Outriders – Recensione – PC, Xbox One, Xbox Series X/S, PS4, PS5, Google Stadia

Outriders è ormai sul mercato dal 1 Aprile 2021 e le impressioni e le considerazioni che abbiamo accumulato nel corso dell’ultimo mese sono molteplici. Il looter-shooter in terza persona sviluppato da People Can Fly e pubblicato da Square Enix è stato capace, in un primo momento, di scatenare una vera e propria “frenesia di gioco” che ci ha portato a macinare ore su ore… salvo poi spezzare la magia, con una serie di problematiche che vanno doverosamente affrontate in una recensione come questa. Senza indugiare oltre, dunque, gettiamoci a capofitto nel recap di tutto quanto è stato offerto dalla produzione!

Outriders – Recensione – Una falsa partenza e un buon finale.

La nostra avventura comincia permettendoci di personalizzare il nostro alterego virtuale tramite un editor del personaggio che non offre particolare profondità; una volta costruito l’aspetto del protagonista, veniamo subito gettati nel pieno della narrazione e catapultati su Enoch, un pianeta che si propone come nuova casa della razza umana: come in ogni prodotto di fantascienza che si rispetti, però, il setting proposto da Outriders è subito pronto a cambiare le carte in tavola ed offrire una fauna spaventosa, degli agenti atmosferici in grado di uccidere con facilità (l’Anomalia) e un balzo in avanti nel tempo che ci porta nel pieno di una guerra civile.

Trent’anni dopo la discesa su Enoch, infatti, ci ritroviamo immersi in un pianeta diviso in fazioni e ad essere in tutto e per tutto una “Mutazione”, ovvero un essere umano colpito dall’Anomalia che ne ha assorbito parzialmente il potere: da questo espediente deriva la selezione della classe, che determinerà l’approccio al gioco.

Il nostro viaggio sarà dunque caratterizzato da una serie di ricerche e mini-obiettivi poco stimolanti, contornato da dialoghi scialbi e brevi approfondimenti sulla storia personale dei personaggi che incontreremo. Outriders risulta abbastanza debole dal punto di vista narrativo, almeno per quanto riguarda una buona metà dell’avventura; superata quest’ultima, il titolo cambia prospettiva e si fa più avvincente, più cinematografico, capace finalmente di coinvolgere davvero e di offrire parecchio materiale, tra missioni secondarie, documenti ed elementi di lore ben costruiti.

Una campagna composta da due anime, dunque, una decisamente scialba e una ben più forte e massiccia, che contrastandosi non danno però modo di promuovere pienamente il comparto narrativo.

Outriders – Recensione – Spara che ti passa!

L’anima da looter-shooter di Outriders lo rende il gioco perfetto per chi non vuole mai smettere di sparare e di affrontare orde su orde di nemici di vario genere, il tutto reso appagante dalla dedizione di People Can Fly per quanto riguarda il sistema di shooting.

Le prime ore evidenziano un senso generale di appiattimento e noia, apparentemente inspiegabile visto il talento dello studio, che ci ha a dir poco lasciati perplessi: tuttavia, procedendo, si capisce ben presto come il livello di assuefazione al gameplay sia inesorabilmente destinato ad aumentare, fino ad assistere ad una piccola innovazione della formula da sparatutto in terza persona che, in prima battuta, di certo non ci saremmo aspettati.

Dimenticatevi quindi delle coperture, perché le quattro classi previste nel gioco sono aggressive e letali e fanno dell’offesa l’unica opzione disponibile: che siate Piromanti, Tecnomanti, Distruttori o Mistificatori, l’unico mantra è quello di aggredire gli avversari. Le diverse tipologie di nemici saranno piano piano comprensibili ed affrontabili con facilità e l’utilizzo delle abilità uniche della vostra classe vi darà modo di restare in piedi nonostante le orde frenetiche. Outriders punta a farvi sparare come dei forsennati, ad impedirvi di uscire dall’azione… e ci riesce!

Al di là di una frenesia che certamente ci ha convinti, dobbiamo evidenziare come vi sia ben poco altro da aggiungere in merito al gameplay. Le mappe sono tutte uguali fra loro, la raccolta del loot e delle munizioni è l’unica attività davvero significativa oltre alla sparatoria vera e propria e vi è ben poco da aggiungere per quanto riguarda i collezionabili. Le missioni secondarie che “spezzano” le orde principali propongono sempre lo stesso schema di gioco e la personalizzazione del blindato è fine a sé stessa e poco appagante.

Ci saremmo aspettati qualcosa in più.

Outriders – Recensione – Un endgame che doveva dare di più.

