Hustle – Recensione senza spoiler – Una bella storia di sport

Hustle – Recensione senza spoiler

Hustle è un film del 2022, da poco entrato a far parte del catalogo assai ricco di Netflix. La storia è molto semplice, eppure efficacie, perché si serve di veri allenatori e giocatori di basket, che interpretano se stessi, di una bella regia e di una pregevole sceneggiatura. Ottimo anche l’uso del montaggio, fondamentale quando si tratta di questo tipo di film, per garantire quel ritmo veloce ed esaltante, tipico dei lungometraggi sullo sport.

Hustle è, insomma, un bel film. Ottimo per gli appassionati (che non potranno far a meno di notare quante personalità del basket siano presenti) e  interessante per un pubblico che vuole semplicemente godersi un bel film, appassionarsi ad una storia, fare il tifo per il protagonista, un Adam Sandler davvero emozionante, e per la stella del basket che ha scoperto, per caso, al di fuori dei circuiti professionali. Una storia che si segue molto volentieri e che non manca di appassionare, appellandosi a quella bellissima favola (che non trova quasi mai spazio della crudele realtà) che chiunque possa farcela e realizzare il proprio sogno. Basta avere un talento unico e un pazzo che crede in noi.

Hustle – L’originalità è poi così tanto importante?

Questa è, tutto sommato, la storia del film di Netflix e con delle premesse del genere non si può che avere l’affiliazione del pubblico, coincidente con il tifo per questi due eroi. Quindi, in caso siate alla ricerca di un film originale, questo non fa per voi. Però, se desiderate comunque divertirvi, appassionarvi, emozionarvi e vedere tantissimi personaggi noti del basket, e allora non potete assolutamente perdervi questa occasione. Anche perché, a conti fatti, l’originalità è una meta difficile a cui ambire, lo sapeva perfino Paul Verlaine un po’ di tempo fa, quando si lamentava che ormai la poesia non avesse più nulla di nuovo da dire e, allora, esclamava “tutto è bevuto, tutto è mangiato, più nulla da dire!”. Certo è un pensiero disfattista, però ci fa anche capire che il punto non è essere originali, ma confezionare una bella storia, che sia credibile e che spinga lo spettatore medio, che ha certamente un abbonamento alla piattaforma streaming, a spingersi sino in fondo, quando finalmente scoprirà se le fiabe esistono per davvero.

E poi, a conti fatti, davvero uno spettatore, nell’atto di vedere un film, si fa tante paranoie (come me ne sto facendo io in questo momento) sull’eventuale originalità di quello che vede? Ne dubito, perché quello che davvero occorre in un film è che abbia un senso dall’inizio alla fine e che abbia il ritmo giusto. Altrimenti, un genere come l’horror che sfrutta la medesima struttura dagli anni ’70 –  certo con cambiamenti doverosi, legati all’epoca e, dunque, a quanto accade intorno a noi , nonché ai gusti del pubblico – non avrebbe ragione di esistere.

Hustle – Adam Sandler

Ora, al di là di questo discorso e delle pieghe che sta prendendo, ciò mi spinge a consigliarvi questo film è Adam Sandler. Non perché sia una performance eccezionale, ma perché vedere un attore, che è stato relegato da inizio carriera nel ruolo dell’omaccione stupidino ma romanticone, coprire un ruolo più impegnativo, a tratti commovente, è straordinario. Non ci vuole nulla a passare da un genere all’altro, da un ruolo all’altro, quando si è alle prime armi, ma notare che un attore datato, che ha fatto la sua fortuna con un certo tipo di cinema, possa andare in una direzione totalmente opposta è incredibile.

E se questo è stato possibile è grazie a Benny Safdie e Josh Safdie, i registi del film Netflix Diamanti grezzi. In questa pellicola del 2019, possiamo vedere un Adam Sandler inedito, sensazionale e, soprattutto, tragico. Chi se lo sarebbe mai aspettato? Chi poteva scorgere un tale potenziale in un attore su cui Hollywood ha cucito un abito parecchio attillato? Ma, soprattutto, quanti sono gli attori che non potranno mai apportare un tale cambiamento alle loro carriere e alle loro vite? Tanti, troppi, specie perché è difficile entrare nella mente del pubblico e scandagliare dei preconcetti (pensiamo a Robert Pattinson). Consiglio questo film soprattutto per questa ragione: perché diate una possibilità ad Adam Sandler e a tutti coloro che tentano di levarsi di dosso un’etichetta che non li può definire se non parzialmente.

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Nasce nella provincia barese in quel del '94 con l'assoluta certezza di essere Batman. È in grado di vedere sette film al giorno e di finirsi una serie tv in tempi sovrumani. Peccato che abbia anche una vita sociale, altrimenti adesso sarebbe nel Guinness dei primati...
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