Speciale Scanners – 40 anni dal film cult di Cronenberg

Il 14 gennaio del 1981 usciva negli Stati Uniti (in Italia sarebbe arrivato a maggio dell’anno dopo) il film Scanners di David Cronenberg

Diciamolo subito. Scanners, come tante altre pellicole nella storia della settima arte, non è un film da ricordare e celebrare per una caratura di perfezione tecnica, recitativa, narrativa come molti capolavori imprescindibili del Cinema mondiale. Rientra però in quel gruppo di film che solitamente vengono definiti cult perché presentano, pur appunto nella loro generale fattezza non perfetta, dei momenti e nello specifico delle immagini comunque straordinarie e uniche. Tanto uniche da essere rimaste impresse nell’immaginario di una generazione intera di appassionati o di pubblico in generale. Potremmo fare tanti esempi, che rientrano poi in un altro sottogruppo del cinema cult: quello che è il cinema iconico. Che presenta cioè delle vere e proprie icone, indelebili negli occhi e nei ricordi della gente. 

Una testa umana che esplode. Ecco un’immagine indelebile. Un’immagine iconica. Un’immagine cult. Sedimentata nell’immaginario cinefilo e gore. E anche splatter naturalmente.

E poi gli Scanners del titolo, appunto. Individui apparentemente comuni, ma che nascondono poteri psichici come telepatia, telecinesi, pirocinesi. 

Intendiamoci, il film ha avuto in questo soggetto dei grossi precursori.

Nel 1975 Carrie di Brian De Palma, tratto dal primo romanzo di Stephen King, e sempre di De Palma il successivo Fury del 1978, già trattavano l’argomento della telecinesi e dei poteri telepatici. Carrie con un occhio tanto delicato quanto terribile (con un montaggio che ha fatto storia) e Fury nel quale già si vede una testa umana esplodere (ve ne abbiamo già parlato qui). O nel film, sempre tratto da King, L’incendiaria (la pirocinesi, in questo caso – citato anche e non a caso nella serie Stranger Things).

Cronenberg lo fa con il suo tocco del tutto inedito e unico. Gli “scanner” sono persone con poteri telepatici e telecinetici che vengono ricercate dalla ConSec, un fornitore di armi e sistemi di sicurezza. La trama ruota attorno al tentativo di Darryl Revok (Michael Ironside), uno scanner rinnegato, di ingaggiare una guerra contro la ConSec. Un altro scanner, Cameron Vale (Lack), viene inviato dalla ConSec a fermare Revok. 

Scanners presenta una trama interessante per quanto imperfetta nella sceneggiatura eppure i temi affrontati meritano la visione di questa pellicola ancora oggi. La pericolosità sociale di personaggi extra-dotati che si elevano a superuomini e il loro contraltare, i buoni, che cercano di fermare il desiderio di alcuni di sopraffare gli uomini comuni. E poi il tema della scienza che modifica la mente e i corpi dei normali esseri umani.

Ma la già grande verità del perché Scanners merita ancora oggi di essere visto e rivisto è l’unicità della più pura e artigianale rappresentazione cinematografica, quella della narrazione attraverso le immagini, che sono il vero elemento attraverso il quale la “poetica” di Cronenberg arriva allo spettatore. Come se il regista stesso fosse, attraverso i suoi fotogrammi indelebili, uno scanner che opera nella nostra testa.

Cos’è il cinema se non un incredibile mezzo per modificare il nostro pensiero, aumentare la nostra fantasia e farci riflettere? E Cronenberg sa diventare egli stesso appunto, uno scanner perfetto. 

Cronenberg sarebbe tornato negli anni a venire più e più volte sui temi della trasformazione e del potenziamento dell’uomo (basti pensare a La mosca nel 1986 con Jeff Goldblum che appartiene al filone del cosiddetto “body horror“, in cui uno scienziato si fonde inaspettatamente con una mosca per un esperimento mal riuscito, prima traendo giovamento fisico dalla trasformazione per poi subirne le più terribili conseguenze fisiche e psicologiche. O l’assurdo Inseparabili del 1988 con Jeremy Irons nel quale la fusione avviene fra due fratelli gemelli, uniti nel dolore della fine di un amore per una donna. Un corpo dentro un altro, che accelera sensorialmente le sue potenzialità per poi autodistruggersi. O ancora il tema della super percezione, fino ad arrivare alla veggenza che coinvolge il professore di lettere Johnny Smith (Christopher Walken) de La zona morta del 1983, sempre tratto da King. Ad ogni modo il tema fondamentale di questi piccoli film unici, l’aumento delle potenzialità innate nell’essere umano, in tutto il cinema di Cronenberg, anche quello non fantastico (vedi A History of violence, nel quale un uomo tenta di cancellare il suo passato da omicida per vivere una vita normale, senza riuscirci), ci porta sempre al cinema più puro.

E’ il cinema che aumenta nel nostro caso queste potenzialità, creando immagini straordinarie e indelebili, che al contrario degli effetti collaterali (pesanti) che subiscono i personaggi delle storie di Cronenberg, a noi non può far altro che bene, avvalorando il nostro amore per il cinema e per le grandi immagini che quest’arte da sempre riesce a regalarci. Con il regista giusto al timone; un tipo come Cronenbeg insomma.

Scanners, rappresentando il capostipite di questa poetica non può che meritare di essere apprezzato ancora oggi e di essere rivisto per il suoi 40 anni.

Scanners arriva per la prima volta in alta definizione su blu-ray grazie a Raro Video e CG Entertainment 

Stefano Chianucci

Stefano "TheMoviemaker" Chianucci - Nato a Firenze, dopo la laurea in Storia della Musica per Film con una tesi sulla musica di Star Wars, ha vissuto a Roma dove ha lavorato in alcune fiction italiane brutte brutte. Ora di nuovo a Firenze, si occupa di formazione. Sembra serioso come Darth Vader ma se lo conosci meglio è l’anima della festa come Voldemort!
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