Ralph Fiennes e Nicholas Hoult. La prima riesce a dare la sensazione della persona che si sente in pericolo ma che allo stesso tempo non si fa mettere i piedi in testa, il secondo da vita ad uno chef sopra le righe e che trasmette un certo senso di inquietudine, mentre l’ultimo impersona un appassionato della cucina che rappresenta più una sorta di fanboy, suscitando allo spettatore sensazioni non amichevoli rispetto al ruolo che interpreta.

L’unica pecca è che forse in alcuni momenti si sofferma un po’ troppo su certi dettagli, rallentando il ritmo.

Ottima anche la fotografia, che nei primi minuti del film risulta piuttosto luminosa, ma che con il passare delle scene si fa sempre più cupa e scura.
Un buon lavoro è stato fatto anche con la regia ed il montaggio. La prima perché è giocata su inquadrature che trasmettono al pubblico un senso di claustrofobia davvero eccellente, mentre il secondo riesce ad alternare ciò che succede e viene detto ai vari tavoli in maniera decisamente scorrevole, creando un superbo ritmo che non annoia nemmeno un secondo.

In conclusione

The Menu è decisamente uno dei film più interessanti usciti in questo 2022, anche se sembrerebbe essere passato abbastanza in sordina, nonostante il cast.
Una pellicola che riesce ad intrattenere grazie ad un mix di generi piuttosto suggestivo, ad una volontà di parlare di temi piuttosto attuali ed una componente tecnica che riesce a rendere il risultato finale decisamente valido.

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Nato a Bologna nel 1996, si appassiona al cinema da bambino, quando capisce gli piacerebbe lavorare in quel campo. Più nello specifico come regista e sceneggiatore. Nel 2020 apre su Instagram un profilo che chiama "Recensisco Cose Audiovisive", con cui inizia a parlare di cinema e serie televisive con altre persone che condividono la sua passione.