The Room: Old Sins – Recensione – PC Windows

Per la recensione di The Room: Old Sins ho bisogno di fare premesse, altrimenti non sono io, quindi a questo giro ne faccio due. Sono pure poche, via…

La prima premessa alla mia recensione di The Room: Old Sins è che amo lo steampunk, e per essere precisi la sensazione che dà leggere qualcosa come The Invention of Hugo Cabret. Dico leggere e non guardare perché non ho mai visto il film, avevo paura che mi rovinasse l’emozione che mi aveva dato leggere e sperimentare l’aggiunta di un tocco di magia alla storia che per me parla anche della nascita del cinema. Il libro con le sue illustrazioni rimanda a meccanismi che funzionano perfettamente quando trovi la giusta chiave per metterli in moto, che sia una chiave vera, o una a forma di cuore.

La seconda premessa è che non so se avete mai visto Alien, il capolavoro del 1979, ma verso il finale la protagonista Ripley deve cercare di disattivare la sequenza di autodistruzione della Nostromo. E tutti quei bottoni che schiaccia e quelle leve che tira e preme a me fanno impazzire di soddisfazione. Non so che malattia sia, ma io ce l’ho. Adoro i meccanismi, adoro leve, bottoni, e anche quella stronzata di giochino per i pargoli dove il quadrato va nella forma del quadrato, il triangolo nel triangolo… Ho detto molto su di me in questi due paragrafi.

Ecco, ciò stabilito posso parlarvi e farvi una recensione della serie di giochi The Room.

Come avrei mai potuto resistere al suo richiamo? Non appena scoperta è stata la mia gioia per giorni e giorni. Al momento siamo al quarto capitolo e non accenna a stancare o a peggiorare col tempo. Di base è una sorta di Escape the Room game pieno di puzzle da risolvere per proseguire, ma a me sembra piuttosto superficiale come descrizione considerando la qualità dei suddetti puzzle e la genialità con cui sono stati presentati e realizzati. Ogni, e dico ogni, cosa nella stanza in cui ci si trova deve essere esplorata e non si tratta solo di cliccarci su, bisogna ruotarla, osservarla, tirare, premere. Come fa Ripley in Alien con i cilindri per disattivare l’autodistruzione. No, seriamente, quella scena è la definizione stessa di soddisfazione.

The Room è un gioco di puzzle tridimensionali, quindi è possibile con ogni oggetto fare più o meno qualunque cosa vi venga in mente e sia plausibile nel contesto; ma non solo, avrete anche un terzo occhio che vi consentirà di vedere l’invisibile. Col vostro terzo occhio scoprirete che magari potete infilarvi nel buco di una serratura e aprire una porta direttamente dall’interno muovendo voi stessi il congegno, oppure potrete rimpicciolirvi ed entrare in un modellino per visitarne stanze e piccoli oggetti, proprio come è previsto nel quarto capitolo di questo gioco.

Per quanto riguarda il divertimento e la soddisfazione nel risolvere i puzzle non fa molta differenza da quale The Room deciderete di cominciare, tanto poi li giocherete tutti.

Ma se siete interessati alla storia di sottofondo ovviamente dovrete iniziare dal primo e scoprire attraverso lettere, diari e note quanto c’è da sapere sul Quinto Elemento, il Null. Non so nemmeno descrivere il livello di soddisfazione che si prova a risolvere i puzzle soprattutto meccanici di questo gioco. Io sono quella che gioca sempre in very easy quando ho paura del gioco o quando penso che l’abilità manuale per superare certi pezzi in hard mode sia troppo per la mia capacità di concentrazione e il mio livello di pazienza. Ecco, qui non ci sono livelli di difficoltà, purtroppo, ma se ci fossero metterei il più alto in assoluto perché coi puzzle ci voglio arrivare da sola, anche ci mettessi tre mesi.

C’è a disposizione la preziosa icona delle hints da cliccare, nel caso ce ne fosse bisogno, ma io sono fiera di non averla mai usata. E su alcuni punti ammetto di averci passato ore. In più, voci di corridoio mi dicono che le hints non sono poi così immediate, pure quelle sono vaghe e bisogna rifletterci su.

Se volete mettervi alla prova sia con la logica che con la meccanica questa è la serie di giochi che fa per voi. E quest’ultimo The Room: Old Sins in particolare ha alcuni rompicapo ad incastro, congegni da far funzionare e giochi di logica appassionanti che vi faranno sentire anche molto intelligenti quando li risolverete.

Scrivere rappresenta tutto ciò che sono, il resto è aria. Conviviamo in tanti nella mia testa e stiamo tutti una favola. Amo ciò che si lascia interpretare: non ho bisogno di sapere tutto, ditemi qualcosa, il resto me lo invento io. Libri, film, serie tv, videogiochi, manga, comics, anime, cartoni, musica... da tutto ciò che è intrattenimento posso imparare tanto e posso soprattutto trarre ispirazione, quindi ringrazio che esista. Ciò non significa che io non possa criticare anche ciò che amo, lo amo ugualmente senza per quello esserne accecata. It's fine to be weird. Live free or die. Canzoni della mia vita: The Riddle (Five for Fighting), Una Chiave (Caparezza), Dream (Priscilla Ahn). Film della mia vita: Donnie Darko, Predestination, Big Fish, The Shape of Water, Men & Chicken... Non esistono sessi, non esiste una sola forma d'amore, non è tutto bianco, non deve sempre vincere la maggioranza se la maggioranza è ferma nel Medioevo.