The Elder Scrolls Online: High Isle – Recensione
High Isle è l’ultima espansione di The Edler Scrolls Online, che ci offre una location nuova di zecca e tutta una nuova serie di problemi da affrontare che come al solito spetta a noi risolvere. Allontanandoci dalla pericolosa minaccia dei Vendicatori delle altre espansioni, i problemi nell’arcipelago di Systres sono relativamente semplici tra intrighi politici e giochi di carte, sì avete capito bene, un nuovo Gwent all’orizzonte? Venitelo a scoprire continuando a leggere la nostra recensione senza spoiler!
High Isle segue la fine della Guerra dei Tre Stendardi che è stata il fulcro dell’intera trama del gioco. Cercando accordi di pace nell’arcipelago di Systres, un misterioso gruppo di cavalieri noto come The Ascendant Order vuole interrompere tali accordi e continuare la guerra per ragioni sconosciute, ma perchè? Qui entrano in gioco la politica, le classi sociali, gli intrighi e chi più ne ha più ne metta!
La complessa trama principale di politica, onore, gloria e intrighi fa un ritorno al tipo di narrazione classica della serie Elder Scrolls. Le cose sono complicate, con una profondità che inizia a mostrarsi mentre ci si addentra nella storia e nelle motivazioni dei personaggi coinvolti. High Isle sembra una boccata d’aria fresca parlando di narrazione, si ha l’impressione all’inizio che il ritmo di questa nuova storia cambi radicalmente, ma poi come sempre si ricade nei soliti clichè, e vedere dove si vuole andare a parare è l’unico scopo che ci ha spronati a proseguire, oltre ad un simpatico gioco di carte, ma di questo non voglio svelarvi troppo. Ovviamente parliamo della nostra esperienza non solo con questa nuova espansione ma anche con le precedenti.
The Elder Scrolls: High Isle – Recensione – Tutto all’inizio sembra qualcosa che poi non è!
A proposito di cambio di ritmo, nel dlc High Isle come vi abbiamo accennato è inclusa una modalità di gioco nuova di zecca che dovrebbe fungere da passatempo tra missioni, immersioni nei dungeon e scavi alla ricerca di antichità. Sto parlando di Tales of Tribute, un nuovissimo gioco di carte da tavolo in game, che può essere giocato in qualsiasi taverna del mondo di ESO.
Tales of Tribute, oltre ad essere il nuovo mini gioco per fare una pausa tra una cosa e l’altra, offre nuovi oggetti da collezionare, oltre a una nuova fonte di ricompense. Si possono infatti raccogliere diverse carte per il nostro mazzo viaggiando per il mondo e giocando nella varie taverne. Inoltre si possono guadagnare oro, materiali di fabbricazione e altre ricompense. Diciamo che è molto simile a Gwent per certi versi. Ma non vogliamo dirvi di più, scopritelo da soli perché secondo noi è l’unica cosa positiva di questo dlc.
Non possiamo nemmeno dire che dungeon e caverne siano qualcosa di rilevante di cui parlare, innanzi tutto i boss si contano sulle dita di una mano, e poi sono incredibilmente anonimi, affrontarli e batterli è stata normale routine. Quindi cosa c’è di nuovo e appassionante in questa espansione a parte il gioco di carte e la nuova location? Niente, tutto rimane ancorato a qualcosa di già visto, anche se sicuramente Bethesda e Zenimax ci provano a mescolare le carte, questo gli va riconosciuto.
Questo capitolo interamente dedicato a politica e intrighi è diverso dai precedenti perché punta alla storia più che all’azione, si può dire che è un ritorno al passato che forse i fan più affezionati apprezzeranno, ma la sostanza, il cambiamento, l’innovazione reale non c’è. Lo so che le avete già lette queste considerazioni sulle nostre pagine, perché le abbiamo scritte anche delle precedenti espansioni, ma è inevitabile quando l’unica cosa che cambia in un contenuto è il titolo.
Ci siamo divertiti ad andare a cavallo su e giù dal punto A al punto B, all’inizio! Perchè poi la questione è diventata tediosa! Magari ci veniva detto di raggiunge il punto A dal lato opposto dell’isola per poi tornare al punto B solo per dialoghi fini a se stessi. I compagni di viaggio per chi gioca da solo saranno sicuramente essenziali, Ember e Isobel hanno caratteristiche e abilità diverse che sono molto utili nel corso dell’avventura. Piccola curiosità: la voce di Isobel è della bravissima Laura Bailey, (Abby in The Last of Us 2).
La versione giocata da noi su PS4 ci ha dato qualche problemino in termini di bug, ma niente che potesse rovinare l’immersività del titolo.
Per concludere noi siamo sempre dell’idea che questo titolo ha espresso tutto quello che poteva e questi contenuti aggiuntivi per arricchire la trama sicuramente stanno per giungere al termine. Per i fan della serie questo è sicuramente un capitolo da non perdere, anche se ciò che offre di nuovo (Tales of Tribute) è la vera ventata di aria fresca del titolo per noi.
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