Questo è l’episodio di Black Mirror più allegro e simpatico della serie. Chiude tutte le stagioni con un sorriso e, se vogliamo, con una nota di speranza per il futuro visto che è quello con l’happy ending più classico al mondo: i buoni vincono.
La terza e ultima puntata della quinta stagione di Black Mirror è anche la conclusione del nostro viaggio all’interno di questo incredibile e a volte terrificante mondo.
É una storia che si apre parlando di qualcosa che la maggior parte di noi può comprendere; il grande ruolo che ha la musica nella nostra vita, in termini di sostegno morale, evasione e bisogno di sentirsi compresi.
Non potrei vivere senza musica è una frase che sento dire spesso e non solo da chi crea musica. Per quel che riguarda me questa dichiarazione è un eufemismo, la musica fa parte di me e delle mie giornate da quando ero nel carrozzino.
La nostra protagonista è un’adolescente che non solo sta attraversando uno dei periodi più difficili della crescita, ma anche uno dei più difficili della sua vita, avendo appena perso la mamma. Così l’importanza che dà alla sua cantante preferita va ben oltre il semplice apprezzarne la musica. Tale Ashley O è per lei l’unica amica, l’unica in grado di parlarle attraverso le sue canzoni e capirla profondamente.
Qui scatta subito la precisazione che ognuno ha i suoi gusti in fatto di musica come in fatto di qualsiasi altra cosa. La critica a Rachel non è tanto per il tipo di musica che ascolta, ma più per la sua completa devozione a Ashley. Idolatrare gli artisti non è mai salutare, ma gli adolescenti spesso lo fanno. Da adulto si comprendono poco i gusti di Rachel, visto che Ashley O rappresenta un genere di musica che parla sicuramente agli adolescenti, ma che è molto poco interessante per il resto della popolazione.
Sono sempre pareri personali, perché per come la vedo io in ogni genere musicale e per ogni artista è possibile trovare almeno un pezzo buono, quindi io ascolto sempre tutto, però Ashley O non è il tipo di artista che fa presumere una fama che riecheggerà nei secoli, ecco. È più la classica meteora che funziona finché c’è un pubblico giovane che la segue e poi quando quel pubblico giovane cresce comincia ad eclissarsi.
È proprio per questo che l’altra protagonista che seguiamo, proprio la star Ashley O, ha un momento di crisi e di crescita interiore che le fa odiare quello che sta facendo e che la porta a dire di voler fare altro. Credo che in parte questo sia un riferimento alla stessa carriera di Miley Cyrus che interpreta la parte. Tra l’altro apro e chiudo parentesi: lei bravissima nel doppiaggio, ma davanti alla telecamera…meh.
Sì, perché la tecnologia spettacolare di Black Mirror qui crea una sorta di bambolina venduta in tutto il mondo, un robottino tipo Eve di Wall-E, che ha al suo interno parte della coscienza della vera Ashley. Quindi il fan di turno si compra questa cosa, la fa girare per casa e la tratta come un’Alexa facendo domande a cui la bambolina risponde con la voce di Ashley e con la conoscenza e la consapevolezza di Ashley. Ecco perché dicevo che Miley Cyrus ha lavorato anche al doppiaggio.
Rachel, la nostra protagonista, compra subito la bambola. Qui un attimo di usuale considerazione sul fatto che questa tecnologia a quanto pare non costa tanto, è talmente di base che se la possono permettere tutti, perché non è che la nostra famiglia sia ricca eppure la Ashley Too (così si chiama la bambola) viene acquistata subito.
Ashley ha in comune con la sua grande fan Rachel il dolore per la perdita di entrambi i genitori, non solo della mamma, e di lei si cura la zia che le fa anche da manager.
Appena la zia fiuta la possibilità che la crisi di Ashley non le faccia più guadagnare soldi a palate corre ai ripari: con un’overdose di farmaci la manda in coma per liberarsi del problema. Qui abbiamo il solito assaggio della parte terrificante presente in tutti gli episodi di Black Mirror.
