Spider-Man No Way Home – Recensione – Jon Watts

Spider-Man No Way Home – Recensione

Lo abbiamo aspettato per davvero tanto tempo e dopo un’interminabile attesa, finalmente è arrivato: Spider-Man No Way Home è uscito al cinema. Terzo film da protagonista per il Peter Parker di Tom Holland, che vanta il ritorno di cattivi iconici come il Goblin di Willem Dafoe o il Dottor Octopus di Alfred Molina e che conclude la prima trilogia sul personaggio all’interno del Marvel Cinematic Universe.
Dopo tutto questo tempo, ha soddisfatto le aspettative (molto alte) di chi lo stava attendendo?

Le speranze dei fan

Erano gli ultimi mesi del 2020 quando uscì la notizia secondo cui nel nuovo film di Spider-Man ci sarebbe stato anche Doctor Strange, ciò aveva suscitato un po’ di curiosità, ma non troppa.

In seguito, però, la Sony ha lanciato due bombe a tutti gli appassionati dei film del Marvel Cinematic Universe e di Spider-Man: Alfred Molina e Jamie Foxx sarebbero ritornati rispettivamente nei panni del Dottor Octopus e di Electro.
Non due qualsiasi Dottor Octopus ed Electro realizzati di sana pianta per il film, ma quelli che abbiamo conosciuto in Spider-Man 2 di Sam Raimi e in The Amazing Spider-Man di Marc Webb e da quel momento, i fan hanno iniziato a viaggiare con la fantasia.

Un po’ perché era già da tempo che si parlava di multiverso all’interno del MCU, un po’ perché nei mesi seguenti sono usciti rumor su rumor inerenti agli altri ipotetici villain ed un po’ perchè questo ha iniziato a dare la speranza di poter vedere lo Spider-Man di Tom Holland unirsi a quello di Tobey Maguire e di Andrew Garfield.

Non starò però qua a rivelare se questi due attori ci sono o meno, perché la seguente recensione sarà totalmente priva di spoiler.

Il lato tecnico

Questa non è certo la caratteristica che più si fa ricordare; né in questo film, né negli altri prodotti dei Marvel Studios.

C’è però da ammettere che Jon Watts, alla regia, si è impegnato, dando vita a molte inquadrature che sono parecchio interessanti. Forse poteva fare di più, ma a mio parere il risultato non è male.
Il problema è che queste inquadrature sono legate assieme da un montaggio che non convince sempre. In cui alcuni punti (specie nelle scene di combattimento) non credo nemmeno che rispettino appieno le regole di continuità.
Le scene, però, sono comunque comprensibili, quindi ci si riesce a passare sopra.

Un altro dolore di questo film è costituito dalla trama, che non risulta particolarmente ispirata e che dà l’idea di essere quasi solo un pretesto per poter inserire il multiverso, i villain delle precedenti pellicole ed altre situazioni spoilerose.

C’è però da ammettere che sono riusciti a riportare in scena tutti quei vecchi personaggi in maniera sensata ed interessante, senza rovinare la loro caratterizzazione realizzata in passato e che complessivamente funziona tutto decisamente bene; doveva offrire intrattenimento ed intrattenimento offre.

Una cosa che invece il montaggio riesce a fare è dare ritmo alla pellicola. Si tratta di un prodotto che raggiunge le 2 ore e 30 di durata, ma non sembra minimamente sia così lungo. Verrebbe quasi da pensare che ne duri la metà. Non annoia mai.

Spider-Man No Way Home – Recensione – Un film costruito sul fan service

Una delle critiche che sta venendo mossa a questa pellicola è che si tratti di puro fan service. Ed è vero, si basa su di esso quasi interamente, ma è davvero un difetto? Assolutamente no, perché ho trovato il tutto molto ben contestualizzato e perché non c’è nessun momento di fan service messo lì solo per via del fatto che non si aveva nulla da raccontare.

Tutto ciò che viene mostrato l’ho trovato esattamente dove doveva stare; se non ci fosse stato, probabilmente se ne sarebbe sentita la mancanza.

Sono riusciti a non rendere invasivi quei momenti pensati per far emozionare i fan del personaggio dai tempi dei fumetti o dei film di Raimi.
In pratica questa è una pellicola su Spider-Man pensata per accontentare in tutto e per tutto i fan del personaggio, in cui è stato inserito un fan service estremamente presente, ma mai invasivo.

Conclusioni

Il film è riuscito a mantenere le aspettative? Decisamente si, ma è ancora troppo presto per dire se sia il migliore del personaggio o meno, perché siamo tutti quanti ancora parecchio eccitati per la visione e questi sono ragionamenti che andrebbero fatti a mente fredda. Le carte in tavola per diventarlo (o diventare uno dei), però, ce le ha tutte.

Nato a Bologna nel 1996, si appassiona al cinema da bambino, quando capisce gli piacerebbe lavorare in quel campo. Più nello specifico come regista e sceneggiatore. Nel 2020 apre su Instagram un profilo che chiama "Recensisco Cose Audiovisive", con cui inizia a parlare di cinema e serie televisive con altre persone che condividono la sua passione.