Monark – Recensione – PC, PS4, PS5, Nintendo Switch

Monark – Recensione

Monark è uno di quei prodotti che, a vederli, ti ricordano terribilmente qualcosa: non è un caso infatti che la produzione di Lancarse e FuRyu vanti tra le proprie fila di sviluppatori alcuni ex nomi che hanno lavorato al brand di Shin Megami Tensei. Il JRPG dalle tinte strategiche è un prodotto ispirato fortemente sia al brand precitato che a quello di Persona e vuole colpire e raggiungere gli amanti di quel genere di titoli; uscito il 25 Febbraio 2022, in un periodo molto denso per il mercato videoludico, il gioco è passato sicuramente più in sordina di altri, ma oggi è arrivato il momento di presentarlo ai nostri lettori e decretare se si ferma ad un mero “omaggio” a titoli più blasonati o se è capace di vantare una propria anima videoludica.

Monark – Recensione – Nel nome del Peccato.

Ambientato nella prestigiosa Shin Mikado Academy, Monark racconta le vicende di un tacito protagonista intento a svelare il mistero che aleggia, letteralmente, intorno alla scuola: l’istituto è stato circondato da una barriera invalicabile e separato dal mondo esterno, mentre al suo interno numerosi studenti ed insegnanti sono stati “corrotti” dalla Foschia, divenendo Instabili. Il nostro personaggio, accompagnato da un cast di companion in pieno stile giappo, fonderà dunque il Vero Consiglio Studentesco, ovvero un gruppo votato a comprendere cosa stia realmente accadendo e ben presto costretto ad affrontare i Monarchi, umani che hanno stipulato un contratto con le incarnazioni dei Sette peccati capitali. Tutto questo avverrà all’interno dell’Otherworld, il mondo parallelo dove i demoni albergano e divorano tutto ciò che gli si pari di fronte.

Non mi spingo oltre nell’accennare la narrativa per non compromettere i diversi colpi di scena della produzione, ma è davvero impossibile non notare la stretta somiglianza tra la trama di Monark e quella del recente Persona 5: nonostante la netta ispirazione, però, il nuovo gioco di Lancarse riesce ad offrire un buon progredire della storia, con tematiche di spicco trattate in modo intelligente e sviluppi tra il brutale e il drammatico.

Peccato per un’eccessiva linearità dell’avventura ed una certa stereotipizzazione dei personaggi che affiancano il protagonista, davvero troppo bidimensionali, soprattutto se paragonati ai Monarchi, nettamente più interessanti da ascoltare.

Approcciandovi a Monark dovete quindi essere consapevoli di essere di fronte un gioco molto “ispirato” al brand di Persona e dalla longevità non esigua, pari a 40 ore per il minimo indispensabile e pronto a superare le 100 in caso vogliate approcciarvi a tutte le route narrative.

Monark – Recensione – Cedere alla Follia.

Monark comincia a differire dai brand a cui si ispira nell’ambito ludico, rinunciando alla componente Slice of Life di Persona 5 e abbracciandone una “forma ridotta”: il nostro protagonista potrà infatti interagire con gli altri studenti intrappolati nell’accademia solo dopo aver diradato la Foschia e verrà sottoposto a dei Test Diagnostici che altereranno le sue caratteristiche emozionali; oltre alle classiche statistiche da gioco di ruolo, il personaggio principale vanta infatti sette parametri speciali associati ai peccati capitali e nominati come gli stessi, che costituiscono il suo Ego. L’aumento di uno di questi parametri incide sulla presenza dei Daemon corrispondenti durante le battaglie e su altri aspetti relativi alla storia che non voglio svelarvi.

Sappiate che ad ogni battaglia possono partecipare un massimo di cinque combattenti da scegliere tra i partecipanti al Vero Consiglio Studentesco e i demoni controllabili dal nostro protagonista (i Persona di Joker, in parole povere): i Fiend sono però personalizzabili con pezzi di equipaggiamento che ne alterano le caratteristiche e che ovviamente permetteranno loro di incidere in modo diverso sulle diverse fasi della battaglia.

Il sistema di combattimento di Monark è strutturato a turni e ispirato a quanto visto in prodotti come Valkyria Chronicles, con la possibilità di spostare direttamente i personaggi senza essere obbligati da una turnazione precisa e colpire passivamente quelli che rientrino nel proprio campo di azione, anche in coppia; posizionare due o più compagni attorno ad un nemico innesca infatti gli Attacchi Assist, devastanti se ben gestiti.

Inoltre, vi sono 4 meccaniche extra che possono essere sfruttate durante il combattimento… a vostro rischio e pericolo, si intende. La Risonanza “collega” due personaggi per un certo numero di turni, facendogli condividere buff e debuff eventuali; la Follia trasforma il personaggio in una creatura devastante ma dallo scarso controllo, capace di attaccare nemici e amici con statistiche altissime (tranne la difesa) e che dopo 3 turni va KO; il Risveglio potenzia tutte le arti e le statistiche, permettendo di lanciare attacchi speciali senza costi, e l’unione tra quest’ultimo e la Follia può attivare l’Illuminazione, che vi facciamo scoprire autonomamente perché troppo appagante!

Queste meccaniche sono utili e necessarie contro i boss e non, soprattutto visto il livello di difficoltà di Monark che si attesta su una fascia abbastanza alta. Peccato solo per un sistema di crescita dei personaggi che non convince, legato solo alle abilità ottenute e ad attribuzione di punti condivisa da tutto il party e consequenzialmente più “lenta” che in altri titoli. Il grinding è quindi necessario e se questo aspetto non vi piace avrete un bel po’ di rogne da gestire.

In ultimo, possiamo dire che Monark presenta un gameplay interessante e complesso, ma non privo di difetti che possano effettivamente rendere fluida e perfetta l’esperienza.

Monark – Recensione – Non il più bello, ma tra i più stabili.

Se volete un gioco graficamente eccelso, dovete puntare altrove: Monark non è un titolo dettagliato e curato e anzi, molte ambientazioni mi sono sembrate decisamente scarne e spoglie. Le texture sono spesso ripetute, nonostante la direzione artistica generale sia molto piacevole, e i modelli dei personaggi sono deboli rispetto alle illustrazioni contenute nei dialoghi.

Buono il frame-rate, stabile anche sulla versione da me giocata per Nintendo Switch, e ottimo il comparto tecnico per ciò che concerne bug e glitch, praticamente assenti.

La colonna sonora convince, grazie all’ottima composizione di Tsukasa Masuko e all’adattamento eccellente a tutte le situazioni in-game, mentre il doppiaggio italiano e la localizzazione sono assenti, costringendoci ad approcciarci al gioco in inglese. C’è da dire che Monark non propone dialoghi complessi, ma questo potrebbe essere un ostacolo pesante per tutti coloro che non masticano la lingua anglofona.

Amante di videogiochi e libri fin dalla nascita, ha poi sviluppato una grande passione per tutto ciò che è nerd. Originaria della terra del bergamotto e del piccante, vanta radici nordiche niente male e ha una passione irrefrenabile per il mondo animale. Logorroica e amante delle discussioni costruttive, datele un argomento di conversazione a vostro rischio e pericolo!