Il sangue del barbaro – Recensione – Librogame di Antonio Costantini, Andrea Tupac Mollica, Alberto Orsini, Lorenzo Trenti e Valentino Sergi – Officina Meningi

Il sangue del barbaro – Recensione – Librogame

Tanto tempo fa, nel quartier generale di Officina Meningi

«Stiamo per scrivere un nuovo librogame. Quanti autori assumiamo per realizzarlo?»
«Sì»

Fu così che nacque “Il sangue del barbaro”, un’opera realizzata non da due, non da quattro, non da sei, ma addirittura da DIECI mani! Nemmeno nel poker ho visto così tante mani tutte assieme… e così di valore, aggiungerei! Già, perché Officina Meningi non si è accontentata di semplici autori, ma alcuni tra i più esperti e abili del settore: Antonio Costantini, Andrea Tupac Mollica, Alberto Orsini, Valentino Sergi e Lorenzo Trenti.
Basti pensare che, messi insieme, questi prolifici autori hanno realizzato circa 25 librigame! In questo caso, hanno unito le forze per raccontare ognuno di loro delle gesta diverse di un famosissimo personaggio dal nome inconfondibile che noi tutti conosciamo.

No, non lui.

Neanche lui! Suvvia, sto parlando di un barbaro…

Non QUESTO barbaro! Andiamo, il suo nome è composto da appena cinque lettere e le prime quattro sono “Cona”.

Ok, dai, visto l’andazzo mi accontento.
Ah, e per dimostrarvi che questa recensione non è stata sponsorizzata dal Conad, VIVA L’EUROSPIN! E per dimostrarvi anche che questa recensione non è stata sponsorizzata nemmeno dall’Eurospin, VIVA IL CONAD!
A questo punto, prima che l’intera community dei supermercati decida di farmela pagare (la spesa, si intende), direi di iniziare subito a parlare nel dettaglio del librogame di oggi!

REGOLAMENTO:

Questa è senz’altro la parte più interessante di tutto il libro, che sfrutta infatti una meccanica di gioco tanto originale quanto interessante basata su un mazzo di carte.
Ma partiamo dalle basi. Durante la nostra avventura, dovremo tenere sott’occhio alcuni valori classici:
Resistenza (indica i punti vita del nostro barbaro, 10 per la precisione. Uno per ogni mano che ha scritto il libro, in poche parole. Questi punti possono scendere o aumentare, senza però superare mai la soglia massima. Se dovessero giungere a zero, saremo morti!);
Inventario (tra armi e oggetti, ci è concesso trasportare massimo 5 elementi, alcuni dei quali modificheranno il deck che useremo durante il gioco, come spiegato più avanti);
Gemme e monete (in poche parole, la valuta del gioco. Ogni gemma vale 10 monete, mentre ogni moneta vale… beh, una moneta. La somma massima di entrambe che possiamo trasportare è di 20. Ma fate attenzione: come i dannati distributori automatici del mio posto di lavoro, anche i commercianti di questo libro NON danno il resto. E no, scuoterli non cambia le cose. Ci ho già provato);
Condizione (in altre parole, lo status del personaggio. Se ad esempio veniamo morsi da un topo, potremmo ottenere la condizione INFETTO. Se siamo noi a mordere il topo per ripicca, otterremmo la condizione CRETINO. Anche tali condizioni potrebbero modificare il nostro deck).
Per gestire al meglio tutte queste caratteristiche, possiamo disporre di un apposito registro, che contiene anche uno spazio per le note di gioco nonché degli utili appunti per i combattimenti.

