Invincible – Una serie animata perfetta per noi cresciuti negli anni ’90

Ci sono così tanti prodotti di supereroi in questi anni che è molto facile perdersi nel mix e tralasciare delle cose. Ma sono determinato però a non fare della serie animata Invincible di Robert Kirkman (disponibile su Amazon Prime) uno di questi. Perché questo spettacolo è perfetto per i bambini degli anni ’90 che amano gli eroi.

Basato sul fumetto di Robert Kirkman, Cory Walker e Ryan Ottley, Invincible è proprio come The Boys, rappresentando un’incursione degli Amazon Studios nell’adattamento di un successo dei fumetti che non ha raggiunto il mainstream. Kirkman, che serve come produttore esecutivo nello show, ha già dimostrato di essere un fumettista di successo con The Walking Dead, ma nei fumetti dei primi anni 2000, The Walking Dead era solo la metà di ciò che ha reso Kirkman un fenomeno industriale. L’altra metà era Invincible.

Invincible evoca lo stile di alcuni dei più iconici spettacoli di eroi animati

Parte del fascino che mi ha immediatamente attirato su la serie animata di Invincible è legato al fatto che mi è sembrato subito molto familiare. Anche se non avevo legame con il materiale di partenza o con gli eroi del fumetto, l’animazione generale e il tono dello show evocavano lo stile di alcune delle migliori serie animate di supereroi della mia gioventù.

Delle volte con Invincible mi sembra di guardare un episodio di Batman Beyond. Mark Grayson ha l’energia di Terry McGinnis, con l’eroe occasionalmente troppo sicuro di sé che in qualche modo non riesce a portare questa sicurezza nella sua vita da liceale. Ci sono anche sfumature di molti altri eroi iconici in questa serie, anche se ovviamente non proprio come i personaggi a cui si ispirano.

Inoltre, con una clamorosa eccezione, gli episodi di Invincible seguono gli stessi ritmi e le stesse sensazioni di un’avventura animata media che un bambino degli anni ’90 avrebbe apprezzato. Penso che sia sicuramente perché lo show si appoggia molto su una storia d’amore complicata in cui l’altro significativo non sa che lui è un eroe.

Invincible è un concetto che sarebbe stato perfetto per la fine degli anni ’00

Quando ho visto che la serie animata Invincible era incentrata su un eroe il cui padre è il “Superman” del loro mondo, sono rimasto sbalordito che il concetto non fosse stato realizzato prima nel mondo dell’animazione dei supereroi. Almeno, non al livello in cui il figlio è l’erede del titolo e viene istruito da suo padre lungo la strada.

Anche se non ci vorrà molto per capire che la relazione di Mark e suo padre Nolan, è un po’ più complessa di quella tra padre e figlio. Dopo tutto, essere un eroe è molto più complicato, e pochi possono davvero capire la responsabilità di mettere la vita di milioni di persone al di sopra di quelle più vicine a te. Io certamente non posso, perché sto ancora lottando per capire appieno qual è il problema di Omni-Man.

Invincible – In primo piano Omni-Man padre di Mark

Invincible conserva l’energia di una serie animata “classica”

Un problema che ho avuto cercando di rivisitare molte serie animate della mia infanzia, che hanno ancora un posto nel mio cuore, è legato al fatto che non sono più storie pensate per me. Inevitabilmente ti trovi a pensare:  “È una proprio una serie per ragazzini”. C’è sempre quel momento in un episodio in cui ti viene rapidamente ricordato, e questo può togliere un po’ del divertimento.

Non è il caso di Invincible, una serie animata che può ingannare gli spettatori con il tipo di spettacolo inscenato nel primo appuntamento. Naturalmente, quelli che finiscono l’episodio otterranno un’esposizione violenta e stridente del perché questo non è una rappresentazione che qualsiasi bambino dovrebbe guardare, ma è il tipo di azione che noi vogliamo vedere, ed quello che ha portato questo show al livello successivo.

Ciò che è più impressionante di Invincible è la capacità di affrontare situazioni complesse e mature pur mantenendo la sua identità di una classica serie animata di supereroi della mia gioventù. Di solito, uno show come The Boys va a tutta birra sulla violenza e centra l’intero episodio intorno alla sua oscurità e grinta. Ciò che fa funzionare Invincible è che esiste in entrambi gli spazi e occasionalmente li mette insieme in un modo che non sembra mai forzato. È magico davvero, e non sono sicuro di come possa funzionare così bene, ma è così.

Invincible – Serie animata tratta dall’omonimo fumetto

Ci sono più colpi di scena di quanti se ne possano immaginare

Invincible ha alcuni colpi di scena amplificati ad un livello cui non posso rendere giustizia a parole. Questo è probabilmente dovuto in gran parte a Robert Kirkman, che, dopo aver lanciato fumetti e show televisivi di successo come The Walking Dead, sa una cosa o due sul costruire la suspense e sull’azione.

Non posso davvero sedermi qui e dire che i colpi di scena della serie animata Invincible sono qualcosa di un livello che non si è mai visto prima. Ma sicuramente non sono il tipo di colpo di scena che mi aspetterei in una serie animata media. Questo è dovuto in gran parte al fatto che la serie Amazon Prime è più serializzata rispetto alla media delle serie animate di supereroi, il che rende un po’ più facile confezionare alcuni colpi di scena quando la storia non è così episodica.

Invincible – Serie tratta dall’omonimo fumetto

Colpi di scena e violenza nella serie animata Invincible

Una grande parte del fascino di Invincible sta nel modo in cui ha poco uso della maggior parte delle fonti tradizionali di dramma nella narrazione dei supereroi. Tenere i suoi poteri segreti ai suoi genitori non è un problema. L’intera famiglia Grayson sa di Omni-Man. Ed è ambientato in un mondo che ha familiarità con i tropi dei supereroi, senza strizzare l’occhio alla telecamera.

È anche casualmente iper-violento e cruento in un modo che sembra stridente, ma anche essenziale per la visione del mondo dello show. Non è una visione cinica dei supereroi, è una visione che vuole impegnarsi con la violenza dei superpoteri, e presenta un mondo in cui gli scontri tra superuomini non sono il massimo per gli spettatori innocenti.

C’è un’autoconsapevolezza nella serie che è facile da apprezzare, e colpisce ancora meglio quando mette le carte in tavola alla fine della sua prima puntata. Un colpo di scena che è ancora divertente rivedere e che aggiunge un grande livello di tensione al resto della serie.

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Scrive come tesi di laurea “ Il cinema nella mente” perché per lui la relazione tra cinema e psicologia è tutto. Ama vivere nel sogno, o semplicemente far vivere i suoi di sogni, purché questi vengano vissuti in maniera personale. Non dimentica mai che “In ogni strada di questo paese c'è un nessuno che sogna di diventare qualcuno” e in quel viaggio cosi folle “ Perdersi è meraviglioso”.
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