Unto the End raggiunge il mercato in data 9 Dicembre 2020 con un obiettivo molto semplice: far vivere ai giocatori una storia imprevista e pregna di atmosfera, dal gameplay immediato e dalle ore di gioco che trasudano passione per l’avventura. I due sviluppatori, ovvero i 2 Ton Studios, hanno deciso di puntare quasi tutto sull’impatto emotivo e scenico e sul sistema di combattimento, riuscendo a colpirci fin dai primi minuti di gioco.
Andiamo quindi a parlare della produzione in modo più approfondito, dedicandole l’attenzione che merita!
Unto the End – Recensione – Un viaggio inatteso.
Unto the End inizia così come iniziano le più grandi storie che si possano raccontare, ovvero da un piccolo, semplice, primo passo.
Il protagonista del gioco si sta recando a caccia quando una serie di eventi gli piombano addosso senza preavviso, separandolo dalla propria casa e dalla propria famiglia: comincia quindi un viaggio contro il tempo, i pericoli e il destino per tornare a ciò che ha sempre conosciuto e che vuole rivedere ad ogni costo.
La storia risulta scritta in modo molto semplice e non colpisce particolarmente per spunti narrativi o idee geniali; tuttavia, ciò che salta subito all’occhio è l’atmosfera incredibile creata dagli sviluppatori, un mix di pericolo, malinconia e calore domestico (negato e tanto voluto) che si sposa bene con il periodo natalizio in cui ci troviamo al momento della recensione e che siamo certi sarebbe in grado di colpire anche il cuore più gelido.
Una narrativa “senza infamia e senza lode” che saprà però deliziarvi per tutto il tempo che passerete in-game, veicolata da un silenzio carico di significato e dalla forza di volontà del protagonista, stanco ma deciso a tornare a casa.
Unto the End – Recensione – Più complicato del previsto.
Ciò che colpisce immediatamente dal punto di vista ludico è la cura per il sistema di combattimento, richiedente attenzione e strategia al fine di non perire sotto i colpi nemici.
Il nostro personaggio è uno spadaccino discreto e dovremo utilizzare i suoi strumenti e le sue abilità con sapienza, colpendo al momento giusto, parando gli attacchi più inattesi, schivando dove possibile e dando poderose spallate ai nemici per sbilanciarli. Inoltre, sarà possibile fare uso di un coltello per bloccare un nemico mentre ci si contrappone ad un secondo oppositore, giunto alle nostre spalle.
L’esito dell’attenzione che gli sviluppatori hanno dato al combattimento è una sfida non indifferente, che a primo impatto non ci aspettavamo: i nemici sono diversi e ognuno di loro ha pattern di attacco specifici, da studiare, prevedere e contrastare. L’offensiva nemica può indurci a perdere le nostre armi o a sanguinare, minando la salute del protagonista; inutile dire che elementi del genere incrementano la difficoltà in modo esponenziale, costringendoci a riprovare più volte la stessa sezione nell’attesa di comprendere tempi e attacchi giusti da eseguire.
Gli sviluppatori hanno previsto il possibile “effetto frustrazione” che il gioco può provocare, motivo per cui nel menù è presente l’opzione di rallentamento dei combattimenti, che consente di avere più tempo per reagire. Insomma, se a primo impatto Unto the End sembra un gioco principalmente evocativo e poco ludico, pad alla mano la sensazione cambia drasticamente.
Sono presenti delle sezioni esplorative dove dovremo gettarci alla scoperta di caverne buie e lande desolate, in realtà molto semplici e poco ispirate nelle loro composizione generale; il titolo non propone mappe, aiuti o indizi di alcun genere, motivo per il quale l’occhio del giocatore sarà l’unico strumento utile ad orientarsi. Peccato per l’assenza di indicatori per gli oggetti, che risultano quindi difficili da trovare nello scenario: l’unica cosa che si può fare è spammare il tasto di raccolta (L1 nella nostra esperienza su PS4) e sperare di riempire l’inventario… tutto troppo casuale.
Insomma, uno sviluppo ludico nel complesso gradevole e attento, con qualche leziosità nella fase esplorativa che rovina parzialmente quanto di buono abbiamo rilevato nel combattimento.
Unto the End – Recensione – Un insieme che funziona a dovere.
La realizzazione artistica della produzione è davvero ben fatta, soprattutto se teniamo conto del lavoro di due sole persone, mosse dalla passione per la natura e per l’esplorazione: le animazioni sono davvero ottime e gli sfondi restituiscono una buona atmosfera. La palette cromatica scelta è tendente al buio e al soffuso e lo stile di gioco in 2D non fa che potenziare l’effetto di una scelta di colori simile, restituendo al giocatore un’avventura evocativa.
Bel lavoro anche sulla componente audio, anche se non ci sono brani distintivi: quello che colpisce davvero è l’insieme di suoni che accompagna il nostro incedere, come gli effetti sonori delle grotte, il respiro del protagonista ecc.
Un insieme che funziona a dovere, regalandoci un titolo certamente d’impatto.
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