Re:Turn 2 – Runaway – Recensione
Quando si fa un sequel di un’opera di intrattenimento, c’è sempre quella paura, quel timore, che questo seguito non sia all’altezza del suo predecessore, specialmente se il capitolo precedente è stato un prodotto riuscito, che ha riscosso un discreto successo. E queste sensazioni le potrebbe provare anche chi sta per usufruire di questi contenuti, che sia un film, un libro o in questo caso, un videogioco. Re:Turn – One Way Trip, ovvero il titolo precedente a Re:Turn 2, ricordo che non mi fece impazzire, però ho colto subito la palla al balzo quando mi è stata data l’occasione di provare e recensire questo seguito. Chissà, magari la Red Ego Games ha realizzato un sequel che è meglio di One Way Trip…”Cioé si sta ribaltando la situazione!” cit.
Re:Turn 2 – Runaway – Recensione – E invece no!
Ammetto che Re:Turn – One Way Trip, lo seguii tramite dei gameplay su Youtube, e quindi non lo giocai. Ma rivedendolo, e dopo aver giocato Re:Turn 2, quest’ultimo non è che sia proprio all’altezza del primo. Mi tocca rivalutarlo, forse 2 anni fa, quando uscì e vidi One Way Trip, fui troppo critico nel giudicarlo. Comunque tornando a Re:Turn 2 – Runaway, questo seguito continua proprio dove era finito One Way Trip, perché il primo Re:Turn aveva un finale che non convinceva molto, come se mancasse qualcosa. Quindi qualora voleste capirci qualcosa all’inizio, è bene che conosciate One Way Trip, perché seppur Re:Turn 2 faccia un piccolo recap della prima avventura, difficilmente comprenderete al meglio la situazione senza aver giocato il primo titolo.
In Re: Turn 2 la protagonista è sempre Saki, che si appresta a lasciare il treno maledetto dove era rimasta bloccata con il suo fidanzato Sen, dopo aver ”apparentemente” sconfitto lo spirito malvagio di Ayumi alla fine di One Way Trip. Yuuta, Kazuki e Kanae sono morti, e a Saki e Sen non resta altro da fare che tornare a casa. Se non fosse che Sen perde la testa e scatena Ayumi e la sua Shadow Creature contro Saki che è costretta a fuggire. Così inizia Re:Turn 2 – Runaway, avventura horror side scrolling in 2D e in pixel art.
Re:Turn 2 – Runaway – Recensione – More of the same
Sinceramente, non si notano grandi cambiamenti a livello tecnico da One Way Trip a Runaway. Il gioco non è stato stravolto, rimane più o meno lo stesso. Grafica in pixel art sempre curata così come le raffigurazioni dei personaggi, qualche meccanica di gameplay e location nuove e l’aggiunta del doppiaggio, che nel primo Re:Turn era assente.
Come nel precedente capitolo, Saki dovrà muoversi negli scenari alla ricerca di oggetti e chiavi da poter utilizzare per risolvere enigmi e andare aventi nel gioco. Solo che rispetto a One Way Trip, gli enigmi secondo me saranno di meno e molto più facili. Le nuove meccaniche di gameplay introdurranno una lente UV da applicare alla torcia, che ci permetterà di scoprire messaggi e oggetti nascosti, anche se questa nuova feature consumerà la batteria che dovrà ricaricarsi automaticamente e lentamente. La luce normale invece la potremo tenere accesa costantemente.
E in più, per improntare questo capitolo più all’azione, potremo nasconderci dai nemici che ci inseguono o fare una rotolata contro di loro in determinati momenti per schivarli. Questa schivata, contro un tipo di nemico, risulta del tutto inutile perché consuma molta della nostra stamina, che ci consente di correre, facendoci catturare ben presto. Ma è proprio questo sistema dell’evitare i nemici nascondendosi a diventare estremamente semplice con l’avanzare nel gioco. La difficoltà nel superare le creature sta maggiormente all’inizio. E come nel primo, si potrà giocare anche con il pad oltre che con la tastiera, ma in entrambi i casi i tasti non si potranno modificare.
Potremo trovare anche dei documenti che ci consentiranno di capire la storia di questo nuovo Re:Turn. Storia che sarà tradotta in altre 4 lingue oltre l’inglese, meno che l’italiano (che mancava anche in One Way Trip.)
Purtroppo quello che ho avvertito è che il gioco non offra molto di più rispetto a One Way Trip. Sì c’è qualche aggiunta, ma mi è sembrato lo stesso molto più povero dell’altro Re:Turn, come se fosse un DLC più che un sequel. Come se questo gioco fosse stato fatto per cercare di dare la degna conclusione a One Way Trip, con la presenza di 2 finali. Quindi Re:Turn 2 si potrebbe definire un’allungamento del brodo, con una storia molto meno ispirata rispetto a quella precedente.
Consiglio sia questo che il primo specialmente agli appassionati degli indie horror dallo stile giapponese. Ma se cercate qualche gioco horror che veramente vi inquieti, vi faccia spremere le meningi e vi rimanga impresso, purtroppo non è Re:Turn 2 – Runaway.
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