Animali Fantastici I Segreti di Silente – Recensione Senza Spoiler – David Yates

Animali Fantastici I Segreti di Silente – Recensione

Siamo stati all’anteprima stampa di Animali Fantastici: I segreti di Silente, in uscita al cinema il 13 aprile, e siamo pronti a dirvi la nostra su di un film che taglia ancor più nettamente con l’inizio della saga, riuscendo in parte a migliorare rispetto al secondo capitolo.

Animali Fantastici I Segreti di Silente – Recensione – Cosa accade in questo terzo episodio?

Se il primo capitolo di Animali Fantastici ci aveva convinto, seppur così distaccato dal mondo di Harry Potter dal quale aveva ereditato il pubblico in sala, il secondo capitolo ci era parso un netto passo indietro; ora la saga ci riprova presentando una variazione nel cast, con Mads Mikkelsen nei panni del nuovo Grindelwald ed un cambio di registro abbastanza evidente.

Alla fine della fiera siamo sempre lì, in un limbo tra luci ed ombre, tra certezze e dubbi che ci attanaglieranno ancora, visto che anche questo capitolo è un capitolo di transizione e ci aspettano dunque altre visioni da aggiungere a queste prime tre.

In questo terzo capitolo saremo in un periodo temporale successivo a quanto visto ne I Crimini di Grindelwald ed ora il villain è realtà concreta sotto i nostri occhi e vuole definitivamente distruggere i Babbani, utilizzando ogni mezzo a sua disposizione.

Quello che serve però a Grindelwald è una riabilitazione della sua immagine, un qualcosa che possa trasformarlo da “nemico pubblico numero uno” a paladino del mondo magico, un vero e proprio miracolo. Tale miracolo sarà riposto in una rarissima e pura creatura magica, il Qilin, sulle cui tracce c’è però anche il “protagonista” della saga Newt Scamander (Eddie Redmayne).

Perché abbiamo messo le virgolette? Perché dobbiamo interrompere questo piccolo excursus sulla trama per sottolineare una cosa importante: in questo capitolo Newt finisce per essere quasi un comprimario della saga in cui era protagonista indiscusso all’inizio, venendo  un filino schiacciato dai personaggi di Silente e Grindelwald. Sarà un male? Forse no.

Tornando alla trama, Newt sarà sulle tracce dello stesso animale, inviato da un Albus Silente pronto a porre fine al patto di sangue tra lui e Grindelwald e a fermare il villain per salvare il mondo Babbano e lo stesso mondo magico.

Sarà proprio il patto di sangue, che impedisce un duello faccia a faccia tra i due, a spingere Silente a creare nuovamente un team “anti Grindelwald” per centrare l’obiettivo (con anche il piacevole ritorno di Jacob in squadra). La chiaroveggenza di Grindelwald però complicherà le cose e costringerà la squadra ad avere come piano d’azione l’idea di non avere un piano d’azione! Tutto deve essere lasciato al caso, perché solo in questo modo si potrà avere la meglio su chi può prevedere già ogni mossa dei suoi avversari.

Ci sarà poi spazio nel film per Creedence (ben interpretato da un Ezra Miller, nel quale vedo sempre la versione giovane di Severus Piton). Il suo personaggio è quello più sotto i riflettori dopo il precedente capitolo che ci ha svelato le sue origini ed il ragazzo farà i conti con il suo potere e con il suo passato.

Questa è in breve e senza spoiler la trama del film, che deve però fare i conti con una problematica sostanziale, ovvero quella di una non perfetta correlazione tra quelli che erano gli intenti e quelli che sono stati i risultati.

Se infatti l’idea del procedere a briglia sciolta, senza un piano, da parte del “Team Silente” è verosimile e divertente come incipit, il film spesso ci fa sembrare tutto posto su dei binari ben visibili, con un piano d’azione tutt’altro che assente ma al contrario ben architettato da un Albus Silente dannatamente OP (troppo potente, per chi non conoscesse i termini usati soprattutto nel mondo del gaming).

