Apollo Credici – Recensione – Librogame di Adrian Fartade, Luca Perri e Leo Ortolani (DeA Planeta Libri)

Apollo Credici – Recensione

«Che fortuna, Schwa! Nella fascia degli asteroidi ognuno di essi dista milioni di km l’uno dall’altro… è raro vederli! Invece questo ci sta venendo addirittura addosso!»
«La tipica fortuna dei dinosauri!»

Partendo da questo incipit, scommetto intuirete già molto sul librogame che recensirò per voi oggi:
1) Siamo nello spazio. No, non il pulsante della tastiera (lo so, questa battuta l’ho già fatta… Ma in fondo ci avviciniamo al Natale. Se si riciclano i regali, perché non posso riciclare le battute?);
2) Il protagonista si chiama Schwa. Scopriremo più avanti trattarsi di un Pandalorian molto simpaticə;
3) I dinosauri sono degli sfigati!

Così come tre sono le opzioni riportate qui sopra, tre sono anche gli autori. Un trittico di grande fama, aggiungerei (seppur non nel panorama dei librigame). Due di questi sono addirittura divulgatori scientifici. E sappiamo bene quanto i divulgatori scientifici abbiano un certo fascino tra le signore.

Purtroppo Alberto Angela non è con noi, ma in compenso abbiamo Luca Perri (astrofisico e divulgatore su vari media nazionali quali Corriere della Sera, Repubblica, Focus, ecc.) e Adrian Fartade (celebre per il suo canale YouTube Link4Universe dove racconta le più recenti scoperte astronomiche). A completare il trio c’è inoltre uno dei più grandi fumettisti italiani, nonché padre di Rat-Man: Leo Ortolani. Il suo tratto ormai è riconoscibile tra mille!

Con tre autori di eccezione come quelli appena citati, cosa può mai andare storto nel libro? Beh, in realtà molto… ma lo scopriremo un po’ alla volta.

Apollo Credici – Recensione – Il Regolamento

Come l’ossigeno nello spazio. Vale a dire, è assente. In compenso, ogni tanto ci si potrà imbattere in scelte che dipendono dal lancio di un dado.
Da ritagliare.
Dal libro.
Sì, non è uno scherzo.

E qui mi piange il cuore…

Apollo Credici – Recensione – La mia avventura

Siamo nel 2101, il mio nome è Schwa Niqqud e sono un panda. O meglio, un Pandalorian. O meglio, un Pandalorian che somiglia a un panda. O sono i Panda che somigliano ai Pandalorian? Ah, quanta confusione! Una cosa però è certa: nell’anno in cui si svolgono le vicende, i Panda veri si sono ormai estinti.
Beh, non me ne stupisco. Era solo questione di tempo, come già predetto da Barbascura X.

Giusto per iniziare nel modo migliore, inizio l’avventura litigando con un pupazzo di neve. O meglio, un robot che somiglia a un pupazzo di neve. O è un pupazzo di neve che somiglia a un robot? Saranno estinti pure loro, secondo voi? I pupazzi di neve, dico. Non i robot. Chissà!
Tornando a noi, il diverbio nasce dal fatto che mi viene assegnato come nome “Schwa Niqqud 8”, poiché ci sono state altre 7 persone che hanno viaggiato in passato col mio stesso nome. La solita fortuna di quando ho dovuto impostare la password sul PC…

Superato l’imprevisto, non mi resta che apprestarmi a partire per un viaggio turistico attorno al sistema solare. Non prima di aver incontrato Alex, la voce guida che tormenta i passeggeri raccontando loro la storia degli ascensori spaziali. Decisamente istruttivo, ma anche decisamente fastidioso. Decido quindi di rifiutare… Confidando che il prossimo incontro non sia con dei testimoni di Geova. Loro non si estinguono mai.
Sapete cos’altro non si estinguerà mai? La mia abitudine di lasciare il resto della storia a voi che mi state leggendo.

