Apples – Recensione – Christos Nikou

Apples Recensione
Apples Recensione

Esordio per Christos Nikou che passa da assistente di Yorgos Lanthimos in Doogtooth a regista di Apples, lungometraggio che segue la nuova corrente filmica greca. In 60 secondi cosa ne pensiamo!

Una mela al giorno…

Il film Apples di Christos Nikou racconta di un’epidemia virale che causa amnesia totale alle sue vittime in tutto il mondo. Il nostro protagonista, uscito di casa per raggiungere un non precisato luogo, viene contagiato e da lì inizia il suo percorso verso una ormai dimenticata vita quotidiana a furia di istantanee ed esperienze grottesche.

Christos Nikou mette in scena questo racconto con il solito distacco emozionale che contraddistingue la nuova corrente cinematografica greca, la quale, vede in Yorgos Lanthimos uno dei principali esponenti. Non a caso Christos Nikou era suo assistente alla regia nel film Dogtooth da cui, Apples, eredita la messa in scena, ma non il tono. Simile regia la trovammo anche in Miss Violence di Alexandros Avranas, in una passata recensione.

Una regia fredda ed apatica che vede i personaggi, privi di eccessi emozionali, vivere alla riscoperta della vita e alla ricerca di una memoria perduta e legami dimenticati. La scrittura scorre piacevole con un ritmo sempre blando, ma mai noioso, con un interessante plot twist a metà film che cambierà radicalmente la lettura del lungometraggio. Plot twist, specifico, per nulla forzato e anzi perfettamente integrato nel contesto.

In ultimo la fotografia, nell’ormai sempre più di moda formato 4:3, che sembra richiamare le stesse istantanee polaroid scattate dal protagonista, come se il film fosse una costante fotografia di una vita vissuta, nel bene e nel male, come le esperienze dei contagiati dal virus.

Consigliato agli amanti di Lanthimos e a chi cerca un film drammatico monotono, con tutti i pregi artistici e contro logistici del caso.

Il film sarà disponibile dal 31 Marzo 2021 sulla piattaforma MioCinema.

Artista di Schrödinger. Fotografo e Videomaker freelance, ossia disoccupato perenne tra un progetto e l'altro. Tra cinema, videogiochi e cartoni animati, cerca la gnosi spirituale per poter sopportare chi segue il mainstream più del proprio cuore. Fincher, Lynch, Noè e Lanthimos i suoi punti di riferimento, che lo guidano in un turbinio di cinico romanticismo. In 60 secondi consiglia film, riuscendo a infilare qualche tecnicismo e qualche insulto. La sua filosofia si traduce in "Non sono misantropo, è che mi disegnano così."
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