E così un personaggio come Grindelwald finisce per sembrare meno minaccioso di quanto un quasi perfetto Mads Mikkelsen provi a farlo sembrare.

Spendiamo due parole sul cambio attoriale nel ruolo di Grindelwald. Sicuramente siamo di fronte ad un villain totalmente diverso da quello interpretato da Johnny Depp, che era sicuramente più combattuto, molto più eccentrico e con l’aria da svitato… qui invece troviamo un pezzo di ghiaccio, un villain determinato a distruggere ogni cosa con la benevolenza di chi lo circonda senza mai scomporsi. E’ stato insomma come passare da Donald Trump a Vladimir Putin per intenderci meglio. A mio modesto parere sarebbe stato meglio optare per qualcosa che facesse sentire meno il cambiamento di rotta, ma non per demerito di Mikkelsen, come già detto quasi perfetto, al punto da farmi pensare che forse, fosse iniziato tutto già con lui, sarebbe stato ancor meglio (non me ne vogliate eh, massimo rispetto per Depp).

Insomma, per quanto Mads sia il cattivo più cattivo dei cattivi, nonostante sia in grado di leggere il futuro degli eventi… sembra sempre un passo indietro rispetto all’armata Brancaleone di Silente, perché il leader buono (un Jude Law sugli scudi) è veramente fenomenale nel costruire il modus operandi dei suoi ragazzi.

Animali Fantastici I Segreti di Silente – Recensione – Il faceto meglio del serio

Il film procede per 2 ore e 23 minuti, non reggendo a pieno ritmo per tutto il tempo, alternando serio e faceto, con il secondo più ficcante del primo.

Le situazioni comiche ci sono, sono molto in linea con quelle del primo episodio della saga e coinvolgono il pubblico che in sala si è spesso lasciato andare a qualche risata divertita, mentre le situazioni epiche sono paradossalmente molto meno dark di quelle viste nel secondo episodio!

Eppure, a ben vedere, sia le prime che le seconde situazioni appaiono situazioni per adulti, oserei dire mature, che continuano a snaturare il target di questa saga,  inizialmente orientata ai più piccini e che invece adesso si traveste ancora da intrigo magico vintage… cosa faranno i piccoli Babbani in sala? Toccherà aspettare l’uscita per capirlo, ma inizio già a cercare di capire dove ci si dirigerà nei prossimi due episodi.

Ci aspettavamo ad ogni modo ben altri epiloghi per la situazione di Creedence e quella di Queenie (Alison Sudol), ma soprattutto ci aspettavamo qualcosa di molto emozionante: la scintilla, invece, fatica ad accendersi, salvo in un paio di occasioni, guarda caso quando sullo schermo compaiono contemporaneamente Law e Mikkelsen.

La sceneggiatura è infatti un po’ debole, fin troppo schematica ed instradata su binari precisi… forse una delle maggiori debolezze dell’opera, che invece beneficia di una regia tutto sommato pregevole, con alcune trovate stilistiche interessanti, soprattutto nella gestione del grande potere di Creedence, e di questo va dato atto a David Yates.

Per quanto riguarda invece il comparto audio e video devo segnalare alcune cose.

La prima è inerente la fotografia, rea di incupirsi troppo in determinate scene, impedendo quasi di gustarsi appieno ciò che accade sullo schermo e di mascherare fin troppo una CGI che invece andava sfoggiata, anche perché a mio avviso ispirata. Soprattutto ad inizio film, nelle scene boschive, ho quasi avuto l’impressione di vedere un televisore dove la luminosità è stata impostata male, tendente al basso. Questo ha offerto sicuramente un maggiore contrasto con le scene di piena luce, dando un ottimo passaggio tra il male e il bene, ma ripeto, ha a mio avviso rovinato la visione di alcune parti del film, dove un po’ di visibilità in più sarebbe stata gradita.

La seconda è invece inerente la colonna sonora, dove forse per la prima volta in vita mia sono rimasto poco colpito dal lavoro di James Newton Howard, che di roba che porto tatuata nel cervello ne ha fatta tanta, ma che non mi ha catturato n* convinto mai del tutto durante la visione del film.

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Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”
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