Black Mirror – Approfondimento Stagione 3 Episodio 5 – Men Against Fire

Questo episodio di Black Mirror è crudo, amarissimo, è un pugno nello stomaco per quanto è terribilmente attuale.

L’episodio di Black Mirror Men Against Fire ci presenta un mondo in cui da anni ormai si combatte una guerra contro i Roaches (scarafaggi), creature dalle orrende fattezze che minacciano l’umanità, col loro DNA malato e la loro debolezza. Creature da estirpare. Così da anni gli esseri umani portano avanti un vero e proprio genocidio di questa razza di cui non deve rimanere alcun superstite.

I soldati che si occupano di eseguire le missioni di caccia e massacro si avvalgono di un impianto chiamato Mass. Molto simile al grain e ad altri impianti visti in Black Mirror, questo Mass permette ai soldati di avere direttamente di fronte ai propri occhi mappe di edifici e posti da controllare, immagini in tempo reale riprese dai droni, informazioni sulle persone che i loro occhi scannerizzano.


Stripe, il nostro protagonista, inizia ad avere problemi col suo impianto subito dopo uno scontro con due Roaches in cui gli viene sparato addosso il flash di un congegno creato proprio dai nemici. Il malfunzionamento lo porta a scoprire così che il Mass ha un’altra funzione: quella di far vedere ai soldati i nemici come creature inumane, quando in realtà sono umani esattamente come loro. La guerra che da anni si combatte è la più ignobile, squallida, atroce che si possa combattere, quella che mira al miglioramento degli esseri umani eliminando tutti quelli che sono deboli, malati, che portano tare nel proprio DNA. E dove l’abbiamo già sentita questa porcata? Eh, non si sono inventati poi molto.

La vera rivelazione finale però non è tanto questa capacità dell’impianto Mass di sollevare i soldati dal difficile compito di ammazzare senza pietà altri esseri umani per una ragione così ignobile, ma più il venire a conoscenza del fatto che i soldati sanno tutto e acconsentono di loro spontanea volontà prima all’impianto e poi alla rimozione dei ricordi riguardo a quello che l’impianto consente loro di fare: uccidere umani senza rimorsi.

Il messaggio che lancia Black Mirror qui è talmente chiaro e lampante che parlarne pare perfino banale, eppure quanto bisogno c’è invece di parlarne ancora e ancora, da anni, da secoli ancora oggi, ancora sempre le stesse cose ripetute e ripetute perché l’essere umano dalla storia non impara mai. E se impara, impara le cose sbagliate.

In Men Against Fire all’inizio si è già schifati per come queste creature vengono stanate ed uccise. Lo spettatore ha solo un punto di vista che è quello dei soldati. Li si vede gasati perché vanno ad uccidere, felici di andare a sterminare i Roaches che sono rimasti e già con quello io, ad esempio, mi ritrovo disgustata. Chi va con le armi spianate a buttare giù porte e ad ammazzare per me è psicopatico, orribile, terrificante, non importa quale sia la sua missione e non importa chi è il bersaglio sotto tiro.

Nemmeno il fatto che quelle siano creature mostruose, anche agli occhi dello spettatore stesso, riesce a dare una sorta di dignità a questi esaltati col mitra alla mano la cui missione nella vita è spargere sangue. Fanno schifo già così molto più dei mostri che vanno a cacciare.


Ad un certo punto della storia li rivaluti solo di mezza tacca considerando che ciò che hanno nel cervello li manipola a vedere e sentire in un certo modo. Non è una giustificazione, assolutamente, ma vedere che Stripe soffre per aver scoperto la verità e soffre ancora di più per i Roaches che ha già ucciso fa sperare che forse anche altri potrebbero reagire allo stesso modo e finalmente sentirsi le ignobili creature che sono.

Dovrebbero già sentirsi così, ripeto, perché lo spettatore non vede mai i Roaches essere davvero ostili nei confronti degli umani. Il solo fatto che si siano impegnati a costruire un congegno per annullare le capacità del Mass fa capire che loro preferiscono non essere ammazzati che difendersi ammazzando a loro volta. Quindi i soldati dovrebbero farsi un paio di domande e chiedersi se davvero queste creature tanto temute sono pericolose per gli uomini. Invece li uccidono e basta. Uccidono il diverso.

Una volta saputa la verità potrebbero rendersi conto doppiamente degli orrori commessi, invece ci viene detto che tutti sanno, che tutti i soldati acconsentono alla rimozione della consapevolezza che i Roaches sono esseri umani e a farsi impiantare il Mass che permette loro di vederli come mostri, di non sentire le urla emesse quando vengono uccisi, l’odore del sangue, della paura, della morte… Tutti i loro sensi vengono alterati perché diventino macchine da guerra perfette, che uccidono dandosi giustificazioni e senza alcun tipo di ripensamento. Tanto sono creature inumane, che problema c’è?


