Samurai Warriors 5 – Recensione – PlayStation, Xbox, Switch, PC

Samurai Warriors 5 – Recensione – Versione testata: Xbox Series X (in retrocompatibilità)

Il reboot della celebre saga di Omega Force è un musou in grado di cavalcare l’onda del momento in maniera più che degna! Andiamo a scoprirlo nella nostra recensione.

Mentre Dynasty Warriors 9 sembra sempre più lanciato verso orizzonti tipici da open world, Samurai Warriors 5 vuole tornare alla ribalta come un buon vecchio musou “classico” (per modo di dire), sfruttando la cassa di risonanza che Persona 5 Strikers ha dato ad un genere che sembrava oramai prossimo all’estinzione (almeno in occidente)!

Samurai Warriors 5 – Recensione – Nubi di ieri sul nostro domani odierno

Parafrasando un vecchio titolo di una celebre canzone degli ELST volevo farvi capire in modo semplice e conciso quello che è successo con Koei Tecmo, Omega Force e questo Samurai Warriors 5.

Il brand era infatti fermo nel limbo del “meglio non fare uscire altri capitoli perchè si sono rotte le scatole anche i sassi”, con l’ultimo capitolo che era uscito addirittura su Xbox 360, ma poi all’improvviso succede l’impensabile… Persona 5 Strikers, gli Hyrule Warriors e anche precedentemente One Piece: Pirate Warriors 4, hanno iniziato a scardinare i cuori di pietra occidentali; quelli che dei musou non volevano nemmeno sentirne parlare. E allora che fai? Un reboottino non ce lo metti?

Ed è per questo che il passato torna nel presente, e lo fa apportando numerose migliorie ed implementando un comparto tecnico in modo intelligente, riuscendo anche a cambiare arco narrativo! Insomma un lavoretto di fino.

Samurai Warriors 5 – Recensione – Nobunaga uno di noi…

Iniziamo con l’inquadrare il nuovo periodo storico del gioco.

Non saremo infatti nuovamente alle prese con Sanada Yukimura, ma nientepopòdimenoche con Nobunaga Oda! Quello che è sempre stato un villain, ora diventa il nostro protagonista, e lo troviamo giovane e appena calatosi nei panni di chi questo Giappone feudale, disgregato e belligerante vuole unificarlo a tutti i costi. Con lui ci sarà anche il suo generale Matsuide Akechi, che vuole le sue stesse cose, ma preferisce agire in modo molto differente.

Nella modalità storia, chiamata appunto “modalità Musou” avremo davvero una storia avvincente da scoprire, capitolo dopo capitolo, con 6 di essi dedicati interamente a Nobunaga ed altrettanti 6 dedicati ad Akechi, con ulteriori chicche extra sparse qua e là e una vagonata di filmati di intermezzo davvero interessanti che faranno la gioia degli amanti della storia e del Giappone.

Ci saranno numerose sfide e duelli con altri celebri personaggi, che andremo a sbloccare ad ogni vittoria, in modo da poterli poi utilizzare nella più “semplice” modalità Citadel, dove dovremo semplicemente difendere il nostro castello da attacchi nemici, senza seguire alcuna storia di contorno.

La cosa interessante è una correlazione netta tra le due modalità, in quanto l’una sarà complementare all’altra per permetterne una facile risoluzione.

Basti pensare che, progredendo nella modalità musou, sbloccheremo come detto duelli della modalità citadel e allo stesso tempo facendo carneficine nella modalità citadel riusciremo a sbloccare dei power-up per i nostri personaggi utilissimi da utilizzare poi nella modalità musou… insomma toccherà alternare le due modalità per poter completare il gioco del tutto e per poterlo completare più rapidamente possibile.

Va detto che un difetto della produzione è forse proprio quello di non indicare mai in maniera chiara quando bisogna cambiare modalità e per fare cosa, ma bisognerà procedere a tentativi, di volta in volta, rendendo il grinding più frustrante del previsto.

Samurai Warriors 5 – Recensione – Dimmi dove vai e ti dirò chi sei!

