Recensione – Jurassic World Evolution 2
L’uscita di un gestionale di rilievo nel panorama videoludico è sempre accolta con gioia dalla nicchia di riferimento, ma difficilmente si può rilevare altrettanto entusiasmo da parte dei “non appassionati” della tipologia di gioco: Jurassic World Evolution 2 è invece non solo l’esempio di come si possano unire un’ottima struttura gestionale alla trattazione di una macro-tematica offerta da uno dei franchise storici del settore cinematografico, ma di come si possa farlo in modo eccellente, confezionando uno dei migliori giochi presenti, ad oggi, sul mercato. Uscito il 9 Novembre 2021 su console di vecchia e corrente generazione, il secondo capitolo del brand sviluppato da Frontier Developments offre contenuti, novità e un ottimo bilanciamento complessivo, che andremo ad analizzare in modo approfondito nelle righe seguenti!
Jurassic World Evolution 2 – Recensione – Il ritorno a Jurassic World!
All’avvio del gioco è subito possibile confrontarsi con una serie di modalità approcciabili liberamente dal giocatore, sebbene sia consigliabile cominciare dalla Campagna per ricevere uno stratificato tutorial sulle meccaniche di gioco. La Campagna si divide infatti in 5 scenari che ci permetteranno di utilizzare ogni strumento presente in-game e prendere familiarità non solo con la costruzione del parco e lo sviluppo delle diverse specie di dinosauri, ma anche con tutti i possibili imprevisti che si abbatteranno sulla nostra gestione. Oltre a riprendere quelle che sono le meccaniche già viste in Jurassic World Evolution, che i veterani sicuramente masticheranno, il gioco ci fa anche approcciare con la cattura delle specie di dinosauri, possibile dopo gli eventi di Jurassic World 2: Il regno distrutto: infatti, sarà necessario catturare i dinosauri dopo averli sedati dall’elicottero in dotazione, gestendo uno dei pochissimi difetti del gioco, ovvero il sistema di mira un po’ macchinoso dei fucili con sedativo annesso.
Le altre meccaniche del titolo sono però terribilmente bilanciate e ben inserite nel contesto del parco; che dobbiate catturare o generare geneticamente le vostre specie, sarà innanzitutto necessario costruire gli edifici per la manutenzione del parco/riserva, come il Centro Spedizioni, il Centro Operativo, il Centro di Risposta o la nuovissima Struttura Paleomedica: quest’ultima vi permetterà di diagnosticare eventuali malattie degli esemplari e di curarle tramite l’iniezione di vaccini appositi o tramite l’intervento chirurgico su lesioni, fratture e ferite maggiori. II gioco vi permette di tenere d’occhio le attività delle squadre mediche e dei guardiani grazie a dei comandi rapidi, associati ai grilletti su console, inviandole tempestivamente dai vostri dinosauri al palesarsi delle necessità.
Un ulteriore introduzione è poi quella del posto di guardia, posizionabile nei recinti per avere uno sguardo complessivo del livello di salute e di comfort di ogni dinosauro presente nell’area: ogni specie ha infatti le sue esigenze per ciò che concerne ambiente, alimentazione e convivenza, motivo per il quale sarà necessario ideare zone ad hoc per ogni dinosauro, posizionando il giusto numero di esemplari e la giusta varietà di specie. Tenete infatti ben presente che è sconsigliabile far convivere alcuni animali con altri, come la maggior parte dei carnivori, o i grossi carnivori con erbivori di media taglia, a meno che non vogliate sprecare risorse inutilmente e assistere a combattimenti e morti spiacevoli.
La coesistenza delle specie è influenzata dall’habitat, componibile manualmente inserendo diversi tipi di terreno, di vegetazione, di rocce e di fonti d’acqua: a tal proposito, voglio finalmente complimentarmi con gli sviluppatori per aver riconcepito le mangiatoie, ora molto più logiche. Nel vecchio Jurassic World Evolution avevamo infatti tre tipi di cibi da offrire ai nostri dinosauri: carne, esche vive e vegetali… ma i vegetali si trovavano anche sugli alberi e nel terreno, il che rendeva un po’ assurdo dover introdurre dei recipienti appositi. Nel nuovo capitolo è stata dunque rimossa la suddetta mangiatoia, dando la possibilità agli erbivori di nutrirsi proprio dalla vegetazione che introdurremo nel recinto e limitando gli apporti “artificiali” a carne, esche vive, alla nuova mangiatoia per i pescivori e al pesce per gli animali nelle Lagune.
A tal proposito, la presenza delle Lagune, nelle quali posizionare i grossi rettili acquatici, e delle Voliere, dove assistere allo svolazzare di Pterodattili e affini, ha incrementato le nostre possibilità di attrattività del parco e ha permesso l’introduzione di incubatrici apposite e di annesse problematiche di contenimento: provateci voi a non far spaccare i vetri delle Voliere ai vostri animali alati durante una tempesta, poi ne riparliamo!
Jurassic World Evolution 2 – Recensione – L’eredità di John Hammond.
Un ulteriore elemento utile da tenere in considerazione per la convivenza degli animali è il carattere di ciascun esemplare, soggetto a caratteristiche uniche che sarà possibile esaminare già in fase di covata delle uova; come nel capitolo precedente è infatti possibile incubare le uova di dinosauro dopo aver ricercato la quantità sufficiente di DNA all’interno dei fossili sparsi per tutto il globo e ottenibili dalle spedizioni. Scelta la specie da generare geneticamente tra l’enorme varietà di erbivori, pescivori e carnivori offerta dal gioco, dovremo dunque inserire i filamenti di DNA nelle incubatrici e, laddove lo riterremo necessario, modificarne le caratteristiche per produrre animali più equilibrati, forti e resistenti. Su questo fronte, una grande gioia è stata data dalla possibilità di far schiudere più di un uovo per volta, come invece eravamo costretti a fare nel primo Evolution, permettendoci dunque di creare branchi più numerosi con un minore sforzo.