Terminata la campagna, Outriders ci consegna un sistema di Missioni dalla durata di circa 15-20 minuti ciascuna, dove i nemici risultano essere più aggressivi e l’equipaggiamento già in nostro possesso si muove di pari passo. L’obiettivo è quello di raggiungere il Livello Spedizioni 15 e avere quindi modo di affrontare la missione finale, ottenendo il grado Oro in tutte quelle precedenti. Rigiocare le quest è spontaneo, visto e considerato che un grado più alto comporta anche premi migliori e che il vostro ranking aumenterà anche in base al tempo di gioco della Missione stessa.

Nonostante il feeling generale dell’avventura rimanga invariato, il sistema proposto presenta una serie di problematiche da considerare.

Outriders è un gioco che può essere giocato sia in solitaria che in compagnia e, all’interno della campagna, il Giocatore Singolo è risultato abbastanza ben gestito; nell’endgame, la musica cambia, e l’impossibilità di risorgere autonomamente porta a morti frustranti, dettate spesso da elementi di gioco mal bilanciati e non dalla reale colpa del giocatore, che comportano il dover ricominciare la Spedizione da capo. Anche i Checkpoint non aiutano a migliorare la situazione, risultando troppo pochi e mal posti.

In poche parole, l’endgame è inconsciamente più propenso al Multigiocatore, ci obbliga quasi ad appoggiarci alla possibilità di tornare in vita derivante dalla cooperativa. Se un gioco è stato pensato per essere giocato in entrambi i modi, la sua anima non può essere stravolta in alcun caso.

Alcuni nemici, inoltre, sono dotati di attacchi davvero overpower e mal strutturati, che aumentano la frustrazione generale: si pensi, ad esempio, ai Cecchini che stordiscono automaticamente con ogni colpo o agli Striscianti, il cui raggio laser non può essere evitato. Le Missioni in singolo, soprattutto quando questi nemici sono in gran numero, diventano praticamente impossibili.

La necessità di completare la Missione con una tempistica ridotta è poi la carnefice del sistema di build che il gioco offre nella campagna. Le personalizzazioni delle classi vengono ridotte a setup tutti identici, con l’obiettivo di arrivare a fine Spedizione il più velocemente possibile, rimuovendo uno degli elementi migliori di gameplay, ovvero la possibilità di avere molte alternative di costruzione per ogni classe. Le Classi si riducono quindi ad essere “spazzini ad area”, perdendo anche le loro caratteristiche base e non spronando il giocatore ad unirsi a membri del gruppo che appartengano a classi differenti dalla sua.

Risulta sbilanciato anche il sistema di premi, davvero troppo miseri quando non si raggiunge il grado Oro.

Le Missioni stesse, dal punto di vista della storia, non brillano per originalità e risentono di una longevità annacquata: a volte si ha la sensazione che il Timer si prenda gioco di noi, non fermandosi durante le cutscene o durante l’atterraggio di un obelisco, utilizzando questi elementi come miseri espedienti per protrarre i minuti in-game. Una volta completata la Spedizione 15 a Oro, la modalità di fine gioco di Outriders ha perso tutto il senso che doveva avere, lasciando un vuoto che definiremmo frustrante. Considerando il team dietro il titolo e le potenzialità su carta, era necessario gestire il tutto in maniera decisamente diversa.

Outriders – Recensione – Un occhio aperto, un occhio chiuso.

La cura per le ambientazioni e gli elementi visivi in Outriders è innegabile, con elementi atmosferici tra i più gradevoli del genere e un’ispirazione generale che ci ha convinti. Tuttavia, non possiamo definire il gioco tecnicamente eccelso, soprattutto a causa di texture non proprio dettagliate e un livello poligonale che lascia a desiderare.

Abbiamo avuto modo di giocare il titolo su piattaforme diverse, ma il monte ore principale è stato immagazzinato su PlayStation 4 base: qui, inutile negarlo, la situazione precipita drasticamente, con rallentamenti notevoli, caricamenti in ritardo degli elementi dello scenario, personaggi e creature che fluttuano all’interno delle cutscene e altro ancora. Alcune problematiche affliggono anche le piattaforme più prestanti, con bug che compromettono gli inventari o il gioco che rimane piantato nel menù all’infinito, a meno che non si riavvii l’applicazione… e a volte nemmeno questo basta a risolvere il problema.

Inoltre, abbiamo riscontrato qualche problema di input-lag che dipende dai server di gioco, non proprio stabili e spesso vittime di crash inspiegabili.

La patch correttiva uscita qualche tempo fa ha risolto alcuni problemi, ma altri rimangono inesorabilmente presenti e pronti a farci rimpiangere di aver acceso la console.

Amante di videogiochi e libri fin dalla nascita, ha poi sviluppato una grande passione per tutto ciò che è nerd. Originaria della terra del bergamotto e del piccante, vanta radici nordiche niente male e ha una passione irrefrenabile per il mondo animale. Logorroica e amante delle discussioni costruttive, datele un argomento di conversazione a vostro rischio e pericolo!