Recensione – Ceylon, il signor Lipton ci fa un baffo! – Tesla Games

L’isola di Ceylon sta vivendo un grave crisi economica, una spora ha devastato tutte le piantagione di caffè, unica fonte di sostentamento del paese. Ed è ora che entri in gioco tu! Dovrai cercare di capovolgere le sorti di Ceylon, grazie alla produzione di una nuova risorsa: il tè. Riuscirai a diventare l’imprenditore più ricco di sempre?

Ceylon è un gioco da tavolo gestionale per 2-4 giocatori, portato in Italia da Tesla Games, ideato dalla coppia Chris e Suzanne Zinsli, alla loro terza produzione insieme. La durata delle partite si attesta poco sotto l’ora di gioco in due o tre giocatori, mentre va poco oltre i 60 minuti se si gioca in quattro. Il gioco è consigliato a giocatori di almeno 10 anni, età forse un po’ troppo bassa per un gioco che necessita una buona attitudine ad organizzare strategie a lungo termine. A mio parere un 12+ sarebbe più congruo.

Panoramica di gioco

Le meccaniche di gioco proposte da Ceylon sono molte, ma decisamente ben oliate tra di loro: abbiamo infatti un po’ di gestione risorse, un po’ di controllo territori, utilizzo di carte azione e tratti di set collection. Tanta roba. Lo scopo del gioco invece è quello di guadagnare più soldi possibili, vendendo il tè che noi stessi abbiamo prodotto e raccolto. Come si suol dire, “dal produttore al consumatore”.

Ceylon – Recensione – Vi spiego il regolamento…

Ma non perdiamo altro tempo e andiamo subito a vedere come si gioca a Ceylon grazie al mio video tutorial, proprio qui sotto, dove vi spiego il regolamento nel dettaglio. Se conoscete già questa parte, allora potete andare oltre e leggere le mie impressioni sul gioco!

Vi ricordo brevemente che potete trovare questo e tantissimi altri video sui giochi da tavolo all’interno del mio canale Youtube “La Ludoteca di AleBoardGamer”. E se vi piacciono i miei lavori, potete iscrivervi al canale e cliccare sulla campanellina per non perdere le prossime (tante) novità!

Ceylon – Recensione – Le mie impressioni…

Ceylon non è il mio primo gioco a “tema tè”, infatti avevo già trattato su questi schermi quel Tea for 2 che ti tanto mi ha divertito. Non sono i primi e non saranno gli ultimi, infatti tanti titoli a tema tè stanno arrivando sul mercato (Chai??). Mercato che può già contare sulla presenza di Ceylon da circa tre anni, durante il quale a parer mio non ha ottenuto il successo meritato. Non stiamo parlando di un capolavoro, ma di un buonissimo gioco sì. Inoltre non è il solito gestionale “tranquillo”, qui la tensione è sempre alta, perchè si gioca sempre, anche nel turno degli altri!

Questa è la caratteristica che più mi piace di Ceylon, un dettaglio per nulla banale che dona al titolo quella verve che non in molti possono vantare. Il fatto di dover scegliere una carta per svolgere delle azioni è una cosa piuttosto banale, chiaro, ma qui di banale c’è molto poco: la scelta non è solo per voi, ma anche per gli avversari. Strategia a palla e dubbi amletici che ci pervadono ad ogni NOSTRO turno, tanto da farti sperare che non arrivi mai la tua volta. Tecnicamente non possiamo parlare a tutti gli effetti di interazione diretta, ma in fondo in fondo, questa lo è eccome.

Scegliere una carta vuol dire dare tre azioni possibili a te, ma anche tre ad ognuno dei tuoi avversari. Cosa fare? Puntare a togliere un’azione utile agli altri, ma utilizzando l’altra che non ci serve a nulla, o fregarsene del resto del mondo e fare quello che vogliamo? A nostro rischio e pericolo, aggiungerei. Ma Ceylon non è tutto qui, perchè ho particolarmente apprezzato l’equilibrio tra le varie azioni e come riescono a legarsi perfettamente con il tema.