Stabilito ciò, si entra nel vivo del regolamento, che come già accennato utilizza un mazzo di 40 carte da utilizzare sia nei combattimenti che nelle prove abilità. Come prima cosa, dovremo suddividere le carte in 3 mazzi:
Eroe (utilizzabili nei combattimenti, stabiliscono le nostre capacità di attacco e di difesa estraendole e confrontandole col set nemico per stabilire i danni provocati e subiti);
Successi & Fallimenti (oltre a valutare l’iniziativa durante gli scontri, stabiliscono se avremo superato o fallito una determinata prova);
Nemici (come le carte Eroe, ma riguardanti i nemici)

Sarà il testo, nel corso della storia (o meglio, delle varie storie) a indicarci quali carte comporranno ciascun mazzo. Potremmo addirittura guadagnarne di nuove (positive o negative), che influenzeranno notevolmente le nostre percentuali di di riuscita. Oltre alla fortuna, sarà dunque importante una giusta dose di strategia. Questo vale sia nelle nostre scelte (comportarci come fossimo un vero barbaro sarà molto più vantaggioso per noi), sia durante gli scontri, potendo spesso stabilire se attaccare o difendere. Nel primo caso, potremo infliggere danni per primi… ma se difendiamo, potremo vedere in anticipo le carte estratte dall’avversario.
Se sapremo comportarci a dovere, diventeremo dei perfetti maestri di carte, che Yu Gi Oh spostati proprio!

LA MIA AVVENTURA:

Pur essendoci ben 5 corti tra cui scegliere, penso sia giusto cominciare dal principio. Per questo motivo, ho scelto di condividere con voi i miei primi passi nel “La torre dell’elefante”, che peraltro è anche il racconto disponibile sul sito di Officina Meningi come estratto gratuito al seguente link:

https://officinameningi.ecwid.com/IL-SANGUE-DEL-BARBARO-FREE-DIGITAL-PREVIEW-p466499267

Non vorrei che questo aspetto passi inosservato, ma ritengo che sia da elogiare questa iniziativa ricorrente nell’offrire una demo dei propri prodotti, anche perché in un susseguirsi di uscite (e in un periodo in cui le finanze vengono messe a dura prova) ciò consente ai più incerti di tastare con mano l’effettiva qualità di un’opera in vista di un possibile acquisto.
Ma ora sto divagando: abbiamo un elefante che ci aspetta! Un elefante, come potete notare, molto, molto arrabbiato. Non so voi, ma a me ricorda qualcuno.

Sulla sua torre omonima si dice che sia celata un tesoro dal valore inestimabile, di cui sono desideroso di entrare in possesso. La mia prima tappa è la Città dei Ladri… e quale modo migliore esiste per rispettare le usanze di questa pittoresca cittadina se non rubando a un barbone? Pessima mossa, la gemma si rivela falsa e il barbone un astuto criminale che tenta di uccidermi per derubarmi di tutti i miei averi. Eh, già, esiste davvero gente meschina a questo mondo!
Me ne sbarazzo con relativa facilità, riempiendo le mie tasche di questa finta gemma, dopodiché mi imbatto in una vecchia e puzzolente taverna. Al suo interno incontro energumeni armati, mercanti infidi, aspiranti stupratori e urlatori seriali. Gente per bene, insomma. Tra questi, decido di avvicinarmi al tipo la cui voce rimbomba in tutto il locale, e che ha attirato una notevole folla attorno a lui. Chissà quali perle di saggezza sta condividendo, non posso assolutamente perdermele.

Il corpo di questo ciarlatano verrà rinvenuto più tardi, quando io mi sono già defilato con la lama insanguinata e la mitica torre dell’elefante che si staglia di fronte a me. Sono però ben disposto a lasciare a VOI l’onore di entrare e godervi tutte le trapp… ehm… ricchezze che nasconde.

CONCLUSIONI FINALI:

Inutile dire che con un team di autori simili, Officina Meningi non poteva davvero fallire. Ognuno di loro ha dato il suo contributo, offrendo le proprie esperienze e il proprio stile per garantire cinque storie con approcci diversi (una magari più investigativa, un’altra più d’azione, un’altra più ricca di codici ed enigmi… e così via) e, nonostante la brevità delle stesse, mi ha sorpreso scoprire quanti finali nascondessero. Dopotutto c’è un motivo se questi autori hanno un’ottima reputazione nel mondo dei librigame. Per quelli poi che non li avessero finora mai sentiti nominare (perché magari si affacciano al genere per la prima volta con un prodotto come questo che in effetti si rivela adattissimo anche a un pubblico di neofiti) potrebbero anzi nascere delle curiosità nell’acquistare altri libri di un autore la cui storia tra le cinque vi ha particolarmente conquistato.

