Assandira (2020) – Recensione – Salvatore Mereu

In Assandira (2020) Salvatore Mereu racconta il conflitto tra antico e moderno in chiave noir

Assandira – Recensione – Tratto da un romanzo

Assandira (2020) è l’ultimo lungometraggio del regista sardo Salvatore Mereu, presentato fuori concorso alla 77esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Giulio Angioni, il film di Mereu è tra le novità più recenti dell’offerta home video di Koch Media.

Il conflitto tra antico e moderno, realtà e finzione

Assandira si presenta come giallo-thriller ambientato in Sardegna, terra più di ogni altra capace di portare alla luce l’aspro conflitto tra antico e moderno, tradizione ed innovazione.

Nella pellicola di Mereu, il nuovo è sicuramente rappresentato da Mario Saru (Marco Zucca) e da sua moglie Grete (Anna König), una giovane coppia che decide di rientrare dall’estero per stabilirsi nel villaggio natio di Mario e mettere su un agriturismo, nel tentativo di sfruttare il fascino esercitato, specialmente sui turisti nordici, dalle tradizioni e dalle usanze degli umili pastori sardi.

Tale progetto incontra però la resistenza di Costantino Saru (Gavino Ledda), padre di Mario e vero protagonista del film, che finirà per assecondare i desideri del figlio e della nuora senza tuttavia superare le proprie perplessità.

Il film è dunque tutto imperniato sull’esaltazione dell’evidente distanza che separa a vari livelli (carattere, mentalità, esperienze pregresse, background culturale) le due generazioni. Sicuramente notevole è infatti, a tal proposito, l’elaborazione di chiari contrasti visivi – come quello tra pioggia e fuoco – ad enfatizzare tanto la profonda differenza tra padre e figlio quanto la cesura prodotta, con l’inaugurazione dell’agriturismo “Assandira”, dall’irrompere della modernità nel mondo di Costantino. Proprio Costantino (e con lui lo spettatore) si ritroverà a sperimentare in prima persona la netta contrapposizione tra la vera vita da pastore e la messinscena di quest’ultima, volta alla creazione di un business. Un tema, quello del conflitto tra realtà ed apparenza, quanto mai attuale e controverso nella società contemporanea.

Assandira – Recensione – Un giallo-thriller non riuscitissimo

Come già accennato, la questione del rapporto tra tradizione e innovazione, realtà e finzione, viene esplorata da Mereu in chiave prettamente thrilling, sebbene la deriva noir della pellicola risulti chiara soltanto negli ultimi minuti. Il film si apre infatti, in toni piuttosto drammatici, con la morte di Mario dovuta ad un incendio scatenatosi nell’agriturismo; ciò che ne scaturisce è quindi un film giocato tutto sull’alternarsi tra i ricordi legati alla nascita di Assandira e le indagini volte ad accertare le cause dell’incendio.

In tutto ciò, lo spettatore è portato ad osservare gli eventi assumendo la prospettiva di Costantino, i cui pensieri ci vengono resi noti proprio dalla sua voce fuori campo. Tale espediente, se da un lato agevola l’immedesimazione nel protagonista, dall’altro contribuisce tuttavia a sottostimare o a trascurare i già rari e flebili indizi circa la svolta noir del film che Mereu ricorda di tanto in tanto di disseminare.

Di conseguenza, il finale sembra essere – più che il risultato di un effetto a sorpresa costruito meticolosamente per tutto il film – il frutto di una decisione poco ponderata da parte del regista e/o dello sceneggiatore che, in modo del tutto improvviso e frammentario, decide di collocare qualcosa di scioccante al di sotto del velo di apparenze intessuto, pezzo per pezzo, durante il film.

Ciò che Mereu sembra non riuscire a costruire è infatti un’atmosfera perturbante, un latente ma continuo senso di disagio che avrebbe sicuramente contribuito ad alimentare la curiosità dello spettatore – che, in assenza di ritmo, può essere facile preda della distrazione – e a conferire maggiore potenza (e coerenza) alla rivelazione finale.

Assandira – Recensione – Sceneggiatura e prove attoriali

Ulteriori punti deboli di questo film hanno a che fare con una sceneggiatura claudicante (che raggiunge la sufficienza solo quando Costantino parla con la voce fuori campo) e con delle prove attoriali discutibili e oltremodo incolori, come appare evidente, ad esempio, nelle scene (poco credibili) riguardanti l’indagine e nella totale assenza di un contrasto emotivo, nell’atteggiamento di Costantino, tra il periodo prima e quello dopo la morte di suo figlio.

Conclusioni

Assandira ha quindi il sapore di un’occasione sprecata: si tratta infatti di un film di cui consiglio la visione poiché sicuramente apprezzabile ed originale nella scelta dei temi e nella loro contestualizzazione in un ambiente poco toccato dal cinema nostrano, ma che paga a caro prezzo le conseguenze di una sceneggiatura, di una modalità di narrazione e di interpretazioni non all’altezza dei suoi intenti.

La versione Home Video di Koch Media da noi testata

Codifica:PAL
Formato Video:1,85:1 Anamorfico
Formato Audio:5.1 Dolby Digital: Italiano
Sottotitoli:Italiano NU Inglese
Tipo confezione:Amaray

Il prodotto contiene extra digitali come il trailer e una serie di scene tagliate

La qualità della masterizzazione è eccellente, nonostante il formato oramai più datato (il film è infatti disponibile solo in DVD), come Koch Media ci ha da sempre abituati e non abbiamo trovato alcun difetto cromatico o di risoluzione.

Classe 1996, nata a La Maddalena ma cresciuta a Bari, è laureata in Traduzione specialistica. È una grande appassionata di film, serie tv e libri, su cui ama discutere e confrontarsi. Si è da poco addentrata nel magico mondo dei giochi da tavolo e, in particolare, dei giochi di ruolo. Crede fermamente nell’idea che “la bellezza salverà il mondo”, motivo per cui attribuisce all’arte e all’intrattenimento un valore assoluto.
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