Recensione – Wytchwood
Ci sono diversi modi di narrare una storia e non sempre è necessario generare nel videogiocatore ansia e dinamismo per poterlo davvero conquistare: Wytchwood è infatti un prodotto dall’intenzionalità ben diversa, confezionato da Alientrap per cullarci tra le note fiabesche e magiche di una melodia unica, votata a garantire un’esperienza particolarissima. Rilasciato il 9 Dicembre 2021, in un periodo natalizio che ben si presta ad una narrazione “incantata”, il titolo intende farsi lentamente largo tra le nostre fila videoludiche, producendo un rumore soffuso ma senza dubbio gradito e capace di non passare inosservato. Troppo mistero in queste prime righe della recensione? Bene, continuate a leggere allora!
Wytchwood – Recensione – 12 anime per una sola vita.
La protagonista di Wytchwood non ha molti ricordi e uno in particolare, decisamente rilevante, sembra sfuggirle più di altri: ha infatti stretto un patto con una misteriosa capra per salvare la vita di una singola donna in cambio di 12 anime. Apparentemente questo accordo ci sembrerà ingiusto, ma ben presto scopriremo che le 12 vite da sottrarre al mondo appartengono ad individui decisamente discutibili; ecco, dunque, perché ci imbarcheremo in un viaggio fatto di esplorazione, magie e pozioni per rispettare la parola data e, forse, fare la cosa migliore per il bene dell’umanità.
La storia del gioco ha un tono fortemente fiabesco e fa di elementi come magia e morale i propri cardini, a mio modo di vedere ben gestiti e capaci di restituire una narrativa piacevole, non troppo impegnativa ma mai sottotono.
Il gioco, inoltre, si presta tantissimo all’atmosfera invernale che viviamo in questo preciso momento dell’anno e fa tanto “storia raccontata sotto l’albero”, pur mantenendo qualche elemento più dark, rafforzato anche dallo stile caratteristico della produzione.
Un gioco gradevole, piacevole, “soffuso” se vogliamo, ma capace di appagare per tutte le circa 10 ore richieste per il completamento. Approvato!
Wytchwood – Recensione – Craftare in tranquillità.
La struttura ludica di Wytchwood si basa fortemente sul crafting e sulla costruzione di oggetti necessari per incedere nell’avventura: la nostra protagonista si ritroverà infatti a dover vagare per 8 mondi alla ricerca delle 4 anime sparse per ognuno di essi, attraverso 3 macro fasi in cui il gioco è suddiviso. Affrontare mostri e preparare pozioni e magie richiederà però diversi materiali, ottenibili solo in certe aree e in certi modi, motivo per cui potremo avvalerci di una feature decisamente utile in un contesto simile: la nostra strega potrà infatti “sospendere” il tempo di gioco, mettendo di fatti in pausa il suo svolgimento, per analizzare l’ambiente circostante e ideare le strategie opportune, sia al fine di comprendere i punti deboli del nemico di turno sia per imparare le formule necessarie alla costruzione degli oggetti più indicati per affrontarlo.
La produzione presenta una serie di incarichi secondari che, sebbene nella maggior parte dei casi siano puramente accessori, potrebbe essere necessario completare per proseguire poiché comprensivi di materiali indispensabili allo svolgimento della trama principale.
La presenza di mondi molteplici viene bilanciata da un portale che di fatto abilita il viaggio rapido, snellendo un’esplorazione che però, dobbiamo dirlo, cade spesso in un eccessivo backtracking alla ricerca di oggetti e materiali. A questo va unito il fatto che il gioco tende a riproporre la costruzione dei medesimi strumenti in più fasi, rendendo a tratti monotona la componente crafting tanto prioritaria nella struttura ludica.
Infine, se pensate di trovarvi di fronte ad un titolo impegnativo, avete decisamente sbagliato giudizio: Wytchwood è un gioco nato per rilassare e “accompagnare” i giocatori, motivo per cui il livello di sfida è decisamente basso, a volte anche assente.
In un bilancio generale, il gioco esce sicuramente vincitore grazie ad un’anima pura e gradevole, senza tuttavia stupirci per innovazione e coinvolgimento degli utenti. Ciò che lascia Wytchwood al giocatore mi ha ricordato un po’ le sensazioni generate dal brand di Animal Crossing, dove si gioca più per rilassarsi che per vivere un’avventura indimenticabile.
Wytchwood – Recensione – Paesaggi e melodie fiabesche!
Esplorare il mondo di gioco è reso terribilmente facile dallo stile artistico che chiama a gran voce gli occhi del giocatore: Wytchwood è a tutti gli effetti una fiaba interattiva, curata in ogni minimo particolare estetico e capace di restituire all’utente un design dei personaggi davvero delizioso, delle ambientazioni colorate e ricche di dettagli e un senso generale di “magia” che mi è davvero piaciuto. Le scelte cromatiche sono poi, a mio avviso, azzeccatissime.
La partita si è svolta su Xbox One S grazie ad un codice fornitoci dall’editore e l’esperienza si è conclusa senza intoppi tecnici di alcun tipo. Nonostante in sede di recensione sia davvero difficile, e spesso superfluo, indicare una piattaforma “consigliata” per il gioco, in questo caso mi sento di dirvi che vista la natura rilassante del titolo potreste godervelo su Nintendo Switch, in portatile, magari sdraiati sotto il vostro albero di Natale (ma questo è un parere personale, non me ne vogliano le altre piattaforme!).
Eccellente poi la colonna sonora, adatta alle diverse situazioni e decisamente orecchiabile, piccola coccarda su una produzione che già mostra la sua validità in altri ambiti. Peccato soltanto per l’assenza della lingua italiana, che potrebbe impedire ad alcuni di voi di immergervi nell’esperienza, soprattutto considerando che il gioco è ricco di descrizioni e dialoghi e porta, per forza di cose, a molte ore di lettura in-game.
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