Dobbiamo guadagnare soldi e per farlo dobbiamo vendere il te, ma per venderlo dobbiamo prima raccoglierlo dalle nostre piantagioni, ma per raccoglierlo dobbiamo piantarlo e per piantarlo dobbiamo conquistarci i nostri ettari nei campi. Insomma, pur non essendo dominante, il tema si sente e secondo me è ben legato alle meccaniche di gioco. Gioco che regala sprazzi di “realismo” anche con il tracciato tecnologia: è davvero particolare la pensata che quando un giocatore avanza sul tracciato tecnologia, tutti gli altri guadagnano soldi, perchè “il progresso tecnologico favorisce tutti”. Cavolo, è vero!

Nonostante il colpo d’occhio faccia pensare ad un titolo complesso, in realtà Ceylon è tutt’altro: poche regole, semplici da imparare e facili da mettere in pratica. Dopo una partita di rodaggio, si può cominciare a giocare già al massimo. Quello che non è semplice è invece la gestione della partita, in quanto ogni azione principale è fondamentale tanto quanto le altre. Ognuna di esse fa parte di un processo produttivo inevitabile che obbliga i giocatori a seguire una linea ben precisa, lasciando poche possibilità di errore. Già, perchè tralasciare uno dei processi di produzione porterà molto probabilmente ad una sconfitta certa.

Ho accennato al colpo d’occhio notevole. Ceylon non si fa pregare per quanto riguarda i materiali: i componenti sono molto spessi e di buona qualità, così come il lato grafico che presenta una palette di colori gradevole e adatta all’ambientazione orientale. L’effetto semilucido delle carte mi è piaciuto così come la configurazione delle plance. Forse gli unici difetti sono proprio le plance un po’ troppo sottili e i cubetti tè un pelino anonimi, anche se è stata una bella pensata le tipologie di tè in base all’altura delle piantagioni. Top.

Parliamo di scalabilità? Come tutti i giochi di controllo territori, è consigliato un alto numero di giocatori, più che altro perchè in due si rischia di avere giardinetti propri, senza dare risalto all’interazione diretta che viene a crearsi quando al tavolo sono presenti più contendenti. Premetto che Ceylon si fa giocare in tutte le modalità, ma diciamo che tendo a consigliare quella a tre giocatori, senza dubbio la più equilibrata. Potete giocarci in due se volete una partita con meno agonismo (ma poi neanche troppo così meno) ed in quattro se volete darvi mazzate sui denti a tutto spiano.

In conclusione, mi sento di dare a Ceylon un bel 3,9/5 (come vedrete nel giudizio globale a fine articolo), perchè lo ritengo un bel gioco, equilibrato e ben studiato. Il fatto di essere un gioco poco appariscente lo reputo un pregio, infatti molte volte tanti giochi sono solo fumo per gli occhi, cosa che non accade in questo caso: Ceylon è pratico ed efficiente quanto basta. Ripeto, non è un capolavoro e non spicca per originalità, ma gli obiettivi che si propone di perseguire li raggiunge in pieno. Un’ottimo rapporto qualità prezzo e target che svaria dal pro-gamer ai giocatori occasionali (forse troppo per dei principianti non avvezzi) lo rendono un acquisto consigliato per quasi ogni tipo di libreria. Approvato.

Ringrazio infinitamente Tesla Games per avermi omaggiato della copia utilizzata per questa recensione.

Un grosso grazie a TE per avermi dedicato qualche minuto del tuo tempo ed aver letto questo articolo! Ti ricordo che puoi seguirmi anche su Instagram (AleboardGamer) e su Youtube (La Ludoteca di Aleboardgamer). Ci si vede alla prossima recensione!

Alessandro “AleBoardGamer” Pugliese

Classe '83, fiero torinese ed assiduo instagramer con lo pseudonimo "aleboardgamer", si diverte a spiegare regolamenti sul suo canale Youtube "La Ludoteca di AleBoardGamer". Amante dei giochi da tavolo sin dalla tenera età di sei anni quando gli vennero regalati titoli d'antologia come Brivido, Hero Quest e L'isola di Fuoco, la sua missione è quella di espandere il credo dei boardgames per distogliere l'attenzione dagli smartphones e convincere le persone a riunirsi attorno ad un tavolo per socializzare, sviluppare l'ingegno e soprattutto divertirsi.