Il risultato è dunque un’opera complessiva non solo bella da leggere, ma anche bella da giocare. Io poi che sono un amante delle innovazioni, continuo a elogiare il sistema di gioco che è stato introdotto, facile da apprendere e con un notevole potenziale ancora inespresso che mi fa immaginare altri futuri librigame di questo stampo. D’altronde, con le carte ci si può inventare davvero di tutto… e nutro un profondo rispetto verso l’iniziativa della casa editrice, che ha deciso di rendere questo Deck System di pubblico dominio, affinché altri autori possano sfruttarlo (e magari evolverlo) nelle proprie opere. A condizione di citarne la fonte, ovviamente.
Ribadendo dunque il mio particolare gradimento per questo librogame, ci tengo comunque a far presente alcuni piccoli difetti che ritengo corretto segnalare… giusto per dare a Cesare quel che è di Cesare (o in questo caso, a Conan quel che è di Conan), nel bene e nel male.
In primis, le carte: durante l’avventura, i mazzi andranno rimescolati molte volte, il che porterà a un frequente sfregamento delle carte stesse. Questo ne comporta un’usura quasi immediata. Per questo motivo, vi consiglio di provvedere a procurarvi al più presto delle apposite bustine… a meno che ovviamente non siate abilissimi nel maneggiarle con cura.

Anche la numerazione dei paragrafi delle rispettive storie presenta qualche imperfezione, dal momento che ogni volta che comincia un nuovo racconto riparte dal numero 1. Soprattutto nelle storie centrali, questo puo generare confusione durante il passaggio da un paragrafo all’altro, siccome c’è il rischio di finire nel paragrafo di una storia vicina. Ciò poteva essere risolto con un piccolo espediente, ossia aggiungendo un simbolo o una lettera accanto al numero di paragrafo di ciascuna storia. In questo modo, se ad esempio dovessi recarmi al paragrafo 26C e sfogliando in fretta le pagine dovessi finire nel 26D mi accorgerei subito che qualcosa non quadra.
La mia ultima segnalazione riguarda infine il font del testo:

Qui ho voluto fare un confronto tra due prodotti della stessa casa editrice: il sangue del barbaro e the horror gamebook, scegliendo in entrambi i casi una pagina con ampio testo. Noterete che c’è una certa differenza, che può comportare uno sforzo agli occhi sia nei soggetti più sensibili, sia in quelli che soffrono di qualche disturbo come la dislessia (quest’ultimo caso l’ho vissuto da vicino).
Sia chiaro, non sono difetti tali da influire sul giudizio finale, che rimane pienamente positivo. Ma se c’è spazio per il miglioramento, è giusto dirlo.
Concludo col ribadire ancora una volta che quest’opera mi ha lasciato davvero un’ottima esperienza, non solo di lettura ma anche di gioco… che a mio avviso è una combo perfetta, se si parla di prodotti ibridi come i librigame che mirano a mescolare entrambi gli elementi in un perfetto equilibrio, senza il rischio che qualcuno sovrasti sull’altro, rendendo conseguentemente l’opera troppo pesante da leggere o troppo complessa da giocare.
Ora sta a voi che mi leggete fidarvi delle mie parole e correre al più presto ad acquistare quello che a mio avviso rientra nei librigame imperdibili di nuova generazione (peraltro a un prezzo davvero irrinunciabile), così da diventare anche voi dei maestri di carte come quel celebre personaggio…

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Roberto Bucciarelli alias Powerbob nasce nel 1993 a Tivoli, vicino Roma. Ragazzo creativo e fuori dalle righe, nella sua vita sono importanti tre cose: sua moglie Silvia, il Luton Town (squadra di calcio inglese) e i librigame, di cui è appassionato fin da piccolo... e di cui aspira a esserne autore. Il suo motto è: "la vita è una storia a bivi!"