Da segnalare la presenza nel menu iniziale anche di strutture che serviranno ad effettuare determinate azioni.

Abbiamo il Blacksmith: dove potremo occuparci a 360° di armi! Avremo infatti modo di potenziare le armi, crearne di nuove, distruggere quelle vecchie inutilizzate per riforgiarne altre. Se pensate che le armi siano tutte utilizzabili dai vari personaggi, a patto che essi abbiano la capacità di utilizzare quella determinata arma, vi lascio immaginare le potenzialità creative di questa zona.

C’è poi il Dojo: qui potremo invece occuparci del potenziamento dei personaggi. Andremo quindi a personalizzare e livellare i vari ufficiali. Calcolando che parliamo di 37 personaggi giocabili, ognuno con proprio albero delle abilità e mosse speciali incluse, avrete pane per i vostri denti anche in questa sezione.

Ci sono le Stalle: per la gestione e il potenziamento delle cavalcature.

C’è infine lo Shop: per la compravendita di materie prime ed equipaggiamenti vari.

Samurai Warriors 5 – Recensione – Premiata macelleria salumeria

Dal punto di vista della giocabilità questo Samurai Warriors 5 è semplicemente musou al 100%, con tutti i pro e tutti i contro del caso.

Sebbene siano arrivate meccaniche da simil-GDR, l’intelligenza artificiale deficitaria delle truppe nemiche, che in massa decideranno di morire come carne da macello sotto i nostri abili (o meno abili) colpi, sarà la croce e la delizia di questo gioco.

Da un lato il counter delle combo che salirà velocemente ed inesorabilmente verso cifre stratosferiche, con conseguente gasamento e delirio di onnipotenza che spingerà a volere distruggere tutto e tutti. Dall’altro lato il risvolto della medaglia, con la noia che, se non si legherà con i personaggi e con la storia narrata, finirà per arrivare inesorabilmente.

Per fortuna il tutto è mitigato dalle “boss fight”, ovvero dagli scontri con gli altri generali principali, che sicuramente daranno un po’ di pepe al tutto, anche se non ci è parso di fare tutta questa fatica nemmeno in queste situazioni.

Di sicuro le implementazioni di gameplay sono quindi da ricercare altrove e non nell’I.A. nemica o nelle meccaniche di gioco.

Un doveroso accenno va fatto alla gestione della modalità coop, sia online che in locale. Ottima linfa per aumentare ulteriormente una longevità che, sebbene possa essere come detto sopra minata dall’esperienza globale di gioco (soprattutto per i meno avvezzi al genere), finisce per essere davvero ottima, con ore e ore che serviranno a finire le due campagne da 6 capitoli cadauno, le missioni extra e il totale livellamento di tutti i personaggi nella immancabile modalità Free mode, dove si potranno rigiocare le missioni già completate con altri PG, senza alcuna limitazione di sorta.

Samurai Warriors 5 – Recensione – Cell Shading mon amour…

Tecnicamente parlando il reboot della saga porta con se una ventata d’aria nuovissima.

La grafica è infatti stata proposta in tecnica cell shading, con un effetto cromatico e strutturale molto nipponico e iper inquadrato con il tema del gioco. La scelta paga al cento per cento.

Il gioco è stato testato su Xbox Series X in retrocompatibilità, vista l’assenza di una versione next-gen, e non ha mai avuto cali di frame rate, con fluidità eccellente anche con tantissimi personaggi a schermo in contemporanea.

Essendo il gioco progettato solo per la old gen di console non aspettatevi però di saltare dalla sedia, siamo di fronte ad un buon titolo, senza picchi altissimi, ma che sicuramente è andato a migliorare notevolmente le spiacevoli esperienze passate, dove si cercava di raggiungere il realismo e si finiva per tirare fuori delle cose di dubbio gusto estetico.

Colonna sonora ed effetti nella norma, con il parlato giapponese a farla da padrone. Mancano invece sottotitoli e menu in italiano, ma l’inglese utilizzato è basico e comprensibile ai più.

Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”
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