L’incubazione è effettuabile affidando l’incarico ad uno dei nostri scienziati, ennesima novità di Jurassic World Evolution 2: dovremo infatti gestire anche il nostro personale, reclutando diverse figure sulla base delle loro competenze e assegnandole agli incarichi da compiere all’interno del parco (spedizioni, ricerche ecc.). La struttura del Centro del Personale ci permetterà di reclutare più membri del medesimo e di migliorarne la formazione, dandoci accesso ad attività sempre più impegnative e di maggiore qualità. Considerate infatti che le attività di ricerca dipendono interamente dagli scienziati e nel gioco è importante ricercare quanto più possibile per sbloccare miglioramenti per il parco.
La gestione dell’isola è infatti, come sempre, affidata al nostro senso del marketing: il budget iniziale comincerà ben presto a diminuire in seguito alle spese di manutenzione dei recinti e delle strutture, motivo per cui dovremo impegnarci a spingere le vendite dei biglietti non solo aumentando la varietà di specie nel parco e permettendo agli animali di vivere in modo equilibrato, ma anche costruendo negozi, vie di trasporto, attrazioni, bagni e rifugi che possano “coccolare” i nostri ospiti. I rifugi, in particolar modo, sono fondamentali in caso di tempeste stagionali pronte a disintegrare le recinzioni e a produrre una “fuoriuscita di dinosauri”: sarebbe meglio evitare la morte degli ospiti mentre svolazziamo sopra i fuggitivi nel tentativo di riportarli dentro i propri recenti.
Ogni edificio è poi interamente personalizzabile sia dal punto di vista estetico che per ciò che concerne gli interni (acquari, stand di vendita, televisore ecc.) e gli alimenti/bevande/souvenir venduti.
Insomma, come vedete le cose da tenere d’occhio sono tante e fortunatamente il gioco ci fornisce un’interfaccia pulita e dei comandi rapidi con cui accedere alla maggior parte delle funzioni del parco, al fine di non farci “perdere” sulla nostra stessa isola. Tenete poi in conto che tutto quanto vi ho descritto è riscontrabile in tutte le 5 modalità offerte dalla produzione: oltre alla Campagna, citata in apertura di recensione, Jurassic World Evolution 2 ha infatti concepito una modalità Sfida, dove bisogna ottenere determinati risultati in un certo lasso di tempo; una modalità denominata Teoria del Caos dove rivivere tutti e cinque i film del franchise e osservare cosa sarebbe successo “se le cose fossero andate bene”; una modalità Sandbox dove avere libero accesso a tutte le funzioni di personalizzazione dell’esperienza, senza obiettivi di sorta e potendosi sbizzarrire nella gestione del parco.
La Teoria del Caos è sicuramente uno dei modelli interazionali migliori, sebbene debba essere onesta e ammettere di aver trovato il terzo e il quinto scenario un po’ “abbozzati” e sottotono rispetto agli altri tre. Ulteriore nota a margine, nella modalità Sandbox le innovazioni e le specie di dinosauro sono vincolate alla scoperta delle medesime in una delle altre modalità, motivo per il quale vi consiglio di approcciare quantomeno la Campagna e la Teoria del Caos prima di procedere oltre.
In conclusione, la formula di Jurassic World Evolution 2 è frutto di quanto già visto nel primo capitolo, unito a tutta una serie di innovazioni e affinamento delle meccaniche. Certo, chi ha già giocato il primo potrebbe in qualche modo vivere un’esperienza all’insegna del “de-ja-vu”, ma se come me non ne avete mai abbastanza o se ancora meglio siete dei neofiti completi del brand, beh… questo è il prodotto definitivo!
Jurassic World Evolution 2 – Recensione – “Questi non sono animatronix!”
Ricordate la meraviglia negli occhi di Alan Grant quando vide il bracchiosauro nel primo Jurassic Park? Ecco, persino su scorsa generazione, Jurassic World Evolution 2 permette di rivivere esattamente quella stessa emozione: il gioco è graficamente eccellente, capace di restituire delle visuali pulite e un sistema di animazioni degli animali nettamente superiore al passato, con interazioni uniche per ogni specie e un’ottima gestione di texture, zoom sulle creature e interfaccia di gioco. Ovviamente, almeno per ciò che concerne la versione PlayStation 4 dove ho vissuto l’avventura, ci può essere qualche piccolo scatto momentaneo dovuto all’anzianità della console di riferimento, e non sono mancate neanche delle piccole “crisi” dei dinosauri, che si sono bloccati senza apparente motivo e che ho dovuto sedare e spostare per poterli “rianimare”. Inezie tecniche, tuttavia, rispetto alla bellezza che il gioco di Frontier Developments ha saputo offrirmi.
Benissimo anche il comparto audio, con i versi degli animali ben riprodotti, suoni adatti all’identificazione di certi eventi e una colonna sonora di accompagnamento che ci fa decisamente sentire il John Hammond di turno! Bene anche il doppiaggio, per il quale sono stati chiamati i doppiatori degli attori originali dei diversi film.
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