Olympic Games Tokyo 2020 – Recensione – Playstation, Xbox, PC, Switch, Stadia

Finalmente i Giochi Olimpici di Tokyo sono partiti, e noi abbiamo iniziato al day one a gareggiare alla controparte videoludica e siamo pronti a dirvi la nostra su Olympic Games Tokyo 2020! Venite a vedere se il gioco è da medaglia d’oro, da podio o se resta al palo senza vincere niente!

Il percorso del videogioco Olympic Games Tokyo 2020 è stato travagliato quanto quello delle vere Olimpiadi, anzi forse di più! Uscito infatti nel 2019, in anteprima per il mercato giapponese al fine di aumentare l’hype verso i veri giochi che ci sarebbero stati l’anno dopo, è finito per rimanere bloccato nel mezzo della pandemia e, proprio come la controparte reale, per essere rimandato.

Così è il 2021 ad essere teatro sia di questi Giochi Olimpici e sia di questo prodotto, targato SEGA.

Olympic Games Tokyo 2020 – Recensione – Un bivio immediato!

Pronti, partenza… VIA! Si parte subito con un bivio per gli sviluppatori: “Facciamo un gioco simulativo o un arcade?”. Beh non sappiamo quanto ci abbiano pensato, chi fosse stato a favore dell’una o dell’altra strada da intraprendere, fatto sta che si è voluta battere in modo netto e univoco la strada dell’arcade purissimo, con personaggi in stile superdeformed, stramberie nelle uniformi e scelte che sono state fatte per rendere il gioco immediato, divertente e “moderno”… modernità intesa come strizzare l’occhio ai più giovani e a brand che hanno fatto delle skin e delle personalizzazioni il loro successo, come Fortnite su tutti.

Da grande amante di ogni genere di sport, e da vecchio bacucco (vado oramai per i 40 suonati), devo ammettere che la scelta non ha pagato del tutto.

Lo stile mi è parso troppo caricaturale e poter correre i cento metri piani vestito da astronauta, inserendo il turbo sul finale manco avessi due bombole di NOS sotto le scarpe non mi ha particolarmente entusiasmato.

Vedere la nazionale di calcio italiana indossare delle divise rosse, bianche e verdi, stile Messico, è stato un colpo al cuore, ma non mi sono perso d’animo e mi sono spolpato tutte le specialità, ricredendomi, almeno parzialmente.

Olympic Games Tokyo 2020 – Recensione – 18 discipline e poco button mashing!

18 sono le discipline disponibili subito, fin dall’avvio, con la possibilità di giocarle in solitaria o in multiplayer, sia offline che online.

Ecco l’elenco completo:

  • 100m
  • 4x100m Staffetta
  • 110m Ostacoli
  • Lancio del martello
  • Salto in lungo
  • Baseball
  • Basket
  • Beach Volley
  • BMX (Ciclismo)
  • Boxe
  • Judo
  • Rugby
  • Calcio (Soccer)
  • 100m Stile libero (Nuoto)
  • 200m Misti (Nuoto)
  • Arrampicata
  • Ping Pong
  • Tennis

Per quanto riguarda le discipline di Atletica Leggera abbiamo prove che richiedono come al solito velocità e tempismo nella pressione dei tasti, senza particolari innovazioni degne di nota, ma con l’utilizzo di più movimenti del pad; come ad esempio nel lancio del martello, dove con l’analogico dovremo girare per far roteare il nostro atleta prima di dare l’input al lancio al momento giusto, e non limitando quindi il tutto alla sola pressione di due o tre pulsanti.

Stessa cosa accade per il nuoto, dove ogni stile ha le sue combinazioni da seguire per poter progredire nel modo più spedito possibile e senza fare affaticare troppo il nostro nuotatore.

Bello il Baseball, molto semplice ed immediato, con comandi responsive e l’unica pecca di avere match con troppi inning, che durano davvero molto.

Ottimo anche il Basket, anch’esso giocabilissimo e divertente, con molta spettacolarità… immaginatevi una sorta di NBA Jam, ma 5vs5 e in 3D ed avrete un’idea di quello che vi aspetterà.

SEGA mette lo zampino positivo anche nel Tennis, dove l’esperienza di Virtua Tennis aiuta non poco. Il gioco è ovviamente per meccaniche ed aspetto molto più simile ad una qualsiasi edizione di Mario Tennis, ma i comandi sono precisi e ci si diverte parecchio.

Interessantissima la meccanica di gioco scelta per il Ping Pong, con l’analogico destro a fare da fulcro per i tiri. Sarà infatti il suo movimento a determinare il movimento in sincronia della nostra racchetta. Va che è un piacere, sia in solitaria che in doppio.

Stessa meccanica la troviamo nella Boxe, dove con gli analogici guideremo i nostri guantoni… Missione compiuta? Si, crediamo che la scelta paghi in termini di gameplay e divertimento, dando al giocatore un certo livello di frenesia che appaga.

Un po’ troppo scriptato il Beach Volley, ma per me che sono cresciuto a pane e Super Volleyball in sala giochi è stato amore a prima vista.

Bello ignorante il Rugby a sette, dove inizialmente sembra di stare giocando al wrestling con una Royal Rumble in corso, e poi finisci per incastrartici di brutto.

