La luna del raccolto – Recensione
C’era una volta un contadino che, seccato da continui furti di ciliegie dai suoi alberi, un giorno mise un cartello per intimorire i ladri: “Attenzione, un albero è avvelenato!”. Il giorno dopo il contadino trovò un altro cartello sotto al suo: “Ora sono due!”. Morale: il contadino morì di fame (evidentemente mangiava solo ciliegie, non venite a fare i pignoli!)
Rieccoci qui, sulle pagine (virtuali) di Nerdream dopo una lunga, lunghissima attesa. Vi ho fatto attendere prima di poter leggere una mia nuova recensione… Ma vi assicuro che avevo dei validi motivi!
Non è un caso che io abbia citato il concorso annuale che si tiene sul forum Librogame’s Land, dal momento che la casa editrice Librarsi ha selezionato anche quest’anno un titolo omaggiandolo del premio più ambito: la pubblicazione! Siamo ancora in trepida attesa di poter leggere una versione ampliata del racconto dell’anno scorso, che andrà a inserirsi in quella collana di corti di cui ho parlato nella mia ultima recensione. Oggi restiamo ospiti in casa Librarsi (la seconda casa più famosa al mondo dopo casa Vianello) parlando di un librogame molto più corposo: la luna del raccolto! Da non confondere con quello che ho scoperto essere l’omonimo hotel extra lusso… Anche perché, se sbagliate elemento da prenotare, rischiate di spendere “qualche centesimo” più di 17,90€.
La luna del raccolto (il librogame, torno a dire) fa parte della collana Realitygame, che non è una collana di librigame ispirati ai reality show (anche se non sarebbe male come idea. Autori che mi leggete, a buon intenditor…) bensì racconti con tematiche attuali, dove affronteremo la vita di tutti i giorni. Niente maghi, niente draghi, niente cyborg né oscure divinità greche… Ma la sola, nuda e cruda realtà. Nel caso di oggi, quella contadina.
Non lasciatevi però ingannare dalle apparenze: come avrete notato dalla mia solita intro in grassetto, la vita di un contadino può rivelarsi ben più ostica di quanto possiamo immaginarci. Soprattutto se la penna appartiene al buon Marco Zamanni, autore del cosiddetto Zakimos System, da cui prende il nome la sua pagina Facebook/Instagram dove tutti gli appassionati del mondo dei librigame hanno la possibilità di leggere interessanti riflessioni in questo mondo in forte crescita, nonché scoprire diversi retroscena delle sue personali opere.
Direi che ho stuzzicato abbastanza la vostra attenzione, quindi non ci resta che addentrarci nel dettaglio di questa originalissima opera.
La luna del raccolto – Recensione – REGOLAMENTO
Non c’è un’esplicita sezione dedicata al regolamento, che invece ci viene spiegato passo dopo passo accompagnandoci lungo l’intera opera. In questo modo, avremo la possibilità di abituarci fin dall’inizio ai passaggi più elementari e, solo quando avremo preso abbastanza dimestichezza, saremo pronti per qualcosa di più elaborato.
In ogni caso, tutto ruota attorno a una mappa di gioco:
Questo schema rappresenta Villa Rosa, una vecchia tenuta agricola abbandonata che abbiamo deciso di acquistare e di riportare in auge. L’area attorno alle quattro caselle di mattoni indica lo spazio che potremo utilizzare per coltivare campi, allargare la villa e molto altro ancora. Dobbiamo però ricordarci che, come ogni essere umano che si rispetti, anche noi siamo soggetti alla fatica. Pertanto, possiamo spendere un massimo di 10 punti azione (dal limite aumentabile col passare del tempo) prima di crollare a letto esausti. Il giorno dopo, saremo pronti a rimetterci in moto (non letteralmente, la moto tocca acquistarla col vile denaro) ed eseguire tutti i compiti che riterremo opportuni.
Fatto curioso: il tutorial del regolamento non ci viene spiegato da un contadino, bensì da un becchino. Dopotutto, chi più di lui può considerarsi un autentico esperto nel campo? Letteralmente, voglio dire! Avete mai visto l’erba di un cimitero fuori posto? È sempre florida e rigogliosa nonostante ogni possibile… ehm… “incidente”.
La luna del raccolto – Recensione – LA MIA AVVENTURA
Il mio nome è Ari, che altri non è che un diminutivo di Arianna o Ariele. Fin da subito capirete dunque che possiamo interpretare a nostra scelta un personaggio sia maschile che femminile, mantenendo nel corso della storia un riferimento neutro nei nostri confronti tranne nei paragrafi dedicati a uno specifico personaggio.
Scelta azzeccata, oserei dire, soprattutto per venire incontro a lettori/lettrici di entrambi i sessi senza utilizzare un genere unico come capitato in altri librigame.
Come già accennato nel regolamento, ho deciso di acquistare una vecchia azienda agricola chiamata Villa Rosa nella speranza di realizzare il mio sogno. Grazie ai sapienti consigli del mio vicino becchino, apprendo fin da subito le basi del mestiere. Debbo dire che sono sorpreso del suo aiuto, soprattutto considerando che non si limita a spiegarmi cosa fare. Anzi, mi regala dei semi, ara ben due campi al posto mio e mi dona addirittura 200 monete. Probabilmente si aspetterà di venire ripagato… “in natura”.