Apollo Credici – Recensione – Considerazioni finali

Se dicessi che questo librogame mi ha deluso, mentirei. Semplicemente perché NON è un librogame. Se la Terra gira attorno al Sole, io non voglio girare attorno alla verità: di difetti ce ne sono molti, fin troppi. La maggior parte di questi, sono per di più davvero ingenui.
Nella sezione del Regolamento, avevo ad esempio citato il fatto di dover ritagliare il dado da una pagina del libro.

Perché rovinare uno splendido libro quando esistono opzioni più comode? Ci sta che non tutti i lettori dispongano di un dado, ma non sarebbe stato meglio aggiungere dei numeri sull’angolo delle pagine? Oppure inserire una mini-tabella in fondo al libro dove poter estrarre il numero puntando una matita o un dito a occhi chiusi?

Sono questi stratagemmi utilizzati fin dagli albori dei librigame, quindi sono rimasto assai stupito che una casa editrice come la DeAgostini abbia invece preferito ricorrere a metodi più… diciamo… “vandalizzanti”.

Posso provare a immaginare che la scelta di ritagliare il dado sia stata ideata per venire incontro ai bambini/adolescenti a cui è rivolto il target del libro. Ci può anche stare, ma in tal caso, si incappa in un altro errore. Ossia, la lettura risulta decisamente troppo pesante per una fascia d’età di questo tipo. Persino il lato “game” non soddisfa a pieno, e anziché alleggerire la fruizione del libro, contribuisce ad appesantirla ancora di più. Soprattutto considerando che la maggior parte delle scelte non servono a imboccare diversi percorsi, quanto più a conoscere o non conoscere alcune informazioni. Per non parlare di quelle che sono a tutti gli effetti finte scelte!

Solo nella parte finale dell’avventura si entra un po’ più nel vivo dell’azione, ma quando speravo di poter prendere qualche scelta importante, scopro che quasi tutto viene affidato al dado… trasformando di fatto l’esito della storia in una mera questione di fortuna.

Purtroppo non è questo il primo caso che mi capita tra la mani di falso librogame. Ed è un peccato, perché ho la sensazione che spesso il termine “librogame” (o “gamebook” che dir si voglia) venga usato a sproposito.

Magari questo aspetto potrebbe non essere notato da chi si approccia al mondo dei librigame per la prima volta, e che quindi si emozionerebbe anche solo vedendo UNA scelta in mezzo a 100 pagine. Tuttavia, considerando l’indubbia qualità dei librigame dell’era moderna, Apollo Credici rappresenta un grosso passo indietro.

Mi dispiace essere così critico, ma da autori di questo calibro mi sarei aspettato un prodotto di alta qualità. Cimentarsi in un librogame per la prima volta non è facile, ma neanche impossibile. Basta impegnarsi. Ma questo vale in qualsiasi altro campo. Se io domani volessi scrivere un GDR, come prima cosa inizierei a informarmi su come impostarne la realizzazione. In fondo, viviamo in un’era tecnologica che ci permette di seguire tutorial o consigli online e, se non bastassero, allora subentra l’esperienza: leggere vari prodotti dello stesso genere per capire come altri si sono approcciati ad esso.

Nei ringraziamenti, in effetti noto che viene citato Muzzopappa, autore anche lui di alcuni librigame… peccato che siano anch’essi caratterizzati dagli stessi difetti (seppur non così evidenti come in Apollo Credici). E allora siamo da punto e da capo.

Roberto Bucciarelli alias Powerbob nasce nel 1993 a Tivoli, vicino Roma. Ragazzo creativo e fuori dalle righe, nella sua vita sono importanti tre cose: sua moglie Silvia, il Luton Town (squadra di calcio inglese) e i librigame, di cui è appassionato fin da piccolo... e di cui aspira a esserne autore. Il suo motto è: "la vita è una storia a bivi!"