Witch Strandings – Recensione – PC

Witch Strandings – Recensione

In Witch Strandings siamo un punto di luce che per magia si ritrova e si muove in una foresta open world. Creando percorsi attraverso le zone più impervie, prendendoci cura delle creature che lì vivono e riparando antiche strutture dobbiamo assicurarci che la Foresta guarisca dall’attacco di una Strega che l’ha praticamente distrutta. E prima o poi dovremo anche affrontare questa strega.

Witch Strandings è un gioco di tipo Strand. Come ci ha insegnato Kojima, i giochi Strand sono un genere in cui si lavora tanto ad un progetto talmente vasto che spesso non si sa nemmeno bene a che cosa questo progetto porterà. Soprattutto attraverso le interazioni sociali, il miglioramento dell’ambiente circostante, il collegamento di posti lontani tra loro e la sconfitta del nemico che vuole distruggere tutto, ci si prende cura del mondo e si raggiunge il risultato finale del gioco. Qui è tutto molto simbolico, rispetto a Death Stranding, ma il principio è lo stesso.

Si parte dall’esplorazione di questo mondo reticolato che è fondamentale. Bisogna crearsi passaggi in zone pericolose per proseguire e aiutare animaletti, una volta esseri umani, in difficoltà. Nel frattempo la foresta ed i suoi abitanti ci raccontano le loro storie che sono variegate ed interessanti e vanno dalla più spensierata alla più truce; potremo imbatterci in racconti divertenti come in racconti orribili a seconda del posto in cui ci troviamo, senza alcuna discriminazione, così come nella vita reale. Questi animaletti avranno fame, sete, si sentiranno malati o turbati e a seconda del loro problema dovremo trovare la cosa giusta da portare loro per aiutarli.

La parola chiave è AIUTARE. Aiutare anche l’ambiente circostante così piegato dal passaggio di questa Strega cattiva che l’ha reso un posto inabitabile e pieno di insidie. E soprattutto diviso.

Dovremo riparare strutture in rovina e ricongiungere posti distanti tra loro; così facendo sbloccheremo il viaggio rapido, utilissimo per velocizzare alcuni processi, ma non tutti. Per esempio non sarà possibile portarci oggetti viaggiando velocemente e perciò capirete che un altro aspetto fondamentale di questo gioco è il punta e trascina.

Purtroppo, come lo sviluppatore stesso si premura di dire, il titolo non si presta ad essere giocabile da chi ha sviluppato problemi a causa dell’eccessivo utilizzo del mouse per periodi troppo lunghi. Essenziale in Witch Strandings è il continuo scivolare sullo schermo utilizzando il mouse. Ottima l’opzione aggiunta che consente di trascinare gli oggetti senza tenere premuto il tasto, ma non ottimizza del tutto il grande sforzo che pesa sul polso. Anche da noi la raccomandazione di non esagerare con sessioni prolungate di questo gioco per evitare eccessivo stress a dita, polso e tendini.

Tutti gli oggetti che potrebbero tornare utili, quindi, andrebbero portati dietro passo passo allo scopo di non ritrovarsi poi ad averne necessità troppo più avanti e dover tornare indietro a prenderli e trascinarli. Ciò che ti lasci alle spalle è a volte impossibile da andare a riprendere con semplicità, ma penso che ciò faccia parte della complessità del gioco: bisogna organizzarsi o trovare oggetti più vicini a dove si è. La bravura sta proprio nel crearsi percorsi facili da ripercorrere al bisogno, ricordarsi cosa ci si è lasciati alle spalle e magari portarsi dietro le cose utili mano a mano che si prosegue.

Nel gioco trascorre il tempo che segna anche una sorta di salvataggio automatico. Il menù consente di sapere come si sta procedendo e quanti obiettivi sono stati raggiunti, oltre a dare la possibilità di salvare in qualsiasi momento.

È possibile morire. Se si fa attenzione non capita spesso, ma nella difficoltà di trascinare il cursore continuamente ci si può soffermare troppo su una piastrella pericolosa e perdere tanta salute fino a morire. In questo caso noterete ancora di più la somiglianza delle dinamiche di questo titolo con quelle di Death Stranding, perché si ritornerà in vita seguendo un filo luminoso che ricondurrà in un posto sicuro dove riemergere.

Witch Strandings è qualcosa di diverso dal solito, stuzzica la curiosità e la voglia di scoprire cosa si nasconderà dietro l’ennesima zona inesplorata. Come potremo aiutare? Quale storia ci verrà raccontata? Quando incontreremo la strega colpevole di tutta la sofferenza del posto? È una lore molto romantica e fantastica, sebbene inserita in un contesto simbolico di icone e quadrati.

Scrivere rappresenta tutto ciò che sono, il resto è aria. Conviviamo in tanti nella mia testa e stiamo tutti una favola. Amo ciò che si lascia interpretare: non ho bisogno di sapere tutto, ditemi qualcosa, il resto me lo invento io. Libri, film, serie tv, videogiochi, manga, comics, anime, cartoni, musica... da tutto ciò che è intrattenimento posso imparare tanto e posso soprattutto trarre ispirazione, quindi ringrazio che esista. Ciò non significa che io non possa criticare anche ciò che amo, lo amo ugualmente senza per quello esserne accecata. It's fine to be weird. Live free or die. Canzoni della mia vita: The Riddle (Five for Fighting), Una Chiave (Caparezza), Dream (Priscilla Ahn). Film della mia vita: Donnie Darko, Predestination, Big Fish, The Shape of Water, Men & Chicken... Non esistono sessi, non esiste una sola forma d'amore, non è tutto bianco, non deve sempre vincere la maggioranza se la maggioranza è ferma nel Medioevo.
Alessia Lara Padawan – Romana, youtuber, nerd fino al midollo, adora film, serieTV, cartoni animati ed è malata da anni di una grave forma di dipendenza dai videogames. Il suo motto è: “Se credi anche lontanamente che ne valga la pena… allora GIOCALO!”