Ed ho lasciato per la fine le note dolenti…

La noia mortale delle gare di BMX, già dopo pochi minuti, si ha l’impressione che la formula proposta non funzioni. Vi basterà sfondare il tasto della velocità con pressioni ripetute per pedalare più veloce degli avversari, diminuire leggermente la velocità in curva e premere il tasto del salto in determinati punti per eseguire dei trick scriptati… Decisamente non va.

La noia del Judo, che era poco indiziato per finire nella lista dei giochi da button mashing esagerato e invece ci finisce e rischia di vincere l’oro. Solo due tasti… uno per prendere l’avversario e uno da premere fino alla morte per fissare un indicatore in un dato punto di una barra per piazzare un Waza-Ari o un Ippon. Non mi ha preso per nulla.

I pregiudizi sull’Arrampicata Sportiva, che non mi hanno permesso di apprezzarne le meccaniche tutto sommato variegate (ebbene si sono uno che non vorrebbe l’arrampicata, lo skateboard e altre cose poco olimpiche alle Olimpiadi)

E rullo di tamburi… il Calcio signori miei. E’ forse il peggior gioco tra tutti e 18, in quanto sembra di vedere tantissimi Pinocchio di legno in un prato verde con dei binari virtuali. Decisamente poco giocabile da un uomo della mia esperienza… coff coff

Olympic Games Tokyo 2020 – Recensione – Quello stile un po’ così…

Ritornando al discorso stilistico del gioco, beh quello almeno nel mio caso ha fatto perdere un po’ di fascino al gioco. Di Olimpiadi votate all’arcade ce ne sono a bizzeffe ed essendo già uscito un prodotto giovanile come Mario & Sonic ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 che abbraccia grandi e piccini votandosi al divertimento più puro, andare a creare un mezzo clone, in termini di intenti è stato forse un autogol.

Pensate che non esiste una vera e propria modalità “carriera” dove impersonare una compagine nazionale seguendola nelle varie specialità, con il medagliere, i calendari, le qualifiche, le finali, dei punteggi.

L’accento è stato posto unicamente sulla personalizzazione estetica dei personaggi, con trovate bizzarre, tipo le già citate tute da astronauta, vestiti da cowboy, tute da Sonic e altre cose futili in termini di gameplay, mentre si sarebbe potuto pensare a personalizzare le nazionali con atleti dalle caratteristiche peculiari specifiche e dei poweup spendibili durante la manifestazione, per rendere un filo più simulativo il tutto o comunque più interessante.

Il fatto poi che il multiplayer non funzioni granché bene, con lobby spesso carenti di giocatori, lag e abbandoni, rende il tutto ancor meno sensato.

Ad un certo punto ho pensato che, se il gioco fosse stato un free-to-play, forse sarebbe stato tutto più giusto, ma che messa così l’operazione non fosse delle migliori. Per godere appieno del titolo infatti è molto meglio creare un gruppo di giocatori/amici fidati, con cui fare una stanza privata e giocare a più non posso, perché alla fine il gioco in sé diverte eccome.

Ho pensato ad esempio a SEGA Sports Athlete Kings, anche noto come Decathlete, gioco uscito in sala giochi nella seconda metà degli anni ’90 e anche su SEGA Saturn e altre piattaforme. Beh sicuramente quello poteva essere un punto di partenza, in termini di idee, per diversificare l’offerta, non andare in conflitto con Mario & Sonic ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 in termini di target e riuscire a smuovere chi aveva voglia di competizione sportiva e un pizzico di realismo in più.

Queste sono in sintesi le critiche che sento di muovere al gioco portato da SEGA ai consumatori.

Olympic Games Tokyo 2020 – Recensione – E arriviamo al fotofinish!

Quindi vi ho espresso i miei dubbi sullo stile globale dell’opera, ma allo stesso modo devo dirvi che tecnicamente il gioco se la cava egregiamente, con dei menu rapidi da navigare, puliti ed intuitivi, una grafica in game sempre pulita e colorata, con un framerate costante ad ottimi livelli ed una colonna sonora che ben accompagna l’intero gioco.

Parametri che non fanno altro che aumentare il rammarico per l’esperienza globale, che con qualche accorgimenti avrebbe potuto essere più soddisfacente.

Nel complesso quindi possiamo dire che il gioco è adatto a grandi e piccini, che nasce per giocarlo in compagnia ma che ha qualche problema nell’imbastire partite multiplayer decenti se non si gioca con amici in una lobby privata, che non appagherà a pieno i puristi e gli sportivi, ma che farà divertire tantissimo quelli che non badano alla sostanza ma cercano un party game a tema Olimpiadi… Peccato che sul gioco aleggi l’ombra di Mario & Sonic ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, che come party game gli è superiore.

Se però pensiamo che mancava un titolo simile da Londra 2012 (che io ho apprezzato, perchè più in linea con il discorso fatto qualche paragrafo più su), questo Olympic Games Tokyo 2020 è un appuntamento comunque imperdibile per chi sta seguendo i giochi di notte, grazie al fuso orario giapponese poco favorevole e per gli amanti del genere, resta un titolo da considerare anche se un amico lo ha comprato, perchè insieme ci si può divertire parecchio ed è consigliato anche a genitori con figli, che possono giocare in locale assieme. Chi non ama il genere dovrebbe comunque amare lo sport per poterlo apprezzare come party game. Per tutti gli altri… beh la mission è un filo più impossibile, ma c’è chi ci ha insegnato che NULLA è impossibile!

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Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”