Curioso che nessuno dei soldati si sia mai chiesto se non sia sbagliato perfino uccidere creature non umane. No, mai nessuna domanda, obbedienza cieca agli ordini e basta. In questo episodio di Black Mirror non vedo poi tutta questa gran tecnologia. Penso che la guerra faccia già da sé ciò che fa il Mass: rende accettabile, dato che si vede il prossimo come un nemico, il fatto di scagliarsi contro esseri umani che nemmeno conosci, brandendo una bandiera di odio che è stato assolutamente inculcato.

Catarina, una dei Roaches che ha occasione di parlare con Stripe, dice una cosa spaventosa e verissima: qualche anno dopo l’inizio della guerra, la televisione, le autorità, tutti i mezzi di diffusione di massa, hanno cominciato a riferirsi ai nemici con il termine creature schifose e a furia di chiamarli così la gente ha cominciato ad odiarli e a vederli esattamente come creature schifose, anche senza l’ausilio del Mass. La potenza delle parole e il modo in cui vengono monopolizzate, alterate, abusate dai mezzi di comunicazione, soprattutto per spargere odio, è argomento attualissimo.

Ancora una volta abbiamo un episodio di Black Mirror in cui la tecnologia serve a farti vedere il mondo in un certo modo, serve a fregare il tuo cervello e i tuoi sensi. Si potrebbe dire che in questo caso lo fa all’opposto di ciò che abbiamo visto finora, lo fa al negativo, ma non è così. Dal punto di vista dei soldati la tecnologia serve ad un ottimo proposito: renderli indifferenti all’uccisione di un altro essere umano, una delle esperienze che più possono distruggere la vita e la psiche. Tolti gli odori, i suoni, la visione di quello che accade, e tolto soprattutto il senso di colpa per l’uccisione di un tuo simile, è tutto molto più facile.

Il Mass indora la pillola, la rende più digeribile, è un’altra di quelle tecnologie create per migliorarsi la vita che però, se smettono di funzionare, catapultano nella follia completa. Si potrebbe leggere anche in questo un messaggio preciso. Quando Stripe perde la funzionalità del Mass, comincia a sentire odori, percepisce le cose e le vede in modo diverso e si sente perso, confuso. Un po’ il soldato che non ha ordini da eseguire e sta fermo, perché non sa che fare se nessuno glielo dice. E quando finalmente c’è l’ordine da eseguire lo esegue, non importa quanto atroce possa essere. Ci dev’essere un limite al tipo di ordini che si eseguono anche in una guerra, no? Dove finisce il soldato ed inizia l’essere umano?


La mia considerazione è che questo è un episodio metafora molto più poetico rispetto alla cruda realtà. In Men Against Fire si presume con un po’ troppa convinzione che l’uomo si senta in colpa quando uccide i suoi simili, che spesso si trattenga dal premere il grilletto. Non la vedo così, per me gli esseri umani non hanno affatto bisogno del Mass e, anzi, in molte occasioni sono incentivati proprio dall’idea di uccidere membri della loro specie. Forse avrebbero più compassione di una razza aliena.

Del resto l’atteggiamento del personaggio di Raiman, quell’odio immotivato basato solo su indottrinamento e sulla convinzione che qualcuno sia meglio e più giusto di qualcun altro, lo vediamo ogni giorno attorno a noi; per la strada o sui social in modo più ridotto, nelle notizie sulla situazione mondiale in modo più estremo. Eppure sono ancora qui ad augurarmi che non ci sia bisogno di una tecnologia come quella di Black Mirror perché il buon senso finalmente prevalga negli esseri umani.

Scrivere rappresenta tutto ciò che sono, il resto è aria. Conviviamo in tanti nella mia testa e stiamo tutti una favola. Amo ciò che si lascia interpretare: non ho bisogno di sapere tutto, ditemi qualcosa, il resto me lo invento io. Libri, film, serie tv, videogiochi, manga, comics, anime, cartoni, musica... da tutto ciò che è intrattenimento posso imparare tanto e posso soprattutto trarre ispirazione, quindi ringrazio che esista. Ciò non significa che io non possa criticare anche ciò che amo, lo amo ugualmente senza per quello esserne accecata. It's fine to be weird. Live free or die. Canzoni della mia vita: The Riddle (Five for Fighting), Una Chiave (Caparezza), Dream (Priscilla Ahn). Film della mia vita: Donnie Darko, Predestination, Big Fish, The Shape of Water, Men & Chicken... Non esistono sessi, non esiste una sola forma d'amore, non è tutto bianco, non deve sempre vincere la maggioranza se la maggioranza è ferma nel Medioevo.