Hitman 3 – Recensione – PC, PS4, PS5, Xbox One, Series X|S, Stadia e Switch

Siamo arrivati all’ultimo capitolo della trilogia dell’Agente 47 iniziata nel 2016. Questa volta la caccia a “La Costante” potrebbe volgere al termine e, attraverso una serie di missioni, taglieremo tutti i fili con il passato.

La versione provata dalla redazione è quella disponibile sull’Epic Games Store ed è la “Deluxe Edition”.

Il cammino che ha portato l’Agente 47 a questo capitolo finale è stato lungo e pieno di sangue. Anche questa volta sarete accompagnati da un arsenale di armi sorprendente ed una libertà di azione unica. Quest’ultima è rappresentata dalla possibilità di utilizzare più modi per poter completare le missioni: si va dal classico approccio stealth a quello più aggressivo. Il primo comprende l’uso di armi non convenzionali, trovate nella mappa, che non devono per forza uccidere chiunque si trovi sul cammino dell’Agente 47. C’è infatti la possibilità di eliminare solamente l’obiettivo lasciando in vita tutti coloro che sono a protezione di quest’ultimo, distraendole con monetine, mattoni, bicchieri… Qualunque cosa capiti a tiro.

Ma qual è esattamente l’obiettivo di “Quarantasette”? Il gioco riprende esattamente dove avevamo ci eravamo lasciati con il capitolo precedente. Dobbiamo radere al suolo “La Costante”, una persona che gestisce e comanda la Providence, la società che aveva commissionato l’omicidio di Lucas Grey, nel corso di Hitman 2, amico di infanzia dell’Agente 47. Durante quest’ultimo cammino, l’assassino più famoso del mondo dovrà affrontare il suo passato ed in qualche modo renderà conto a tutte le sue vittime ad un certo punto.

La trama è sicuramente più articolata rispetto al secondo capitolo, anche grazie a delle cutscene fatte veramente molto bene sotto il punto di vista scenografico. I colpi di scena sono presenti e vi lasceranno senza parole.

Come accennato precedentemente il gameplay è rimasto simile al precedente capitolo, non discostandosi troppo dalle fondamenta di base del gioco. Ambienti molto grandi ed esplorabili quasi interamente, possibilità di interagire con tutti gli oggetti e le persone e la ricerca dell’obiettivo da eliminare. Non potevamo aspettarci qualche cambiamento rispetto Hitman 2 anche perchè quello stile di gioco già piaceva ed andava bene; c’era solo bisogno di sistemare alcune lacune e piccoli bug.

Questo non è stato risolto del tutto, alcune interazioni sono troppo macchinose e gli NPC a volte risultano troppo “finti”. Anche le location, una volta completate, è difficile che venga la voglia di rigiocarle, anche con un modus operandi diverso rispetto al precedente; lo stesso problema era presente anche nel precedente capitolo. Certo, è interessante vedere in che modo è possibile completare la missione, ma a parte l’approccio totalmente stealth e quello più aggressivo è quasi impossibile che ti venga in mente di ricompletare una location per la terza volta.

Queste, tra l’altro, sono veramente grandi e diverse. L’esplorazione è a pura discrezione del giocatore e la scoperta di passaggi segreti, zone interdette, scorciatoie e persino easter egg è sempre dietro l’angolo. Un level design studiato nei minimi particolari che può lasciare il giocatore a bocca aperta.

Poco fa è stato accennato l’approccio stealth alle missioni, ed è sicuramente quello più consono che permette di godere del gioco in ogni sua sfaccettatura. Bisogna studiare i pattern dei nemici, parlare con gli NPC per capire alcune cose all’interno della mappa, riuscire a passare inosservato con i travestimenti senza farsi scoprire nè dalle guardie del corpo tanto meno dalle telecamere ed occultare qualsiasi prova del nostro passaggio fino a che non arriveremo nei pressi del nostro obiettivo. Lì potremo usare varie tecniche di eliminazione, dalle più silenziose a quelle più rumorose. Ovviamente sarebbe un peccato rovinare una missione di oltre un’ora con un colpo di pistola non silenziata in mezzo alla folla; consiglio caldamente metodi silenziosi.

Al completamento delle missioni si sbloccheranno nuove armi e travestimenti con cui rigiocare la missione, ma come detto in precedenza sarà difficile che vi venga voglia di rigiocarla più di due volte.

Il team di sviluppo ha poi riproposto una meccanica molto interessante e curata: le “Storie. Durante le missioni potremo scoprire delle sotto trame che li riguardano ed ampliano notevolmente la lore di tutto il gioco. A volte risultano scritte meglio della main quest. Questi sono eventi secondari ed il giocatore è totalmente libero di scoprire questi eventi oppure andare dritti verso l’obiettivo.

Hitman 3 è forse il titolo meglio riuscito di questa trilogia, sia sotto il punto di vista tecnico che artistico. Il team di sviluppo, come detto alcune righe fa, ha risolto alcune lacune e bug, ma non tutti. Una cosa che lascia molto a desiderare riguarda le fasi di shooting; va bene, Hitman non è un gioco sparatutto, anzi, però sono mancanze che si portano dietro già da un po’ e che forse avrebbero potuto sistemare. Ciò non toglie che sia comunque godibile in ogni suo momento.

Graficamente è migliorato, ma non quanto ci si potrebbe aspettare. Le cutscene sono sicuramente il passo più importante compiuto in questo senso e sono una piccola perla sia per le inquadrature che per i giochi di luce. La soundtrack è sempre azzeccata e ben curata, ma d’altronde in un titolo del genere non ci si poteva aspettare diversamente.

Possiamo finalmente dichiarare concluso questo cammino di Agente 47, ma lasciamo a voi capire cosa accade e cosa potrebbe accadere in futuro. Niente spoiler da parte nostra.

Proveniente dalle onde marittime di Roma, o meglio Ostia, è un grande appassionato di videogiochi, serie tv, film e libri thriller. Cresciuto a suon di pizza, pasta e videogiochi, si è guadagnato il rispetto tra i più famelici mangiatori d'Italia.