The Hand of Glory – Recensione – PC Windows (Steam)

È tempo di investigare in quel di Miami con un simpatico duo… cosa? State rispolverando i blu-ray, i dvd o le videocassette (addirittura?) di Miami Vice? Ma cosa c’entra? Il simpatico duo non sono mica Sonny Crockett e Rico Tubbs, ma Lazarus Bundy e Alice Sharp. Come? Già pregustavate l’idea di rivedere fantastiche auto sportive? Beh, in questo gioco ci si muove rigorosamente con la GreenDart e… non sapete di chi o cosa sto parlando? Allora continuate a leggere la recensione, e lo scoprirete!

Non è facile fare una recensione oggettiva di The Hand of Glory, avventura in 2 parti che strizza l’occhio a Broken Sword (anche se qui ci si acceca a furia di strizzare…) ”bucatini smanicati”! Già, ”bucatini smanicati’‘, classica esclamazione che farà il nostro protagonista che dovrebbe indicare stupore, meraviglia. Un po’ come l’esclamazione ”accidenti” o ”me cojo..”… vabbé penso che abbiate capito.

Lazarus ”Lars” Bundy, il protagonista del gioco, ogni tanto esclamerà proprio quelle 2 parole perché è un detective americano di origini italiane, che lavora per l’agenzia investigativa denominata HPD, a Miami. È molto egocentrico, veste sempre con un impermeabile a maniche corte che ha un buco per far passare la sua sciarpa rossa. Si sposta sempre con la sua fidata GreenDart, una bicicletta, e non usa mai armi da fuoco.

Purtroppo Lars non se la passa tanto bene, non azzecca più un caso da molto tempo, anche se potrebbe essere vicino a prendere un misterioso serial killer di nome Blowtorch, visto che sta seguendo le sue tracce da diversi mesi. Ed è proprio qui che inizia quest’avventura punta e clicca moderna, ma allo stesso tempo classica. The Hand of Glory con il suo stile, si ispira a dei grandi capisaldi del genere come Gabriel Knight o soprattutto, al già citato Broken Sword.

Ma proprio tanto a Broken Sword. Almeno per una volta non vedrete citazioni o riferimenti a Monkey Island in un’avventura grafica, tanto per cambiare. O forse ci sono anche quelli? Beh, dopo aver finito il gioco non ne ricordo, anche se mi pare di aver visto pure un riferimento a Syberia

Ma The Hand of Glory non è un ”clonazzo” di Broken Sword. Se pensavate questo vi sbagliate, perché The Hand of Glory ha un’anima tutta sua. Infatti il punto di forza del gioco è la trama, sapientemente ideata da Stefano Rossitto, sviluppatore capo di Madit Entertainment (eh sì, perché questo è un gioco Made in Italy!). Oltre a Blowtorch, Lazarus Bundy investigherà sul caso della misteriosa scomparsa di Kathrin Mulzberg, giovane figlia di uno degli uomini più ricchi e influenti di Miami.

Questo caso potrebbe rilanciare la sua carriera, ma prenderà dei risvolti inaspettati, e porterà Lars, aiutato dalla giovane stagista dell’HPD Alice Sharp, in un viaggio in giro per il mondo, dove affronterà pericoli di ogni sorta e rischierà il tutto per tutto pur di risolvere quella che sembra non essere una semplice indagine come tutte le altre. THOG rispetto a Broken Sword, cerca di prendersi un po’ più sul serio e di risultare più crudo e drammatico, ma lo fa proponendo anche quell’umorismo che caratterizzava il titolo della Revolution Software.

Bello da giocare, da ascoltare… ma da vedere?

THOG ha un gameplay molto classico, e per chi è avvezzo a questo genere di giochi, troverà subito una certa familiarità. Sulla parte superiore dello schermo ci sarà l’inventario, che apparirà passandoci con il mouse, e cambierà design a seconda del luogo in cui ci troveremo. Nell’inventario ci sarà un taccuino dove verranno annotati tutti gli obiettivi che dovremo completare.

Ovviamente l’inventario lo dovremo riempire con tanti begli oggettini, da raccogliere e combinare nei modi più disparati. Col tasto sinistro del mouse si compiono le azioni, e col tasto destro si esamina. Se selezionerete un oggetto e proverete a usarlo con un altro, e quest’azione non dovesse portare a nulla, l’oggetto rimarrà selezionato. Se proverete a ”cancellare” la selezione col tasto destro in prossimità di un hot spot, Lars esaminerà quell’hot spot, come se il cursore non avesse nulla di selezionato.

Può sembrare una sciocchezza, ma io l’ho trovata un po’ fastidiosa come cosa. Quindi ci sarà il classico tasto che rivela tutti i punti con cui interagire, ci saranno enigmi, anche piuttosto difficilotti, ma non saranno molti, perché in genere il gioco sembra abbastanza lineare e difficilmente si può rimanere bloccati. Un’altra feature interessante è che potremo controllare anche Alice in certi punti del gioco, che si avvarrà dei suoi studi nel campo della cinesica, e potremo interpretare i linguaggi del corpo di alcuni personaggi attraverso un minigioco. Peccato che questa abilità venga usata poco da Alice, poteva essere più sfruttata.

Nelle opzioni c’è anche la possibilità della ”lettura relax”, che ci consentirà di leggere i sottotitoli in tutta tranquillità, caratteristica che ricordo aver trovato anche in Lamplight City, davvero comoda. Le musiche sono apprezzabili e appropriate alle situazioni, il doppiaggio è solo in inglese (ma ci sono i sottotitoli in italiano) e risulta ben fatto. La nota dolente secondo me, è la grafica, con questo stile cartoon disegnato a mano che potrebbe non piacere…e infatti a me non fa impazzire. Non riesco a capire perché ci sono alcuni personaggi disegnati decentemente, che mi ricordano i personaggi umani in BoJack Horseman (ad es. Alice, Lake o Gaia la bibliotecaria), e poi ci sono altri personaggi che… che… sono indefinibili. Cioé son proprio brutti.

E purtroppo anche le animazioni lasciano alquanto a desiderare. I fondali invece sono molto più curati. Per il resto, i personaggi son caratterizzati più o meno bene, ne ho trovato solo uno caratterizzato male senza un background convincente (e sto parlando di Tekla).

Per un quarto romano e tre quarti pugliese, è un pc gamer incallito con una grande passione per i videogiochi, in particolar modo le avventure grafiche. Non disdegna le console, anzi cerca di recuperare vecchie glorie del passato attraverso l'emulazione. Esprime la sua creatività su Youtube, ma adora anche il mondo di Twitch, piattaforme che per lui hanno preso il posto della tv. È molto riservato e serio, ma si scioglie con freddure glaciali e meme di cui fruisce quotidianamente (è un tenerone!).