Moriarty, il Napoleone del crimine – Recensione – Librogame di Antonio Costantini (Watson Edizioni)

L’eroe di turno accetta la sua sfida, compie un viaggio pericoloso, sconfigge il nemico, conquista l’amore e viene acclamato da tutti. Fine!

Ecco servito il vostro cliché. Volete che ve lo riscaldi, lo mangiate al volo, lo incartate… O preferireste qualcosa di del tutto nuovo sul menù? Se vi proponessi per una volta di ribaltare i ruoli facendovi vestire i panni del cattivo? Vi stuzzica, vero?

Ah, non venitemi a fare la morale, mi raccomando! Immedesimarsi in un personaggio malvagio non significa mica comportarsi per forza in modo poco etico. Sappiate che la storia è piena di cattivi incompresi. Chi sono i cattivi se non dei buoni mancati, in fondo?

Darth Vader: vorrei vedere voi come vi comportereste se dei predoni vi uccidessero la madre, il vostro maestro vi tagliasse gran parte degli arti e un vecchietto sconosciuto vi illudesse di poter salvare l’amore della vostra vita da morte certa solo per poi ingannarvi all’ultimo momento.

La matrigna di Biancaneve: una povera divorziata non ha nemmeno il diritto di risposarsi senza che la propria figliastra millanti ovunque la propria bellezza? Quella si diverte a fare le zozzate con 7 nani… E lei invece rinchiusa in un castello sfarzoso ad annoiarsi dalla mattina alla sera. E dai, se l’è cercata!

Frollo: liberare a tutti i costi Parigi da zingari e immigrati è forse un crimine?

E se la Watson Edizioni ci propone dunque un libro con protagonista Moriarty, non lo fa solo perché il tema “Sherlock Holmes” ce l’ha d’obbligo già nel nome… Ma anche e soprattutto perché mediante la sapiente penna di Antonio Costantini vuole mostrarci una storia classica da un punto di vista differente. Scoprirete così che anche un pluri-criminale come Moriarty nasconde un cuore tenero e che un impero del male può benissimo essere fondato sulla generosità, sulla dolcezza e… No, ma a chi voglio darla a bere? Vogliate semplicemente togliervi lo sfizio di fare i bastardi per una volta: bruciate orfanotrofi, gettate il vostro gatto nel tritarifiuti e suonate i campanelli ai vicini. Poi aprite il libro e leggete: nulla di quanto appena avrete fatto sarà paragonabile a ciò che vi attende!

Regolamento:

Ci troviamo di fronte a un librogame diceless di facile intuizione. La raccolta di oggetti e indizi è molto intuitiva… Al punto che spesso sarà il testo stesso a ricordarcene l’utilizzo. Il libro è inoltre suddiviso in 3 atti, ognuno dei quali dispone di una scheda dati che cambia di atto in atto così da adattarsi a ciò che vi potrà capitare (ogni atto offre infatti uno stile di gioco diverso: si passa da una specie di escape room alla risoluzione di un giallo e infine a una sfida contro il tempo. O meglio, contro Sherlock).

Se l’ultima volta mi sono cimentato in un librogame pro-imbroglioni, stavolta è l’esatto contrario: nella maggior parte dei casi, ogni codice raccolto sarà affiancato da un valore numerico positivo o negativo (esempio: +5, -12). Quando sarà il momento di utilizzarli, dovrete semplicemente sommare o sottrarre quel valore al numero di paragrafo dove vi trovate ed è fatta. Nulla di complicato, penserete… E infatti così è: la difficoltà sta in altro!

Non scordatevi infatti che in quanto librogame investigativo, esso richiederà più volte di far sforzare le vostre meningi.

Ma non sforzatele troppo, mi raccomando. Ricordate sempre che il librogame dispone di alcuni suggerimenti o addirittura soluzioni di enigmi, perciò non vergognatevi a farne ricorso appena sentirete dello strano odore di bruciato fuoriuscire dalle vostre orecchie.

La mia avventura:

Due anni sono passati dallo scontro con il mio arcinemico Sherlock. Precipitammo entrambi nelle cascate impronunciabili, con il mondo intero che ci ha dati per morti.

Eppure, eccomi qui: vivo, vegeto, con solo qualche problema di amnesia, vivo, vegeto, con solo qualche problema di amnesia, vivo, vegeto, con solo qualche problema di amnesia, vivo, veget… Ok, ci siamo capiti.

Il punto è che, malgrado qualche acciacco, sono pronto a rimettermi in pista. Niente è nessuno oserà mettermi i bastoni tra le ruote, ora. O almeno, questo è quello che credevo.

Già… Moran… Il mio ex seguace disgraziato che appena sono sparito ha ritenuto saggio prendere il mio posto. Se voglio riconquistare ciò che mi spetta di diritto, devo darmi da fare. Dopotutto, dovrà pur esserci qualche manigoldo che mi è rimasto fedele.

Parlando del diavolo, ecco che spuntano le corna: Foster Parker il suo nome, strangolare innocenti la sua professione, suonare l’arpa ebraica la sua passione. Lo seguo per le vie di Londra finché non si apparta in un vicolo buio. È in quel momento che esco allo scoperto. La scoperta del proprio ex capo ancora vivo viene descritta come una stretta di mano altamente virile…

… Ma io credo che le cose siano andate un tantino diversamente.