Visto che mi avanza del tempo, decido di fare anche una capatina in paese. Qui mi imbatto in un giovane ed esuberante mercante che mi propone un accordo promozionale secondo il quale lui acquisterà ogni mio prodotto in cambio dell’esclusiva: il marchio di “Villa Rosa” dovrà essere presente solo nel suo bancone e da nessun’altra parte. Spinto dal suo entusiasmo (ha già pronto il logo, i cappelli, le magliette e i peluche di Villa Rosa), accetto la sua proposta pur sapendo che probabilmente me ne pentirò presto. Non volendo chiudere la giornata coi rimorsi, decido di entrare in un negozio… Dove offendo la commessa che mi accusa di sessismo. Insomma, dalla padella alla brace.
Ma in fondo, domani è un altro giorno. Un giorno che dedico interamente al raccolto: aro un nuovo campo, semino nuovi semi di carote che ho acquistato… E infine ricevo la visita del becchino, che spero sia fiero dei miei progressi. Invece ha la mia posta. Con le tasse. Di 500 monete! Che però ha pagato lui (la sua generosità è sempre più sospetta).
A quanto pare, aprire un’attività non è così semplice (e gratuita) come pensavo. Dovrò rimboccarmi le maniche per non farmi trovare impreparato!
La luna del raccolto – Recensione – CONSIDERAZIONI FINALI
Parto subito col dire che la luna del raccolto sale al primo posto della mia classifica personale per quanto riguarda i migliori librigame sul mercato. D’altronde si sa che “in un genere (quello del libro-game) saturo di maghi, cavalieri, orchi e draghi, ci vuole una notevole dose di coraggio e spregiudicatezza per buttare tutto all’aria e ripartire da zero tentando strade inesplorate e affrontando argomenti come l’agriturismo e il commercio” (semi cit.)
Sono sincero, all’inizio ero abbastanza titubante perché, malgrado un vivo interesse sul prodotto, avevo paura che una meccanica di tipo gestionale potesse risultare troppo complicata da gestire… e invece mi sono ricreduto, rimanendo a dir poco esterrefatto da un sistema di gioco sì elaborato ma estremamente divertente da giocare nonché semplice da imparare, con livelli di difficoltà via via crescenti.
Basti pensare che all’inizio si viene tuffati in questo mondo agricolo senza una completa conoscenza del campo (letteralmente), con pochi spiccioli e poche energie da gestire. Pertanto mi sono ritrovato a simulare i primi giorni coltivando in quei pochi campi liberi solo della banalissima insalata mangiucchiata dagli insetti.
Eppure, superando le avversità e sfruttando al meglio le risorse a disposizione, ho terminato il libro con una villa ampliata, piantagioni di verdure extralusso come se non ci fosse un domani, gestendo persino un B&B con connessioni Wi-Fi. Insomma, la progressione degli eventi è stata magistrale! E considerate che alcuni livelli di difficoltà sono facoltativi, ad esempio il B&B sono stato io sadico ad accettarlo nonostante la premessa nel testo che specificava fosse un’opzione solo per esperti.
Non che anche la versione priva di questa miglioria non nasconda insidie, sia da intenderci. Non adagiatevi sugli allori solo perché avete racimolato una discreta somma di denaro o perché i vostri campi crescono rigogliosi, perché potrebbe capitare un evento inaspettato capace di mandare all’aria tutto il vostro duro lavoro. Nulla che non possiate risolvere acquistando gli oggetti giusti (sistema anti-incendio, trappole per topi, ecc) o parlando coi vari personaggi secondari sparsi nella mappa di gioco.
L’esplorazione dei luoghi unita al dialogo con i personaggi sarà necessario anche per svelare i numerosi misteri che circolano su Villa Rosa, sugli abitanti della vicina cittadina, nonché sugli animali che circolano in giro. Vi consiglio di tenere d’occhio soprattutto le galline: le vedo che stanno sempre covando qualcosa…
Arriverete presto al punto in cui sarete combattuti se spendere le vostre energie per mandare avanti la vostra carriera da contadini oppure andare alla ricerca di indizi utili per la vostra indagine. Il librogame simulerà in tutto due anni, passando per tutte e 4 le stagioni (ognuna con i suoi eventi casuali e speciali). Il secondo anno potrebbe apparirvi più rapido semplicemente perché alcune azioni saranno sempre uguali, quindi anziché recarvi ogni volta in un dato paragrafo (o una sequenza di paragrafi) potreste più comodamente fare il calcolo a mente e basta. O almeno a me è capitato di fare così. Non l’ho ritenuto un grosso difetto, ma devo essere obiettivo e immagino che non a tutti potrebbe far piacere questa estrema ripetizione di azioni. Ciò comunque nulla toglie alla qualità dell’opera, che resta di altissimo pregio. Marco Zamanni credo abbia mostrato davvero di che pasta è fatto, realizzando un prodotto fresco, originale, divertente e spassoso.
Non lasciatevi scappare l’occasione di vivere da vicino la vita degli agricoltori senza alzare un muscolo (se non per lanciare di tanto in tanto il dado). Ari vi aspetta!
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