Recensione – Egizia: Shifting Sands, lavori in corso nell’Antico Egitto – Stronghold Games

Pronti a mettere in sicurezza i vostri lavoratori ed aprire cantieri nell’Antico Egitto? In Egizia: Shifting Sands contribuirete alla costruzione dei più importanti monumenti dell’epoca, ma per vincere dovrete farlo molto meglio dei vostri concorrenti!

Egizia: Shifting Sands è un gioco da tavolo gestionale per 2-4 giocatori, dalla durata media di circa 90 minuti a partita e consigliato ad un pubblico maturo ed esperto (dai 14 anni in su). Il titolo è il remake di quell’Egizia rilasciato nel 2009, ideato dal team di game designer “Acchittocca”, formato da Flaminia Brasini, Virginio Gigli, Stefano Luperto e Antonio Tinto. Non ho mai provato l’Egizia “originale”, ma informandomi qua e là ho scoperto che con Shifting Sand l’opera ha subito un forte restyling dal punto di vista dei materiali di gioco e qualche ritocco al regolamento.

Egizia Shifting Sands sul tavolo

Le meccaniche di gioco sono molto classiche: abbiamo infatti il piazzamento lavoratori, la gestione delle risorse e l’utilizzo di carte ed abilità. Ma in questo contesto tradizionale (che fa sempre la sua bella figura), possiamo trovare degli spunti molto interessanti ed a loro modo originali: il piazzamento delle barche “a senso unico”, l’utilizzo della forza-lavoro e la produzione di diversi tipi di grano.

VI SPIEGO IL REGOLAMENTO DI EGIZIA: SHIFTING SANDS…

Ma non perdiamo altro tempo e andiamo subito a vedere come si gioca a Egizia: Shifting Sands grazie al mio video tutorial, proprio qui sotto, dove vi spiego il regolamento nel dettaglio. Fatto ciò, potrete poi scoprire le mie impressioni sul gioco!

LE MIE IMPRESSIONI SU EGIZIA: SHIFTING SANDS…

Egizia: Shifting Sands è proprio un bel gioco. Non posso fare raffronti con la versione precedente, ma questa mi è davvero piaciuta. Il titolo della Stronghold Games riesce a mixare molto bene elementi classici (ludicamente parlando) con alcune idee particolari che forniscono al gioco dei tratti innovativi molto graditi.

Come avete potuto vedere dal mio video tutorial, durante la partita dovremo riuscire a gestire non poche informazioni, seppur all’interno di un turno di gioco schematico e lineare. Il piazzamento delle barche l’ho apprezzato tantissimo, una sezione altamente strategica e fondamentale per i destino della nostra partita. Il fatto di poterle posizionare sono “in avanti” è un dettaglio non da poco, un particolare che rende ogni scelta importante: prendo la carta? Sfrutto una tessera Nilo? Oppure mi accaparro lo spazio per costruire? Ma la scelta non riguarda solo QUALE spazio occupare, ma soprattutto QUANDO occuparlo! Infatti, la paura che gli avversari ci rubino proprio quello che ci serve è sempre lì, dietro l’angolo. E questo potrebbe portarci ad agire di fretta e piazzare una barca troppo avanti, lasciando troppo spazi libero dietro di noi. Tensione alle stelle.

Proseguendo con le fasi del turno, anche la produzione di diversi tipi di grano l’ho trovata molto intrigante. Il cerchio del grano sembra interpretare un ruolo secondario, ma in realtà non è affatto così. Il grano presenta mille sfaccettature, non solo il “nutrire” i propri lavoratori. Il poter decidere quale tipo di grano produrre può creare effetti devastanti: si possono far perdere un sacco di punti agli avversari lasciandoli senza grano all’ultimo oppure si possono guadagnare tanti punti gestendo bene il tracciato di riferimento ed accumulando grandi quantità di grano ad ogni turno.

La produzione del grano

Veniamo ora ad uno dei punti fondamentali di Egizia: Shifting Sands, ovvero la costruzione dei monumenti. Per contribuire alla costruzione dell’Obelisco, del Colonnato, della Piramide, delle Statue e della Sfinge non dovremo utilizzare solo la risorsa a nostra disposizione (la pietra), ma sarà obbligatorio anche abbinargli una “forza-lavoro”; giustamente, le pietre non si mettono da sole, quel lavoro qualcuno dovrà pur farlo. Geniale! E qui nasce la terza risorsa ufficiale, cioè la forza dei nostri lavoratori; ad ogni pietra andrà affiancato un punto di forza-lavoro, dettaglio che obbliga i giocatori a tenere d’occhio anche la crescita del loro staff di operai. Tanta roba, vero?

Passiamo a parlare ora dei componenti di gioco, non di qualità deluxe, ma decisamente ben fatti e funzionali: i meeple in legno delle barchette sono bellissimi, la plancia giocatore è più spessa di molte altre in commercio e la grafica generale è colorata e ricca di simboli chiari e riconoscibili. Se vogliamo trovare un difetto, la parte del tabellone per 2 giocatori (comoda, perchè comprende alcune fasi del setup) è in realtà un grosso adesivo attaccato sul tabellone stesso. Esteticamente, non proprio il massimo.

Oltre a questo, Egizia: Shifting Sands presenta anche una discreta variabilità delle partite, grazie al fatto che le carte e le tessere Nilo vengono piazzate sempre in modo casuale. Il gioco è sempre quello, però grazie a tutto il contesto, le partite non sono praticamente mai uguali. Per quando riguarda la scalabilità invece, il gioco gira come un orologio svizzero con tutti i numeri dei giocatori: in tre, in quattro e con le varianti (poche, tra l’altro) per due giocatori.

In conclusione, come avrete capito, Egizia: Shifting Sands mi ha colpito positivamente. E’ un gioco che riprende un titolo non recentissimo, riproponendolo con una veste grafica moderna e piacevole e con un regolamento rivisto e corretto. Inoltre, tutte le chicche sul gameplay di cui vi ho ampliamente parlato aiutano Egizia: Shifting Sands a non essere “un gestionale come tanti”, bensì un gioco con una sua anima ben precisa e riconoscibile. Dopo quattro partite, la mia voglia di giocare è ancora tanta e questo è un buon segno!

Egizia: Shifting Sands non è stato ancora localizzato qui in Italia, ma se volete acquistarne una copia potete contattare direttamente i ragazzi della Stronghold Games, che ringrazio per avermi fornito la copia del gioco utilizzata per questo articolo.

Un grosso grazie a TE per avermi dedicato qualche minuto del tuo tempo ed aver letto questo articolo! Ti ricordo che puoi seguirmi anche su Instagram (AleboardGamer) e su Youtube (La Ludoteca di Aleboardgamer). Ci si vede alla prossima recensione!

Classe '83, fiero torinese ed assiduo instagramer con lo pseudonimo "aleboardgamer", si diverte a spiegare regolamenti sul suo canale Youtube "La Ludoteca di AleBoardGamer". Amante dei giochi da tavolo sin dalla tenera età di sei anni quando gli vennero regalati titoli d'antologia come Brivido, Hero Quest e L'isola di Fuoco, la sua missione è quella di espandere il credo dei boardgames per distogliere l'attenzione dagli smartphones e convincere le persone a riunirsi attorno ad un tavolo per socializzare, sviluppare l'ingegno e soprattutto divertirsi.