Non facciamo in tempo a dare spunti alle fangirls che veniamo disturbati da uno sconosciuto armato di coltello che per qualche motivo mi vuole morto. Riesco a cavarmela e a scappare… Ma non prima di esserci dati appuntamento io e Foster domani ad Hyde Park (ed ecco che torna il materiale per le fangirls).

La prossima tappa è mio fratello, un uomo altezzoso e aristocratico a cui potrei benissimo chiedere qualche favore. Devo però stare attento, perché nonostante il grado di parentela che ci lega, non si smuoverà di certo se non gli offro qualcosa in cambio. Eppure rimango stupito: lui non mi chiede nulla… Semplicemente perché non è disposto a fare nulla.

Seems legit.

Riesco però a strappargli un goccio di liquore che mi versa standomi di spalle. Doveva essere un bicchiere molto grosso considerando che ho tutto il tempo di guardarmi attorno, rubare qualche documento dalla sua scrivania e disegnare un paio di baffi sui suoi ritratti appesi alle pareti.

Quando ritorno a casa, un pensiero mi ronza fisso in testa: se davvero voglio riappropriarmi del mio impero criminale, solo una persona può davvero aiutarmi… E costui è Holmes. Sherlock Holmes. Tecnicamente è dato per morto a seguito del nostro scontro nelle cascate, ma… In fondo lo sono anche io. Devo però scoprire dove si trova, il che non è per nulla facile. Sarebbe stato molto più semplice se ci fosse stata mia madre qui con me. Bastava dire:

«Mamma, non trovo Sherlock!»

«Hai guardato dentro al comodino?»

«Sì, ma non c’è.»

«Guarda che se vengo lì e lo trovo mi arrabbio, eh.»

Non disponendo di simili stratagemmi, lascio a voi l’ardua ricerca.

Considerazioni finali:

È ovvio che per godere al meglio la trama del libro è necessario che il lettore disponga di una conoscenza quanto meno superficiale del mondo di Sherlock Holmes. Ciò gli consentirà di captare al meglio alcuni easter egg appartenenti al vasto mondo di Conan Doyle.

Per vostra fortuna spesso sarà il testo a citare alcuni eventi passati per consentirvi di avere una visione più chiara delle cose, nonché a comprendere al meglio la psiche dei vari personaggi. Voglio inoltre tranquillizzarvi sul fatto che alla fin fine l’unico evento su cui vale la pena effettuare approfondimenti è lo scontro tra Sherlock e Moriarty nelle cascate impronunciabili. Potrete cercare su Wikipedia o, se lo preferite, vedere il seguente video YouTube (che vi mostrerà anche un finale alternativo):

Ci tengo a precisarlo: non sono un grande fan del genere investigativo, a differenza di mia moglie… Perciò ero un po’ scettico all’idea di analizzare a fondo questo librogame. Meno male però che lei ha insistito affinché lo facessi, altrimenti l’unico libro giallo che avrei mai comprato sarebbe stato questo:

Non potrò mai ringraziarla abbastanza: senza di lei, mi sarei perso un capolavoro con la “C” maiuscola! Fatta eccezione per il secondo atto (che contiene la risoluzione di un omicidio che perde gran parte del gusto se sai già chi è il colpevole) il primo e soprattutto l’ultimo atto garantiscono un’ampia rigiocabilità: occorrerà esplorare il libro in ogni suo anfratto per creare la giusta rete di contatti e inganni… E per sbloccare i vari finali (tra cui si cela il THE BEST ENDING, per nulla facile da ottenere!).

Devo proprio dirlo: se tutti i librigame investigativi garantissero anche solo la metà dell’intrattenimento di questo, allora dovrò a tutti i costi fare più spazio nella mia libreria.

Sia chiaro, non è un racconto adatto per chi è in cerca del suo primo librogame da leggere: per i più esperti, il metodo di ricerca indizi e appunti può risultare stimolante, ma per un neofita al contrario potrebbe causare confusione e frustrazione portandolo ad abbandonare anticipatamente la storia. L’ideale sarebbe approcciarsi a Moriarty dopo aver letto almeno 3 o 4 librigame che presentino enigmi sia visivi che basati sulla ricerca dei paragrafi nascosti.

So che essendo sopravvissuti al 2020 penserete di poter affrontare ormai qualunque cosa… Ma credetemi, fossi in voi non mi adagerei troppo sugli allori. Soprattutto se vi venisse la “malsana” idea di acquistare un’altra delle opere di Antonio Costantini.

E considerando il suo cameo nel libro stesso, si può dedurre che abbia ancora molto in serbo per noi. Speriamo solo che lo traduca anche in italiano, però.

Roberto Bucciarelli alias Powerbob nasce nel 1993 a Tivoli, vicino Roma. Ragazzo creativo e fuori dalle righe, nella sua vita sono importanti tre cose: sua moglie Silvia, il Luton Town (squadra di calcio inglese) e i librigame, di cui è appassionato fin da piccolo... e di cui aspira a esserne autore. Il suo motto è: "la vita è una storia a bivi!"