Mandandola in coma la zia riesce ad estrapolare dalla testa della nipote canzoni per il nuovo album senza dover lottare contro la sua crisi artistica. Nel frattempo la bambolina in possesso di Rachel impazzisce, dopo aver sentito al telegiornale la notizia del coma della sua versione umana, e per non saper né leggere né scrivere Rachel e la sorella la collegano ad un pc per riattivarla. Così facendo le tolgono non so bene che filtro e ottengono una Ashley in tutto e per tutto, però chiusa nel corpo del robottino.
Da qui l’aspetto comico della puntata dato unicamente dalla bravura della Cyrus come doppiatrice della bambolina che è piccolina e caruccia ma senza filtro impreca come non mai. Parte una corsa contro il tempo per impedire alla zia di togliere ogni diritto sulla sua musica alla nipote in coma e parte anche una corsa nel tentativo di riprendersi la sua vita che Ashley può intraprendere solo con l’aiuto delle due ragazzine accanto a lei.
E ce la farà. Questa è una puntata di Black Mirror in cui va tutto per il verso giusto, tutto funziona come le protagoniste vogliono anche se niente depone a loro favore. È un episodio non solo interpretato da giovanissimi, ma anche fatto per un pubblico di giovanissimi che per la maggior parte vuole l’happy ending in cui i buoni vincono e i cattivi vengono sconfitti.
Non sono tra coloro che vogliono per forza un brutto finale, penso di averlo già detto più volte, anzi sono a favore degli happy ending seppure non vengano sempre intesi da tutti allo stesso modo. In questo caso, perfino io posso classificare la chiusura della puntata come gigantesco happy ending anche un po’ sciocco, se vogliamo, proprio ingenuo e banalissimo. Però ci sta.
La Ashley umana si risveglia dal coma, sconfigge la zia, porta la sua carriera nella direzione che desidera, diventa amica delle due ragazze che l’hanno aiutata e perfino il robottino Ashley si tiene la sua coscienza come fosse un essere vivente a parte. Meglio di così…
E ripeto che nonostante il tutto vada decisamente contro lo stile tenuto fino a questo momento da Black Mirror non è poi un finale di stagione così orribile. La puntata ha dei momenti di divertimento, dei momenti di riflessione, dei momenti di serietà ed è cosparsa di quella tecnologia futuristica che abbiamo imparato ad apprezzare enormemente nel corso delle stagioni.
In più sia il tema di fondo della musica che è fondamentale per chi la crea e per chi la ascolta, sia il tema dell’avere apparentemente tutto il mondo ai tuoi piedi grazie alla fama, ma di fatto essere completamente solo e sfruttato da chi dovrebbe amarti, sono temi entrambi trattati piuttosto accuratamente pur essendo inseriti in un contesto a volte buffo.
Le tre ragazze sono tutte e tre personaggi positivi e apprezzabili. Ashley con la sua voglia di crescere come artista e ben felice, come si vede sul finale, di creare il tipo di musica che la rappresenta di più anche se quello significa perdere fan. Che poi per un vero artista dovrebbe essere preferibile un pubblico solido e sempre presente ad un pubblico che fa massa all’inizio, ma che è destinato a lasciarti. Rachel più matura e più consapevole di se stessa, che ha dimostrato di avere il fegato di aiutare un’altra persona anche a rischio della propria incolumità, nonostante fosse afflitta dal dolore per la perdita della madre e dalla solitudine. E Jack, la sorella maggiore di Rachel, che invece di comportarsi solo da stereotipo di sorella che prende in giro la minore per i gusti musicali e per le frivolezze da adolescente è in più di un’occasione di sostegno e un valido esempio da seguire.
Così si conclude la nostra avventura nelle cinque stagioni di Black Mirror. È un mondo talmente vasto e aperto a così tante considerazioni che quasi di sicuro non ho detto tutto ciò che avevo da dire e non ho toccato tutti gli argomenti che c’erano da toccare. Ma ovviamente sono sempre qui per chiunque avesse da aggiungere pensieri e per chiunque abbia voglia di parlare della serie.
Grazie per avermi seguito fino a qui e alla prossima!
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