The Elder Scrolls Online: Waking Flame – Recensione – PC, PlayStation, Xbox

Premetto che ormai giocare le espansioni di The Elder Scrolls Online è diventata un’altalena di contenuti che variano tra alti e bassi in quanto a qualità, ma non è mai abbastanza. Mi sembra però di giocare ogni volta qualcosa di già visto negli ultimi tempi. Sarebbe ora di cambiare direzione, rinnovare, chiudere questo ciclo e iniziarne uno completamente nuovo. L’ultimo DLC che ho avuto il piacere di giocare è questo Waking Flame che, a parte due nuovi Dungeon, non si distingue nè lascia un segno per essere ricordato positivamente.

Oggi vi parlo del mio breve e deludente viaggio nell’ultimo DLC di The Elder Scrolls Online, Waking Flame. Le serie ha una storia molto lunga di successi e fallimenti, uniti solo da una ricerca incessante da parte del team di sviluppo di modi per continuare a vendere il loro mmorpg, in modi e maniere che però a mio avviso nel tempo hanno solo avuto una funzione tipo:“andiamo avanti nonostante tutto”. Però nonostante degli scivoloni, il lavoro di Bethesda e Zenimax ha dimostrato negli anni di essere più che capace di mantenere attiva la propria fanbase di utenti (fedeli alla serie, sempre lì a giocare con passione e devozione) proponendo ogni anno espansioni o DLC più o meno importanti.

Il più recente, Waking Flame, è riuscito in qualcosa che pochi altri DLC sono stati in grado di fare: dimostrare i maggiori difetti di The Elder Scrolls Online.

Si posiziona in termini temporali, come un susseguirsi delle vicende di Blackwood, una delle espansioni di maggior successo, soprattutto per quanto riguarda il comparto narrativo (infatti mi è piaciuto molto).

Waking Flame si propone come una sorta di  side quest o missione secondaria come volete definirla, il cui obiettivo è quello di arricchire la trama dell’arco narrativo dei Cancelli dell’Oblio.

Cosa c’è di tanto speciale in questa espansione? I due dungeon inclusi nel pacchetto sono tanto dimenticabili quanto banali e non fanno mai brillare davvero questo DLC, non che ne avesse il potenziale, intendiamoci. Se siete curiosi di scoprire perché queste nuove aggiunte non sono riuscite a raggiungere l’obiettivo, almeno per me, non vi resta che continuare a leggere la mia esperienza su questo ultimo contenuto di TESO.

The Waking Flame ci porta a combattere i culti daedrici in Red Petal Bastion e Dread Cellar, i due nuovi dungeon.

Il problema più grande arriva dalla palese evidenza di come il team di sviluppo abbia realizzato Waking Flame non per ragioni creative, a conferma dell’attuale arco narrativo, ma di corsa. La necessità di spremere gli eventi passati ha effettivamente portato a un prodotto che non è affatto all’altezza e, peggio ancora, che mostra quanto poca attenzione sia stata dedicata alla sua realizzazione. Per smetterla di criticare negativamente il titolo, anche se vi assicuro che le mie motivazioni sono più che fondate, vi parlerò un po’ dei due nuovi dungeon: The Dread Cellar e Red Petal Bastion che hanno rispettivamente 3 boss da affrontare nel corso normale dell’esplorazione e 3 segreti da scovare.

Di certo entrando nel primo dungeon non mi aspettavo quello che ho visto. Una volta superate le prime porte dei dungeon insieme ad altri due amici, abbiamo scoperto una cosa che ci ha lasciato un po’ così, fino al punto di rovinarci l’esperienza di gioco.

Mi spiego meglio: nella primissima run di Red Petal Bastion, arrivati nella stanza del boss finale, abbiamo scoperto che egli era invisibile! E di conseguenza impossibile da attaccare… sapevamo che su PC c’erano stati non pochi problemi ma pensavamo di non riscontrarli su console PS4. Per farvela breve per completare il dungeon siamo dovuti morire tutti, l’intera squadra, e riprovare finché non è riapparso, diventando finalmente attaccabile, questo, in un gioco come The Elder Scrolls Online, è totalmente inaccettabile, ma proprio non si può vedere!

Mentre sia Red Petal Bastion che The Dread Cellar hanno mostrato gli stessi difetti, il primo è stato probabilmente il più afflitto da bug, sebbene anche il più originale dei due o il meno peggiore dei due. Il borgo del Cavaliere della Rosa d’Argento fa da palcoscenico a un comparto narrativo poco originale e decisamente già visto nelle precedenti espansioni, seguendo sempre lo stesso schema. Presenta però un numero significativo di boss secondari e segreti da scoprire che possono regalare comunque qualche minuto in più di divertimento, soprattutto se si è in compagnia di amici come me. Tuttavia, i combattimenti con i nemici più potenti non sono esattamente incredibili e puntiamo il dito soprattutto verso un boss finale, anonimo e senza lo spessore che dovrebbe caratterizzare un personaggio così importante per un dungeon.

L’altro dungeon, The Dread Cellar, al contrario, ci ha impegnati di più coi boss, infatti a un certo punto pensavamo di combattere quello finale invece poi abbiamo scoperto che eravamo solo a metà strada. Qui il livello di difficoltà sale molto, infatti è bene avere un’equilibrata sinergia di squadra, dovete essere preparati a dovere. Interessanti anche i combattimenti, sempre diversi influenzati da condizioni o situazioni molto particolari, tuttavia, anche in questo caso la nostra esperienza non è stata esente da bug. Boss che non compaiono, porte che non si aprono e giocatori lasciati fuori da portali chiusi e mai riaperti: ultimamente The Elder Scrolls Online si sta inspiegabilmente riempiendo di questo tipo di problemi, e ad essere onesti, mi aspettavo che questo DLC fosse un tantino meno ripetitivo.

Sia Red Petal Bastion che The Dread Cellar hanno messo in mostra i difetti di The Elder Scrolls Online, che con il passare del tempo diventano sempre più evidenti. D’altro canto, però, devo ammettere che le ricompense offerte riusciranno senza dubbio a far felici molti appassionati del gioco, soprattutto vista la varietà di funzioni ed effetti speciali che i drop più rari offrono. L’aggiornamento portato da Waking Flame resta di fatto particolarmente importante e tutt’altro che secondario, ai fini della storia, anche se mi aspettavo, come ho detto, qualcosa di diverso.

Alessia Lara Padawan – Romana, youtuber, nerd fino al midollo, adora film, serieTV, cartoni animati ed è malata da anni di una grave forma di dipendenza dai videogames. Il suo motto è: “Se credi anche lontanamente che ne valga la pena… allora GIOCALO!”